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1 Introduzione

Lo shock geopolitico causato dall’invasione della Russia in Ucraina e le sue immediate conseguenze macrofinanziarie hanno acuito le incertezze sull’andamento dell’economia e dei mercati finanziari e accresciuto i rischi per il settore bancario. La situazione attuale richiede estrema prudenza da parte delle banche e delle autorità di vigilanza bancaria. Nella prima metà del 2022 gli enti vigilati hanno registrato nel complesso buoni risultati, forti della ripresa economica seguita al progressivo allentamento delle restrizioni legate alla pandemia di coronavirus (COVID-19) nonché della graduale normalizzazione dei tassi di interesse. Le banche hanno segnalato solidi coefficienti patrimoniali e ampie riserve di liquidità per tutto il periodo, a conferma dell’elevata capacità di tenuta del settore, mentre i volumi aggregati dei crediti deteriorati (non-performing loan, NPL) hanno continuato a diminuire.

Sebbene l’impatto diretto della guerra in Ucraina sia rimasto finora contenuto per gran parte degli enti vigilati, si è osservata, soprattutto in Europa, la diffusione dello shock macroeconomico che ha esacerbato le pressioni inflazionistiche preesistenti e le perduranti strozzature lungo la catena di approvvigionamento. Di conseguenza, i rischi finanziari e non finanziari per il settore finanziario europeo sono aumentati. Il potenziale intensificarsi delle tensioni geopolitiche in futuro potrebbe accrescere ulteriormente i rischi di rideterminazione dei prezzi nei mercati finanziari e le minacce cibernetiche. Nel complesso, l’evoluzione dell’economia e dei mercati finanziari rimane altamente incerta, con maggiori margini di andamenti inattesi verso il basso che verso l’alto.

Oltre ai rischi più imminenti generati dall’invasione russa in Ucraina, anche i rischi e le vulnerabilità preesistenti e più strutturali richiedono un’attenzione adeguata da parte degli enti e delle autorità di vigilanza: è il caso delle sfide derivanti dallo sviluppo e dall’attuazione delle strategie di trasformazione digitale delle banche oppure dei rischi fisici e di transizione connessi ai cambiamenti climatici a livello mondiale.

La Vigilanza bancaria della BCE, in stretta collaborazione con le autorità nazionali competenti, ha rivisto le proprie priorità strategiche per i prossimi tre anni alla luce di questo difficile contesto. Muovendo dalla valutazione approfondita dei rischi e delle vulnerabilità principali delle banche vigilate, il riesame tiene conto dei progressi compiuti nell’attuazione delle priorità individuate lo scorso anno e attinge agli esiti del processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) del 2022. Sebbene le circostanze siano cambiate considerevolmente rispetto allo scorso anno, con un incremento della probabilità e della gravità dei rischi cui è esposto il settore bancario, le priorità di vigilanza e le corrispondenti attività definite nel 2022 si confermano nel complesso adeguate ad affrontare sia le sfide urgenti sia le vulnerabilità più strutturali del settore bancario.

Si rendono tuttavia necessari alcuni adeguamenti per contrastare i rischi emergenti derivanti dalla guerra e dall’inflazione elevata. Il programma di lavoro aggiornato tiene inoltre conto dei progressi compiuti dalle autorità di vigilanza nel fronteggiare le vulnerabilità e i rischi individuati nell’ambito delle priorità negli anni precedenti. I rischi di tasso di interesse e di differenziale creditizio, il rischio di controparte e l’elevata leva finanziaria sono esempi di rischi persistenti e di grande rilevanza, specie nella situazione attuale, che sono stati oggetto di un’intensa azione di vigilanza nel 2022. Gli esperti di vigilanza stanno seguendo in modo mirato la situazione delle banche interessate, conducendo regolari attività di vigilanza per assicurare che tali rischi siano gestiti in modo adeguato e le carenze individuate siano pienamente colmate.

Anche il contesto attuale richiede cautela. È pertanto essenziale che l’autorità di vigilanza continui a monitorare e verificare l’adeguatezza e la solidità delle prassi di accantonamento e delle posizioni patrimoniali delle banche, nonché delle proiezioni e dei piani di distribuzione nell’ambito delle sue regolari attività di controllo, nelle quali rientrano la valutazione del percorso degli enti verso il rispetto del requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (minimum requirement for own funds and eligible liabilities, MREL), specie alla luce dell’attuale situazione macrofinanziaria.

Le priorità di vigilanza dell’MVU per il 2023-2025 mirano a intensificare gli sforzi per il conseguimento degli obiettivi strategici di medio termine, reindirizzando al tempo stesso l’attenzione verso l’emergere di nuove sfide. Agli enti vigilati sarà richiesto di rafforzare la propria capacità di tenuta agli shock macrofinanziari e geopolitici immediati (Priorità 1), di affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione e potenziare le capacità di indirizzo degli organi di amministrazione (Priorità 2) e infine di dedicare maggiori sforzi per fronteggiare il cambiamento climatico (Priorità 3) (cfr. la figura 1).

Figura 1

Priorità di vigilanza 2023-2025: affrontare le vulnerabilità individuate nelle banche

Fonte: BCE.
Note: la figura mostra le tre priorità di vigilanza e le relative vulnerabilità che le banche dovrebbero affrontare nei prossimi anni. La Vigilanza bancaria della BCE condurrà attività mirate al fine di valutare, monitorare e dare seguito alle vulnerabilità individuate. Ogni vulnerabilità è associata alla rispettiva categoria di rischio generale. I settori vulnerabili sono i settori più sensibili all’attuale contesto macroeconomico.

