La nostra risposta alla pandemia di coronavirus
La BCE ha adottato una serie di misure di vigilanza bancaria e politica monetaria per attenuare l’impatto della pandemia di coronavirus sull’economia dell’area dell’euro e sostenere tutti i cittadini europei.
Le nostre misure a sostegno dell’economia dell’area dell’euro

Le banche svolgono una funzione essenziale a sostegno di un’economia sana, assicurando che i cittadini e le imprese abbiano accesso ai finanziamenti di cui hanno bisogno a fini di risparmio e investimento. Data la loro posizione particolare nell’economia, le banche devono anche rispettare regole specifiche intese a garantire che siano sufficientemente solide per resistere agli shock. Una di queste regole prevede che le banche abbiano in serbo risorse supplementari, le cosiddette “riserve di capitale”, per affrontare i momenti difficili.
Una componente fondamentale delle nostre misure in risposta alla crisi consiste nell’incoraggiare le banche a utilizzare ora le proprie riserve di capitale. In questo modo si liberano risorse patrimoniali per un ammontare di 120 miliardi di euro. Le banche potranno utilizzare questi fondi per assorbire le perdite provocate dalla crisi, oppure li potranno destinare al finanziamento di nuovi prestiti, fino a 1.800 miliardi di euro, a favore di famiglie e imprese.
È proprio in tempi come questi che le banche dovrebbero utilizzare le proprie riserve, per contribuire ad assicurare che famiglie e imprese continuino ad avere accesso al finanziamento in un momento difficile.

Le banche devono seguire delle regole per quanto riguarda la concessione del credito. Devono finanziare individui e imprese soltanto nella misura in cui li ritengono in grado di rimborsare le somme ricevute.
Richiediamo inoltre alle banche di seguire con attenzione i finanziamenti che hanno erogato. Quando una banca giudica improbabile che un cliente sia in grado di rimborsare un prestito, deve classificare il credito come “deteriorato” o “di cattiva qualità” e accantonare un importo per coprire le perdite connesse. Se si verifica una situazione di questo tipo, la banca ha meno fondi a disposizione per concedere altri prestiti.
Siamo però consapevoli che in condizioni di crisi anche la clientela solida dal punto di vista finanziario potrebbe temporaneamente avere problemi a onorare le proprie obbligazioni di rimborso. Per evitare che le banche incorrano in una carenza di fondi perché aumentano i crediti a favore di questo tipo di clientela che vengono classificati come “deteriorati”, abbiamo concesso loro maggiore flessibilità nella classificazione dei prestiti assistiti da garanzia pubblica.
Siamo stati anche meno rigidi riguardo agli importi che le banche devono accantonare per essere pronte ad affrontare eventuali perdite su prestiti assistiti da garanzia pubblica. In questo modo si liberano ulteriori risorse di capitale per l’erogazione di credito a famiglie e imprese.

La vigilanza contribuisce ad assicurare il mantenimento della stabilità del sistema finanziario. Prevede anche che le banche soddisfino un’ampia serie di requisiti. Durante la crisi, quando molte devono affrontare seri problemi operativi, abbiamo reso in parte meno stringenti i calendari a cui devono aderire le banche vigilate, affinché possano concentrarsi sulla loro funzione essenziale: erogare credito a famiglie e imprese.
Adeguiamo quindi i calendari, le procedure e le scadenze di vigilanza in base alla situazione di ciascuna banca. Possiamo, ad esempio, riprogrammare i prossimi accertamenti presso le banche vigilate e prorogare i termini previsti per porre rimedio alle carenze emerse dalle recenti ispezioni.
Abbiamo anche adottato un approccio pragmatico per il processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP), con l’intento di assicurare una valutazione efficace e mirata delle banche vigilate direttamente dalla BCE, riducendo al tempo stesso gli oneri rispetto ai normali cicli SREP. Il processo è incentrato sulla valutazione della capacità delle banche di rispondere alle attuali sfide nonché ai rischi e alle vulnerabilità più rilevanti connessi alla situazione causata dal coronavirus.
La crisi comporta una situazione di straordinaria difficoltà per i cittadini e le imprese in tutta l’area dell’euro. Per incoraggiare le banche e i loro azionisti a fare la propria parte, abbiamo chiesto alle prime di non pagare dividendi e di non riacquistare azioni nella fase attuale o almeno di limitare la distribuzione di dividendi e gli incentivi. Al contrario, le banche dovrebbero utilizzare le risorse liberate attraverso le misure descritte in precedenza per assorbire le perdite o erogare credito all’economia dell’area dell’euro. Ciò consentirà loro di essere parte della soluzione.

Per sostenere l’economia durante la crisi, la BCE ha anche varato un insieme di misure di politica monetaria finalizzate ad assicurare che le banche e le imprese possano contare su una sufficiente disponibilità di fondi.
Acquistiamo, tra l’altro, diverse tipologie di attività nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) con una dotazione di 1.850 miliardi di euro. Acquistiamo, ad esempio, titoli direttamente dalle banche, creando una maggiore disponibilità di fondi che queste possono erogare in prestito a famiglie e imprese. Acquistiamo anche titoli di società, fornendo loro una fonte aggiuntiva di finanziamento. Entrambe le tipologie di acquisti contribuiscono a promuovere la spesa e gli investimenti, al fine di sostenere la crescita economica.
Offriamo anche finanziamenti a lungo termine a condizioni molto favorevoli alle banche che continuano a concedere credito a chi ne ha maggiore necessità. Applichiamo regole meno stringenti alle attività che le banche devono fornire come assicurazione, ossia “stanziare a garanzia”, a fronte di tali finanziamenti, per fare in modo che dispongano di garanzie sufficienti. Anche questa misura corrobora la loro capacità di continuare a erogare credito.
Ne vuoi sapere di più?
Siamo qui per te. Se desideri chiarimenti, contattaci all’indirizzo info@ecb.europa.eu