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Prefazione di Christine Lagarde, Presidente della BCE

Le informazioni utilizzate ai fini della prefazione della Presidente della BCE e dell’intervista al Presidente del Consiglio di vigilanza sono aggiornate al 28 febbraio 2023.

Il 2022 è stato un anno ricco di sfide per i cittadini dell’area dell’euro. L’economia era ben avviata sulla strada della ripresa dalla pandemia, ma ha risentito dell’ingiustificata invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Se da un lato l’impatto immediato della guerra sulle banche è stato limitato, giacché in poche avevano esposizioni significative verso le regioni colpite, dall’altro le banche si sono trovate a operare in un contesto caratterizzato da profonda incertezza economica e da livelli di inflazione eccezionalmente elevati.

La crisi energetica provocata dal conflitto, insieme agli impedimenti lungo la catena di approvvigionamento e alla compressione della domanda derivanti dalla pandemia, ha generato forti pressioni inflazionistiche. In un contesto tale è compito dei responsabili della politica monetaria garantire che l’inflazione non si cristallizzi e rientri tempestivamente nelle soglie previste. La BCE ha agito di conseguenza e ha avviato un processo di normalizzazione della politica monetaria, ponendo fine agli acquisti netti di attività e successivamente innalzando i tassi di interesse.

Nel 2022 l’aumento dei tassi di interesse ha influito sulla performance delle banche vigilate. La redditività, che rappresenta la prima linea di difesa delle banche contro gli shock, è stata sostenuta dal margine di interesse, in aumento per la prima volta dopo diversi anni. Tale fattore, insieme al continuo miglioramento della qualità degli attivi e alla discesa dell’ammontare dei crediti deteriorati al livello più basso mai registrato dal 2015, anno in cui è stata avviata la raccolta dei dati dell’unione bancaria, assicura che i nostri impulsi di politica monetaria siano trasmessi in maniera ordinata dalle banche all’economia dell’area dell’euro.

Nondimeno, in un contesto di inasprimento delle condizioni di finanziamento, le banche devono continuare a far fronte ai timori riguardanti la governance e i sistemi interni di controllo dei rischi. La vigilanza europea manterrà pertanto un occhio vigile sull’incremento dei rischi.

Nel contempo, e già prima del 2022, le banche hanno dovuto adeguare i propri modelli imprenditoriali alle sfide strutturali poste dalla digitalizzazione e dai cambiamenti climatici, esacerbate dall’ingiustificata guerra mossa dalla Russia all’Ucraina. Il conflitto ha ulteriormente acuito il rischio di attacchi cibernetici e, con l’affrancarsi dell’Europa dalla dipendenza dal petrolio e dal gas russi, i rischi di transizione stanno accelerando. Questi ultimi, così come i crescenti rischi fisici, rendono necessario un approccio proattivo e olistico da parte delle banche per rafforzare la capacità di tenuta agli shock connessi al cambiamento climatico e alla transizione.

La BCE ha già compiuto numerosi passi importanti al fine di assicurare che le banche siano all’altezza della sfida. Non abbandoneremo i nostri sforzi e seguiteremo a fare la nostra parte per garantire che i cittadini europei possano continuare a fare affidamento su un settore bancario solido.

Intervista introduttiva ad Andrea Enria, Presidente del Consiglio di vigilanza

Le informazioni utilizzate ai fini della prefazione della Presidente della BCE e dell’intervista al Presidente del Consiglio di vigilanza sono aggiornate al 28 febbraio 2023.

Nel 2022 sono successe molte cose. Che anno è stato per la vigilanza bancaria della BCE?

In un certo senso, il 2022 è stato un anno in cui siamo passati da una crisi all’altra. Quando è cominciato, vi erano tutti i segnali di una ripresa stabile da una pandemia che aveva stravolto la nostra vita e le nostre economie. Ricordo perfettamente che, per la prima volta dopo lungo tempo, le banche e gli analisti guardavano all’immediato futuro con un certo ottimismo: proprio allora ha avuto luogo l’ingiustificata invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Innanzitutto, la guerra russa ha sottoposto il popolo ucraino a sofferenze indicibili. Ha inoltre provocato turbolenze economiche e finanziarie in Europa e nel mondo intero, trasformandosi progressivamente in un vero e proprio shock macroeconomico.

Abbiamo dovuto reagire rapidamente ed essere agili nella nostra azione di vigilanza per far fronte ai rapidi mutamenti del contesto economico e alle conseguenti sfide per il settore bancario. Un numero limitato di banche ha risentito della guerra e delle sanzioni in modo diretto, a causa di esposizioni o interconnessioni con la Russia. Ma tutti gli enti erano ugualmente suscettibili di risentire dell’impatto negativo dello shock energetico e delle materie prime, nonché del contesto di inflazione persistentemente elevata, cui si è affiancata la serrata normalizzazione della politica monetaria.