La pianificazione strategica della Vigilanza bancaria della BCE ha lo scopo principale di elaborare una solida strategia per i prossimi tre anni. Seguendo un approccio olistico e collaborativo, l’esercizio prevede una valutazione approfondita dei rischi e delle vulnerabilità principali del settore bancario europeo. Le priorità di vigilanza promuovono l’efficacia e la coerenza nell’ambito della pianificazione delle attività dei gruppi di vigilanza congiunti (GVC) e favoriscono una più efficiente allocazione delle risorse. Le priorità di vigilanza facilitano inoltre la definizione dei livelli di tolleranza al rischio e fungono da orientamento per stabilire l’ordine di priorità dei rischi nell’ambito dello SREP, tenendo presente che le vulnerabilità e le sfide possono differire da una banca all’altra. Costituiscono infine un ausilio per le autorità nazionali di vigilanza nella determinazione in maniera proporzionale delle priorità per la vigilanza sugli enti meno significativi. Una comunicazione trasparente delle priorità chiarisce inoltre le aspettative nei confronti delle banche, accresce l’impatto della vigilanza sulla capacità di tenuta del settore bancario e contribuisce ad assicurare parità di condizioni.

La Vigilanza bancaria della BCE monitora e valuta nel continuo sia l’evoluzione dei rischi e delle vulnerabilità degli enti vigilati sia i progressi compiuti nell’attuazione delle priorità selezionate. Il riesame periodico delle priorità strategiche consente alla Vigilanza bancaria della BCE di graduare in maniera flessibile la propria attenzione e le proprie attività in funzione dei cambiamenti del panorama dei rischi. Tale flessibilità è particolarmente importante alla luce dell’incertezza che caratterizza l’attuale contesto economico e geopolitico.

Nelle sezioni seguenti si riportano in maggiore dettaglio gli esiti del processo di identificazione e valutazione dei rischi e si stabiliscono le priorità di vigilanza e i relativi programmi di lavoro per il 2023-2025. Ulteriori attività ordinarie condotte dagli esperti di vigilanza nell’ambito delle loro costanti interazioni con le banche integrano il lavoro sulle priorità.

2 Priorità di vigilanza e valutazione dei rischi per il periodo 2023-2025

2.1 Contesto in cui operano gli enti vigilati

Le prospettive di crescita per l’area dell’euro si sono significativamente deteriorate nel corso dell’anno per effetto dell’inflazione elevata e delle conseguenze della guerra russa in Ucraina. Le incertezze restano elevate per i mesi a venire. Il recupero dell’attività economica osservato nella prima metà del 2022, riconducibile fra l’altro alla progressiva revoca delle restrizioni connesse alla pandemia, ha subito un rallentamento. L’invasione russa dell’Ucraina ha innescato l’imposizione di una serie di sanzioni da parte dei paesi occidentali, cui hanno fatto seguito le ritorsioni della Russia, determinando un’impennata dei prezzi dei beni energetici, alimentari e delle materie prime nonché interruzioni delle forniture di energia. Si sono pertanto intensificate le pressioni sui prezzi e l’inflazione nell’area dell’euro ha raggiunto massimi storici. Tali effetti, unitamente a un conseguente shock di fiducia, hanno aggravato le strozzature preesistenti lungo la catena di approvvigionamento e dato luogo a un deterioramento delle prospettive economiche. In un contesto di incertezza molto elevata, i principali rischi al ribasso per le prospettive di crescita sono costituiti dalla durata più lunga del previsto della guerra in Ucraina, da un inasprimento delle tensioni geopolitiche, dall’aumento dei costi dell’energia e dell’inflazione che, unitamente a ulteriori interruzioni dell’offerta energetica e al razionamento, potrebbero generare una recessione in Europa.

Gli elevati livelli di inflazione in tutto il mondo hanno indotto le principali banche centrali, compresa la BCE, ad accelerare il ritmo di normalizzazione della politica monetaria. Dopo l’incremento del rapporto debito/PIL dei settori pubblico e privato durante la pandemia, ci si attende che l’effetto congiunto dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento a seguito dell’aumento dei tassi di riferimento e del deterioramento delle prospettive di crescita comprometta ulteriormente la capacità di servizio del debito delle controparti bancarie. Le imprese, in particolare nel segmento ad alto rendimento o nei settori ad alto consumo di energia, dovrebbero inoltre risentire dei maggiori costi del finanziamento, degli input e operativi, nonché delle più deboli prospettive di crescita, che potrebbero determinare un aumento dei tassi di insolvenza. Infine, le famiglie con livelli di indebitamento più elevati, redditi inferiori o mutui ipotecari a tasso variabile potrebbero subire in futuro un deterioramento del loro merito di credito, sebbene le misure di bilancio, i risparmi accumulati durante la pandemia e la sostanziale buona tenuta del mercato del lavoro possano contribuire ad attutire almeno in parte l’impatto dell’inflazione e del rialzo dei tassi di interesse.

Le accresciute tensioni geopolitiche, l’aumento dei tassi di interesse e i timori di recessione economica in Europa gravano sulla dinamica dei mercati finanziari. I tassi di interesse in tutto il mondo hanno seguito il ritmo delle decisioni delle banche centrali, mostrando episodi di volatilità nel 2022 per effetto delle incertezze riguardanti i tempi e l’entità degli aggiustamenti dei tassi di riferimento. Dopo il brusco calo delle valutazioni delle attività nella prima metà dell’anno, i mercati azionari hanno segnato una lieve ripresa, pur rimanendo soggetti a ulteriori correzioni dei prezzi. In prospettiva, l’incertezza elevata potrebbe tradursi in maggiori turbolenze sui mercati ed episodi di alta volatilità, che a loro volta potrebbero determinare un’ulteriore ridefinizione dei prezzi nei mercati finanziari con conseguenti perdite nei bilanci bancari a fronte delle valutazioni delle attività a prezzi di mercato oppure dei minori utili derivanti dall’attività sui mercati.

2.2 Rischi e priorità nel periodo 2023-2025

Le priorità di vigilanza dell’MVU comprendono gli obiettivi strategici che la Vigilanza bancaria della BCE si impegna a perseguire nei prossimi tre anni per affrontare le vulnerabilità individuate nonché le attività di vigilanza pianificate per il raggiungimento di tali obiettivi. Le sezioni seguenti illustrano tali priorità per il 2023-2025.

2.2.1 Priorità 1: Rafforzare la capacità di tenuta agli shock macrofinanziari e geopolitici immediati

L’elevata incertezza e i rischi al ribasso associati all’attuale contesto macrofinanziario e geopolitico incidono in misura rilevante sulle prospettive per il settore bancario europeo. Gli enti vigilati devono essere prudenti nello sviluppo e nella pianificazione delle proprie strategie aziendali, tenendo sotto attenta osservazione i rischi associati alla rapida evoluzione del contesto finanziario e concentrando i propri sforzi sulla gestione dei rischi. Gli enti devono quindi elaborare piani patrimoniali, di liquidità e di finanziamento solidi e credibili, che tengano conto delle attuali prospettive incerte, adeguandoli all’evoluzione del panorama dei rischi in modo flessibile e tempestivo.

Alla luce di ciò, l’obiettivo primario della Vigilanza bancaria della BCE per i prossimi mesi è assicurare che le banche sottoposte alla sua vigilanza diretta rafforzino la propria capacità di tenuta a fronte degli shock macrofinanziari e geopolitici immediati. Le prove di stress condotte nel 2023 a livello di UE, coordinate dall’Autorità bancaria europea (ABE), sosterranno tale sforzo e saranno considerate ai fini del prossimo ciclo SREP, contribuendo all’attuazione delle priorità di vigilanza per il 2023. Nella prossima sezione sono descritte le altre attività di vigilanza maggiormente incentrate su rischi specifici. Sono inoltre incluse le iniziative di verifica dell’attuazione di talune priorità dello scorso anno condotte nell’ambito della regolare attività di vigilanza.

Vulnerabilità individuata come priorità: Carenze nella gestione del rischio di credito, anche riguardo alle esposizioni verso settori vulnerabili

Obiettivo strategico: le banche dovrebbero porre rimedio in modo efficace alle carenze strutturali che caratterizzano il loro ciclo di gestione del rischio di credito, dall’erogazione dei prestiti all’attenuazione e al monitoraggio del rischio, affrontando tempestivamente eventuali scostamenti dai requisiti regolamentari e dalle aspettative di vigilanza.

Esse dovrebbero essere in grado di individuare e mitigare rapidamente l’eventuale accumulo di rischi nelle esposizioni verso i settori più sensibili all’attuale contesto macroeconomico, compresi quelli colpiti dalla guerra in Ucraina e i portafogli immobiliari.

Sebbene i volumi dei crediti deteriorati abbiano continuato a diminuire nella prima metà del 2022, l’inasprimento delle condizioni di finanziamento e il crescente rischio di recessione hanno iniziato a influire sulle condizioni creditizie in Europa. Tale situazione, seppur in misura diversa, inciderà su famiglie e imprese a seconda di fattori quali il livello di indebitamento o l’avversa sensibilità all’attuale contesto macrofinanziario. Più precisamente, lo shock sui prezzi dell’energia e le turbative lungo le catene di approvvigionamento derivanti dalla guerra in Ucraina stanno colpendo in generale i settori economici legati alla produzione e alla lavorazione di materie prime, i fornitori di energia e i settori a elevata intensità di utilizzo di energia, come l’agricoltura e i trasporti aerei, terrestri e marittimi. Gli elevati prezzi degli input gravano anche sulle costruzioni, mentre in diversi paesi dell’area dell’euro le interruzioni delle forniture di gas potrebbero costituire un onere ulteriore per i suoi principali consumatori, quali i produttori di metalli, prodotti chimici, alimentari e bevande.

Dopo una brusca correzione dei prezzi all’inizio della pandemia, le condizioni dei mercati degli immobili non residenziali sembrano in corso di stabilizzazione. Tuttavia, il settore degli uffici in Europa risente ancora molto dell’aumento dei tassi di interesse e dell’impennata dei costi di costruzione, che si aggiungono alla diffusione del lavoro a distanza a seguito della pandemia. Nonostante i persistenti segnali di sopravvalutazione nell’area dell’euro, i prezzi delle abitazioni sono aumentati nella prima metà del 2022, ampliando ulteriormente il divario rispetto ai canoni di locazione. Questo andamento desta preoccupazione, anche alla luce del maggiore costo della vita, del calo dei salari reali e dell’aumento dei tassi di interesse, in particolare per le banche che operano nei paesi in cui una quota elevata dei mutui ipotecari ha tassi di interesse variabili.