Per altri versi, tuttavia, è stato un anno di crescita per la vigilanza bancaria della BCE. Il nostro personale è tornato a lavorare in ufficio con maggiore regolarità ed è stato davvero piacevole vedere la nostra sede animarsi nuovamente di colleghi in attività. Sono stato lieto di presiedere un maggior numero di riunioni del Consiglio di vigilanza svoltesi in presenza e molto soddisfatto di aver potuto visitare personalmente diverse autorità nazionali competenti.

Abbiamo inoltre compiuto notevoli progressi verso una maggiore integrazione tra la BCE e le autorità nazionali competenti che partecipano al Meccanismo di vigilanza unico (MVU). Stiamo ulteriormente promuovendo una cultura comune all’interno dell’MVU e percorsi professionali integrati, creando opportunità perché le autorità competenti lavorino a più stretto contatto durante tutto il ciclo di vigilanza, puntando a un maggior coordinamento dei processi di pianificazione e bilancio, sviluppando ulteriormente gli strumenti di collaborazione resi disponibili dall’MVU e introducendo tecnologie condivise per la vigilanza e la formazione.

Quali sono stati gli impatti sulle banche a seguito della guerra russa in Ucraina?

È opportuno distinguere le banche con interconnessioni dirette con la Russia da tutte le altre banche.

Un numero limitato di enti è stato direttamente interessato dagli eventi geopolitici, principalmente per effetto del sistema di sanzioni. Sberbank Europe AG, un gruppo bancario di proprietà russa avente sede in Austria, ha risentito, insieme alle sue filiazioni in Croazia e Slovenia, di conseguenze sul piano reputazionale, registrando significativi deflussi di depositi. La banca è stata infine dichiarata in dissesto o a rischio di dissesto ed è uscita dal mercato. Un altro esempio è stato rappresentato da RCB Bank LTD, una banca cipriota partecipata per un’importante quota dall’intermediario VTB, con sede in Russia. A seguito delle sanzioni e del mutato contesto geopolitico, l’ente ha optato per una liquidazione volontaria dell’attività bancaria, che ha infine condotto alla revoca dell’autorizzazione all’esercizio di tale attività.

I gruppi bancari dell'area dell'euro con una presenza diretta in Russia sono anche suscettibili di incorrere in perdite nel caso in cui desiderino l’uscita da quel mercato e la portino a compimento. Per alcuni questo rischio si è già concretizzato, ma con impatti contenuti e gestibili.

Nel complesso, finora, il settore bancario ha dato prova di una grande capacità di tenuta allo shock macroeconomico indotto dalla guerra, persino più di quanto da noi stessi atteso sulla base dell’analisi di vulnerabilità pubblicata a maggio 2022. Alla fine del terzo trimestre del 2022 il coefficiente aggregato di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, CET1) si attestava al 14,7 per cento, appena al di sotto del livello osservato alla fine del 2019. La qualità degli attivi ha continuato a migliorare: alla fine di settembre 2022 il volume delle esposizioni deteriorate detenute dagli enti significativi è sceso a 349 miliardi di euro, segnando il livello più basso mai registrato dalla prima pubblicazione dei dati di vigilanza sulle banche significative nel 2015. Anche la redditività è stata la più elevata in termini storici: nel terzo trimestre del 2022 il rendimento medio del capitale delle banche ha raggiunto il 7,6 per cento.

Sulla scorta di questi risultati positivi, per il 2023 le banche hanno previsto di distribuire dividendi in linea con quanto già fatto nel 2022 quando, con la revoca delle restrizioni legate alla pandemia, sono ripresi la distribuzione di dividendi e il riacquisto di azioni proprie. Non abbiamo sollevato obiezioni rispetto ad alcun piano formulato da singole banche, intrattenendo tuttavia un dialogo di vigilanza bilaterale con tutti gli enti nell’ambito della nostra ordinaria valutazione delle loro evoluzioni patrimoniali.

Verso la fine del 2022 le prospettive macroeconomiche hanno ricominciato a migliorare. Ma ciò non significa che lo shock macroeconomico sia terminato. Se le spinte inflazionistiche dovessero persistere, il necessario processo di serrata normalizzazione della politica monetaria potrebbe a sua volta incidere sui portafogli e sulle linee di business di specifiche banche, comportando molteplici sfide e generando potenzialmente vincitori e vinti.

A proposito di sfide, quali sono a suo avviso le principali difficoltà che le banche europee si trovano ad affrontare?

La prima serie di sfide è di tipo congiunturale.

In assenza di una soluzione alla crisi energetica, il rischio di credito potrebbe aumentare in quei portafogli di prestiti alle imprese la cui attività economica è maggiormente dipendente dall’energia. Più in generale, il rallentamento segnato dalla nostra economia verso la fine dello scorso anno è stato accompagnato da una recrudescenza dei fallimenti delle imprese e ciò impone un atteggiamento più vigile riguardo alla qualità degli attivi.