In tale contesto, le attività di vigilanza avviate dall’inizio della pandemia al fine di colmare le carenze strutturali nei sistemi di gestione del rischio di credito delle banche restano sostanzialmente valide ad affrontare le sfide poste dall’attuale contesto. Sebbene le banche abbiano compiuto progressi negli ultimi anni, l’esercizio SREP del 2022 ha confermato che persistono carenze nei sistemi di controllo dei rischi degli enti vigilati, con particolare riferimento all’erogazione e al monitoraggio dei prestiti, alla classificazione dei debitori in difficoltà e alle politiche di accantonamento. Nonostante la maggior parte delle banche abbia elaborato piani correttivi in risposta alle lacune individuate nella comunicazione agli amministratori delegati (AD) del 2020[1], permangono alcune anomalie da sanare, tra cui carenze riguardanti le misure di concessione, le inadempienze probabili e le prassi di accantonamento. Di conseguenza, saranno incrementati e intensificati gli sforzi per conseguire l’obiettivo strategico della Vigilanza bancaria della BCE in questo ambito e, sebbene gran parte delle attività pianificate costituisca la prosecuzione del programma di lavoro sulle priorità dello scorso anno, l’attenzione sarà concentrata anche sui settori che risentono maggiormente delle conseguenze della guerra in Ucraina (ad esempio i settori ad alta intensità di energia) e del contesto macroeconomico.

Principali attività nell’ambito del programma di lavoro sulle priorità di vigilanza
  • Analisi mirate[2] su concessione e monitoraggio dei prestiti, con valutazione della conformità ai relativi orientamenti dell’ABE e particolare attenzione ai portafogli di immobili residenziali.
  • Analisi mirate sull’IFRS 9 volte a valutare la conformità di un insieme di banche alle aspettative di vigilanza definite nella comunicazione agli AD del 2020 (incentrate sulle problematiche residue) nonché indagare aspetti specifici di modellizzazione, comprese le integrazioni (overlay).
  • Approfondimenti sulle politiche concernenti le misure di concessione e le inadempienze probabili, verifica del superamento delle problematiche residue individuate nell’ambito della comunicazione agli AD, tenendo conto dell’attuale contesto macrofinanziario.
  • Campagne ispettive in materia di IFRS 9 – incentrate sui portafogli al dettaglio e di imprese di grandi, medie e piccole dimensioni – e di immobili non residenziali/garanzie reali (prosecuzione delle attività del 2022).
  • Ispezioni mirate sugli operatori dei mercati dell’energia e delle materie prime.
  • Indagini mirate congiunte sui modelli interni/in loco per alcuni portafogli rilevanti in determinati settori vulnerabili al fine di valutare l’adeguatezza dei corrispondenti modelli basati sui rating interni (internal ratings-based, IRB), dei modelli contabili e dei sistemi di gestione del rischio di credito.
  • Indagini sui modelli interni e successive verifiche dell’attuazione dei rilievi da parte dei GVC per valutare le modifiche apportate ai modelli IRB in relazione ai nuovi requisiti regolamentari[3] e verifica dello stato di attuazione dei rilievi emersi dalla precedente analisi mirata dei modelli interni (targeted review of internal models, TRIM).
Verifiche periodiche svolte nell’ambito della regolare attività di vigilanza

Pur a fronte del rallentamento delle emissioni di prestiti a elevata leva finanziaria registrato negli ultimi trimestri, con emittenti e investitori adeguatisi alle incertezze del contesto macroeconomico, restano elevate le consistenze detenute dagli enti vigilati e le vulnerabilità sottostanti, data la natura delle controparti (alto rendimento/basso merito di credito e/o elevata leva finanziaria) e degli strumenti (in genere prestiti a tasso variabile e a bassa protezione contrattuale (covenant-lite)). Quest’anno la Vigilanza bancaria della BCE ha intensificato gli sforzi volti ad accrescere l’aderenza delle banche alle aspettative di vigilanza definite nelle linee guida della BCE. In prospettiva, l’autorità di vigilanza continuerà a verificare la risposta delle banche a questo esercizio al fine di colmare le lacune esistenti rispetto alle corrispondenti aspettative di vigilanza. La Vigilanza bancaria della BCE è pronta a imporre requisiti patrimoniali aggiuntivi agli enti vigilati che mostrino progressi insufficienti nel superamento di tali lacune.

Nonostante la considerevole azione di vigilanza intrapresa nel 2022 per sanare le vulnerabilità derivanti dai livelli di sensibilità rilevanti delle banche ai differenziali di interesse e creditizi e dalle loro esposizioni al rischio di controparte, non si è registrata una riduzione dei rischi e rimane alta la probabilità di osservare nei mesi a venire ulteriori episodi di elevata volatilità e rivalutazione nei mercati finanziari. In tale contesto, ci si attende che gli enti vigilati continuino a tenere sotto stretta osservazione e a gestire con prudenza i rischi sottostanti, che si confermano di elevata pertinenza e rilevanza nell’attuale contesto. L’attività di vigilanza proseguirà di conseguenza, con verifiche periodiche mirate da parte dei GVC programmate nel 2023 sulla base degli esiti delle indagini mirate condotte quest’anno.

Vulnerabilità individuata come priorità: Scarsa diversificazione delle fonti di provvista e carenze nei piani di finanziamento

Obiettivo strategico: le banche che segnalano un’elevata concentrazione delle fonti di provvista, in particolare quelle meno stabili, dovrebbero diversificarne la struttura elaborando e attuando piani di finanziamento pluriennali solidi e credibili, tenendo conto delle sfide derivanti dal mutare delle condizioni di finanziamento.

Nella prima metà del 2022 gli indici di copertura della liquidità (liquidity coverage ratio, LCR) e i coefficienti netti di finanziamento stabile (net stable funding ratio, NFR) segnalati in media dagli enti vigilati sono risultati adeguati: un chiaro segnale della capacità di tenuta a fronte del concretizzarsi di potenziali shock di liquidità e di provvista. Ciò nondimeno, la scarsa diversificazione della provvista rende alcuni enti più vulnerabili alle turbative di mercato. Le misure straordinarie di politica monetaria introdotte all’inizio della pandemia hanno indotto alcune banche in particolare ad accrescere il finanziamento presso la banca centrale, ad esempio attraverso la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT-III), e a ridurre di conseguenza la quota di finanziamento sul mercato, ad esempio tramite carta commerciale e obbligazioni garantite. Per effetto dei rimborsi attesi, alla scadenza e alla data di rimborso anticipato, le banche dovranno diversificare ulteriormente le fonti di provvista e sostituire parte del finanziamento presso la banca centrale con alternative più costose ed eventualmente a più breve termine; ciò eserciterà pressioni sui coefficienti prudenziali e sulla redditività, soprattutto in un contesto caratterizzato da crescenti rischi economici e dal progressivo inasprimento della politica monetaria. I rischi derivanti dall’elevato ricorso delle banche al finanziamento nell’ambito delle OMRLT-III e dalle relative strategie di uscita richiedono il vaglio continuo da parte dell’autorità di vigilanza, come evidenziato da alcuni GVC nello SREP di quest’anno. In tale contesto, agli enti vigilati sarà richiesto di elaborare, attuare e adeguare, ove necessario, un piano di liquidità e finanziamento solido e affidabile, che tenga conto delle strategie di uscita e dell’attenuazione dei rischi di rinnovo dei finanziamenti nonché delle concentrazioni nelle strutture di finanziamento.

Principali attività nell’ambito del programma di lavoro sulle priorità di vigilanza
  • Indagine mirata sulle strategie di uscita dalle OMRLT-III per banche selezionate che ricorrono in misura rilevante a tale fonte di provvista e sono più vulnerabili all’aumento dei costi di finanziamento sul mercato. L’indagine sarà integrata da un’analisi più ampia dei piani di liquidità e di finanziamento delle banche volta a individuare le debolezze nelle prassi in uso e gli enti più vulnerabili, anche ricorrendo, ove opportuno, a ispezioni mirate. I GVC verificheranno l’attuazione dei rilievi di tali esercizi e richiederanno informazioni sull’elaborazione e sull’esecuzione di solidi piani correttivi, anche attraverso ispezioni mirate.

2.2.2 Priorità 2: Affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione e rafforzare le capacità di indirizzo degli organi di amministrazione

Gli enti vigilati dovrebbero dedicare grande attenzione ad affrontare le sfide e i rischi strutturali derivanti dalla digitalizzazione dei propri servizi bancari al fine di assicurare la capacità di tenuta e la sostenibilità dei propri modelli imprenditoriali. Sebbene la presenza di una solida governance interna e di un indirizzo strategico efficace definito dagli organi di amministrazione sia essenziale per lo sviluppo e l’attuazione di valide strategie di trasformazione digitale, le banche devono anche far fronte alle vulnerabilità e ai rischi derivanti da una maggiore dipendenza operativa dai sistemi informatici, dai servizi forniti da terzi e dalle tecnologie innovative. Al tempo stesso, l’attuale contesto in cui operano le banche è connotato da elevate volatilità e incertezza. L’adozione di interventi decisivi volti a perseguire un forte indirizzo strategico, una solida governance e adeguate capacità di aggregazione e segnalazione dei dati di rischio può aiutare le banche a consolidare la sostenibilità del loro modello imprenditoriale a fronte delle sfide future.

Vulnerabilità individuata come priorità: Carenze nelle strategie di trasformazione digitale

Obiettivo strategico: le banche dovrebbero elaborare e attuare solidi piani di trasformazione digitale mediante meccanismi adeguati (ad esempio strategia aziendale, gestione dei rischi ecc.) al fine di rafforzare la sostenibilità dei propri modelli imprenditoriali e attenuare i rischi connessi all’uso di tecnologie innovative.

Gli enti vigilati sostengono la digitalizzazione dei propri servizi e delle proprie prassi mediante l’elaborazione, l’attuazione e l’adeguamento costanti di strategie al fine di rispondere alle esigenze e alle preferenze in continua evoluzione dei consumatori. Al tempo stesso, l’adozione di nuove tecnologie può anche apportare benefici in termini di efficienza, contribuendo a migliorare la redditività delle banche. Sebbene gli enti vigilati abbiano recentemente segnalato una maggiore redditività sulla scia di aspettative di tassi di interesse più elevati, l’intensificarsi della concorrenza con i principali operatori digitali del settore bancario e con i nativi digitali esterni al settore (ad esempio operatori fintech e bigtech) può mettere a rischio i modelli imprenditoriali delle banche se queste non riescono ad adeguarsi per tempo all’evoluzione del panorama attuale. In questo contesto, e a seguito delle iniziative individuate quest’anno come priorità per comprendere meglio e mettere a confronto le prassi delle banche, la Vigilanza bancaria della BCE continuerà ad adoperarsi in tale ambito e condurrà ispezioni e indagini mirate su aspetti specifici relativi alle strategie di trasformazione digitale degli enti e all’utilizzo di tecnologie innovative. Le banche caratterizzate da valori anomali in esito a tali esercizi saranno inoltre oggetto di successive verifiche da parte dei GVC al fine di integrare la strategia complessiva e indurre le banche a colmare le eventuali carenze strutturali riscontrate.

Principali attività nell’ambito del programma di lavoro sulle priorità di vigilanza
  • Pubblicazione delle aspettative di vigilanza sulle strategie di trasformazione digitale e dei risultati dell’esercizio di analisi comparata condotto nel 2022[4].
  • Indagini mirate su: a) strategie di trasformazione digitale delle banche e b) utilizzo di tecnologie innovative, integrate da successive verifiche dei GVC per le banche che presentano carenze rilevanti.
  • Ispezioni mirate sulla trasformazione digitale, combinando le dimensioni delle strategie attinenti all’informatica e al modello imprenditoriale.

Vulnerabilità individuata come priorità: Carenze nell’assetto della capacità di tenuta operativa, ossia rischi di esternalizzazione dei servizi informatici e di sicurezza informatica/cibernetici

Obiettivo strategico: le banche dovrebbero disporre di solidi meccanismi di gestione del rischio in materia di esternalizzazione, nonché di sistemi di sicurezza informatica e di resilienza cibernetica per far fronte in maniera proattiva a qualsiasi rischio non attenuato che possa determinare interruzioni rilevanti di attività o servizi critici, assicurando al tempo stesso il rispetto dei requisiti regolamentari e delle aspettative di vigilanza pertinenti.

La trasformazione digitale in atto nel settore bancario e l’accresciuto ricorso alle tecnologie e ai fornitori terzi per l’erogazione di servizi bancari hanno aggiunto ulteriori complessità e interconnessioni all’interno del sistema finanziario, apportando sfide maggiori per la capacità di tenuta operativa delle banche di tutto il mondo. Durante la pandemia gli enti vigilati hanno dimostrato una forte capacità di tenuta, registrando perdite operative limitate in un contesto di maggiore rischiosità; nuove sfide derivano però dalla guerra in Ucraina. Timori concreti, espressi anche da diversi GVC nell’ambito dell’esercizio SREP 2022, riguardano anche gli accresciuti rischi derivanti dall’esternalizzazione di talune attività o servizi essenziali a paesi colpiti negativamente dai regimi sanzionatori (o esposti a rischi geopolitici più elevati), i quali potrebbero risultare più vulnerabili, ad esempio, a un possibile aumento degli attacchi cibernetici ritorsivi in risposta alle sanzioni dell’Occidente contro la Russia.

Inoltre, l’elevato ricorso a terzi per la fornitura di servizi informatici essenziali e le carenze negli accordi di esternalizzazione dei servizi informatici continuano a rappresentare una vulnerabilità rilevante che potrebbe determinare un incremento delle perdite dovute all’indisponibilità o alla scarsa qualità dei servizi esternalizzati. Alla luce di ciò, la Vigilanza bancaria della BCE continuerà a sottoporre a verifica gli accordi di esternalizzazione e le misure di sicurezza cibernetica delle banche, conducendo altresì indagini e ispezioni mirate per la successiva verifica dell’attuazione delle eventuali carenze riscontrate.

Principali attività nell’ambito del programma di lavoro sulle priorità di vigilanza
  • Raccolta di dati e analisi orizzontale sui registri delle attività di esternalizzazione al fine di individuare le interconnessioni tra enti significativi e fornitori terzi e le potenziali concentrazioni rispetto a determinati fornitori.
  • Indagini mirate su accordi di esternalizzazione, misure di sicurezza cibernetica e controlli sul rischio informatico.
  • Ispezioni mirate in materia di gestione dell’esternalizzazione e della sicurezza cibernetica.

Vulnerabilità individuata come priorità: Carenze nel funzionamento e nelle capacità di indirizzo degli organi di amministrazione

Obiettivo strategico: le banche dovrebbero affrontare con efficacia le carenze rilevanti relative al funzionamento, alla capacità di supervisione e alla composizione dei propri organi di amministrazione, elaborando e attuando tempestivamente solidi piani correttivi conformi alle aspettative di vigilanza.

Meccanismi di governance interna solidi e linee di indirizzo strategico efficaci rivestono un ruolo centrale per assicurare la sostenibilità dei modelli imprenditoriali delle banche, in tempi sia di crisi sia di normalità, e per riuscire ad adeguarsi alle tendenze in atto, quali la digitalizzazione e la transizione ecologica. L’idoneità complessiva, anche in relazione a conoscenze, competenze ed esperienze adeguate, unitamente alla diversità degli organi di amministrazione delle banche, rafforza il loro ruolo di presidio sui rischi ed è fondamentale per il loro funzionamento efficace.

Le banche hanno compiuto progressi nell’adeguamento delle proprie politiche in materia di diversità, anche a seguito degli interventi di vigilanza assunti agli inizi del 2022 nei confronti delle banche prive di tali politiche o di obiettivi interni in materia di diversità di genere a livello dell’organo di amministrazione. Alcuni ambiti richiedono ancora attenzione, come il rispetto in seno agli organi di amministrazione degli obiettivi di rappresentanza di genere interni o nazionali oppure l’insufficiente grado di diversità delle competenze negli organi di amministrazione, anche in relazione, a titolo esemplificativo, all’esperienza in materia di rischio informatico/cibernetico. Restano inoltre connotati da debolezze il processo di pianificazione degli avvicendamenti e la capacità di supervisione e di confronto dialettico esercitata dagli organi di amministrazione rispetto alle funzioni di gestione, anche all’interno dei relativi comitati. Ciò potrebbe anche essere collegato alle persistenti debolezze che caratterizzano l’ambito dell’indipendenza formale degli organi di amministrazione di alcuni enti.

La Vigilanza bancaria della BCE continuerà a impegnarsi per conseguire progressi in questi ambiti mediante indagini mirate, ispezioni in loco nonché verifiche mirate e riesami dei requisiti di idoneità basati sul rischio. Infine, saranno aggiornate e pubblicate le aspettative di vigilanza in materia di governance e gestione dei rischi.

Principali attività nell’ambito del programma di lavoro sulle priorità di vigilanza
  • Indagini mirate sull’efficacia degli organi di amministrazione delle banche e ispezioni mirate.
  • Aggiornamento e pubblicazione delle aspettative di vigilanza in materia di meccanismi di governance e alla gestione dei rischi delle banche[5].

Vulnerabilità individuata come priorità: Carenze nell’aggregazione e nella segnalazione dei dati di rischio

Obiettivo strategico: le banche dovrebbero affrontare con efficacia le carenze di lunga durata e disporre di sistemi adeguati ed efficienti per l’aggregazione e la segnalazione dei dati di rischio, al fine di favorire l’efficienza degli indirizzi impressi dagli organi di amministrazione e rispondere alle aspettative delle autorità di vigilanza, anche in periodi di crisi.

L’accesso a dati e reportistica in tempi rapidi e modo accurato costituisce il presupposto di efficaci linee di indirizzo strategico, efficace gestione dei rischi e solido processo decisionale, in periodi sia di normalità sia di stress. Pertanto, la Vigilanza bancaria della BCE ha prestato particolare attenzione alla qualità dei dati, alle capacità di aggregazione dei dati di rischio e alle prassi di segnalazione di tali dati presso gli enti vigilati. Carenze rilevanti in questi ambiti sono state ripetutamente individuate negli esercizi SREP annuali, considerati i progressi lenti e insufficienti registrati dalle banche nel colmare le lacune rispetto a quanto indicato dalle aspettative di vigilanza e dai principi per un’efficace aggregazione e reportistica dei dati di rischio del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Le principali vulnerabilità riguardano la debole capacità di supervisione degli organi di amministrazione, ambienti informatici frammentati e non armonizzati, scarsa capacità di aggregazione dei dati a livello di gruppo e limitatezza della portata e degli obiettivi dei piani correttivi delle banche.

Di conseguenza, la Vigilanza bancaria della BCE rafforzerà il proprio impegno per assicurare che gli enti vigilati compiano progressi considerevoli nel porre rimedio alle carenze strutturali individuate.

Principali attività nell’ambito del programma di lavoro sulle priorità di vigilanza
  • Affinamento e comunicazione alle banche delle aspettative di vigilanza relative all’attuazione dei principi di aggregazione e segnalazione dei dati di rischio.
  • Obiettivi di impegno e analisi orizzontale tra i GVC e/o ispezioni presso le banche con carenze persistenti.
  • Campagna ispettiva sull’aggregazione e sulla segnalazione dei dati di rischio (prosecuzione delle attività del 2022).

2.2.3 Priorità 3: Intensificare gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico

La necessità di affrontare le sfide e cogliere le opportunità della transizione e dell’adeguamento climatici sta assumendo per le banche carattere di urgenza. Il cambiamento climatico non può più essere considerato soltanto come un rischio di lungo termine o emergente; il suo impatto è già visibile e ci si attende una sua crescita notevole negli anni a venire[6].

Vulnerabilità individuata come priorità: Esposizioni rilevanti alle determinanti del rischio fisico e di transizione

Obiettivo strategico: le banche dovrebbero integrare in modo adeguato i rischi climatici e ambientali nella strategia aziendale e nei sistemi di governance e di gestione dei rischi, al fine di mitigarli e renderli noti, conformando le proprie prassi ai requisiti regolamentari vigenti e alle aspettative di vigilanza.

I rischi associati al cambiamento climatico stanno registrando un’accelerazione e si stanno già concretizzando. L’intensificarsi degli eventi metereologici estremi che hanno colpito l’Europa[7] ha messo in luce la crescente probabilità e la maggiore gravità delle perdite generate dal rischio fisico. Al tempo stesso, le turbative sui mercati dell’energia causate dal conflitto russo-ucraino hanno sottolineato ulteriormente la necessità per l’Europa di mantenere lo slancio della transizione verso fonti energetiche rinnovabili. In tale contesto, il piano REPowerEU[8] annunciato a maggio 2022 è volto a ridurre la dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili della Russia già nel breve periodo e ad accelerare la transizione energetica.

I risultati della prova di stress sui rischi climatici condotta dalla BCE nel 2022[9] e dell’indagine tematica[10] hanno dimostrato che le banche stanno compiendo progressi nell’integrazione dei rischi climatici e ambientali nell’operatività aziendale, nei sistemi di gestione dei rischi e nelle prassi in materia di informativa. Tuttavia, la capacità delle banche di generare reddito dipende in larga misura da settori a elevata intensità di emissioni e permangono notevoli lacune rispetto alla conformità con le aspettative di vigilanza della BCE[11]. Tali lacune riguardano, tra l’altro, la mancanza di valutazioni robuste della rilevanza delle esposizioni delle banche ai rischi climatici e ambientali, il mancato sviluppo di adeguati approcci per la governance dei dati e la quantificazione dei rischi, l’assenza di indicatori, limiti e soglie di performance e propensione al rischio, nonché di solidi quadri di riferimento per le prove di stress sui rischi climatici. Alla luce di ciò, saranno effettuate successive verifiche dello stato di superamento delle carenze individuate nel corso di questi esercizi, si monitoreranno i progressi, intervenendo, ove necessario, con misure amministrative. A tale scopo, sono stati fissati tempi di attuazione specifici per ciascun ente per conseguire la piena conformità alle aspettative entro la fine del 2024.

Inoltre, saranno effettuati approfondimenti mirati e ispezioni in loco per valutare la conformità delle banche agli obblighi di segnalazione e informativa di terzo pilastro previsti dalle nuove norme tecniche di attuazione (implementing technical standard, ITS) e alle aspettative di vigilanza e sarà predisposta l’analisi delle capacità delle banche nella pianificazione della transizione.

Principali attività nell’ambito del programma di lavoro sulle priorità di vigilanza
  • Approfondimenti mirati per verificare lo stato di attuazione dei rimedi alle carenze individuate nell’ambito della prova di stress sui rischi climatici del 2022 e dell’indagine tematica.
  • Esame della conformità delle banche ai nuovi obblighi di segnalazione e informativa di terzo pilastro di cui alle ITS in materia di rischio climatico, nonché analisi comparata delle prassi delle banche rispetto alle aspettative di vigilanza.
  • Approfondimenti sul rischio reputazionale e di contenzioso associato alle strategie e ai profili di rischio climatici e ambientali per alcune banche.
  • Lavori preparatori per l’esame delle capacità di pianificazione della transizione e del grado di preparazione delle banche ai mandati ambientali, sociali e di governance attesi con la sesta direttiva sui requisiti patrimoniali (Capital Requirements Directive, CRD VI).
  • Ispezioni mirate su aspetti climatici, su base individuale o nell’ambito delle analisi sui singoli rischi (ad esempio rischio di credito, governance, modello imprenditoriale).

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Per la terminologia tecnica, è disponibile sul sito della BCE dedicato alla vigilanza bancaria un glossario in lingua inglese.

HTML ISBN 978-92-899-5439-6, ISSN 2599-848X, doi:10.2866/797305, QB-BZ-22-001-IT-Q


  1. Lettera alle banche su Identificazione e misurazione del rischio di credito nell’ambito della pandemia di coronavirus (COVID-19), Vigilanza bancaria della BCE, dicembre 2020.

  2. L’indagine mirata è una tipologia di progetto/verifica orizzontale che abbraccia un insieme ampio ma mirato di enti vigilati (un campione più ristretto rispetto a un’indagine tematica).

  3. Cfr., ad esempio, Progress report on the IRB roadmap, ABE, luglio 2019.

  4. Cfr. le principali attività di vigilanza pianificate in merito alla vulnerabilità individuata come priorità lo scorso anno: “Carenze nelle strategie di trasformazione digitale delle banche” in “Vigilanza bancaria della BCE: priorità di vigilanza per il 2022-2024”, Vigilanza bancaria della BCE, dicembre 2021.

  5. Cfr. la Nota dell’MVU sulla governance e sulla propensione al rischio, BCE, giugno 2016.

  6. Oltre l’80% delle banche riconosce di essere esposto in maniera rilevante ai rischi climatici, con oltre il 70% che prospetta tali rischi sull’orizzonte temporale dell’attuale pianificazione aziendale da tre a cinque anni. Cfr. Walking the talk — Banks adapting up to manage risks from climate change and environmental waste, Vigilanza bancaria della BCE, novembre 2022.

  7. Economic losses from weather and climate-related extremes in Europe reached around half a trillion euros over past 40 years”, Agenzia europea dell’ambiente, 3 febbraio 2022.

  8. Piano REPowerEU, Commissione europea, maggio 2022.

  9. 2022 climate risk stress test", Vigilanza bancaria della BCE, luglio 2022.

  10. Ibid.

  11. Come stabilito nella Guida sui rischi climatici e ambientali, BCE, novembre 2020.

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