La serrata normalizzazione della politica monetaria e, in particolare, i crescenti tassi di interesse sono stati una determinante significativa della ripresa della redditività. Ciò, tuttavia, potrebbe anche determinare un deterioramento della qualità degli attivi, con debitori in difficoltà nel rimborsare i finanziamenti, in categorie di portafogli di prestiti particolarmente sensibili ai tassi di interesse.

Il cambiamento nel contesto dei tassi di interesse, inoltre, potrebbe causare aggiustamenti disordinati in alcuni segmenti del mercato finanziario e tra gli intermediari finanziari non bancari, accrescendo il rischio di controparte per le banche che hanno concentrato le proprie esposizioni nei confronti di questi specifici mercati e operatori.

Andando oltre la fase congiunturale, la normalizzazione dei tassi di interesse e la stretta quantitativa potrebbero costringere alcune banche a rivedere le rispettive strategie di provvista nel medio periodo e a porre maggiore attenzione ai rischi di liquidità e finanziamento.

Il processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) condotto nel 2022 ha gettato nuova luce su un insieme di criticità persistenti. Le carenze nel controllo dei rischi continuano a incidere sui punteggi relativi al rischio di credito e una serie di rilievi ha riguardato l’efficacia degli organi sociali e delle funzioni di gestione dei rischi, conformità e revisione interna. Le nostre preoccupazioni per il controllo dei rischi e la governance delle banche sono esacerbate dall’incertezza che caratterizza il contesto esterno, in quanto gli indicatori retrospettivi dei livelli di rischio potrebbero fornire un quadro inesatto nella formulazione di previsioni concernenti le tendenze e i rischi futuri.

Anche la trasformazione digitale e i rischi legati al clima e all’ambiente rappresentano, per le nostre banche, importanti sfide di medio termine sulle quali è necessario concentrare immediatamente l’attenzione.

Ha menzionato la normalizzazione della politica monetaria. Come si collocano le banche europee nel mutevole contesto dei tassi di interesse?

Generalmente il rialzo dei tassi di interesse è una buona notizia per le banche perché significa che esse possono trarre maggiore profitto dai margini di interesse, cioè la differenza tra il tasso di interesse che applicano ai prestiti e quello che corrispondono sui depositi. La normalizzazione dei tassi di interesse e lo stimolo che questo cambiamento, da tempo atteso, ha fornito ai margini di interesse sono alla base dei risultati positivi conseguiti dalle banche nel 2022. Per la prima volta in diversi anni il margine di profitto netto è aumentato non soltanto a causa dell’espansione dei volumi di prestito, ma anche per via dell’ampliamento dei margini netti di interesse.

Tanto le banche quanto gli analisti si attendono prospettive di redditività similmente positive quest’anno. Secondo i nostri dati, se la situazione macroeconomica si evolverà come al momento previsto, è probabile che ulteriori ordinati aumenti dei tassi di interesse sosterranno gli utili medi del settore.

Tuttavia, scostandoci dallo scenario di base e considerando andamenti più negativi, le cose potrebbero andare diversamente. Per specifici portafogli e linee di business, i costi associati al deterioramento della qualità degli attivi potrebbero superare i benefici in termini di reddito apportati dall’aumento dei tassi di interesse, soprattutto se la crescita economica dovesse rallentare. I debitori potrebbero avere difficoltà a ripagare le somme dovute nell’ambito di portafogli tradizionalmente molto sensibili al costo del credito. Il credito al consumo, il credito immobiliare e le attività caratterizzate da un elevato grado di leva finanziaria (leveraged finance) sono rilevanti esempi di ambiti sui quali le autorità di vigilanza concentrano la propria attenzione.

Come ho accennato, i mercati finanziari potrebbero divenire turbolenti durante il processo di adeguamento dei tassi di interesse. Il prolungato periodo di bassi tassi di interesse ha favorito un aumento senza precedenti dei livelli di debito, e alcuni soggetti poco o per nulla regolamentati hanno assunto posizioni con un elevato livello di leva finanziaria, spesso molto concentrate, che potrebbero rapidamente sgretolarsi se le prospettive economiche o il contesto dei tassi di interesse variassero in modo inatteso. Il fallimento di Archegos nel 2021 e le turbolenze legate agli investimenti determinati dalle passività nel Regno Unito nel 2022 dimostrano come, in assenza di interventi regolamentari, questi episodi possano facilmente propagarsi al settore bancario.

La progressività nell’aumento dei tassi di interesse e nella stretta quantitativa impone alle banche di porre maggiore attenzione ai rischi di liquidità e di provvista. Se le banche non adatteranno rapidamente le loro capacità di gestione dei rischi e di indirizzo strategico, un più difficoltoso contesto di provvista potrebbe mettere in discussione strategie di gestione di attivi e passivi troppo semplicistiche e chiaramente obsolete, come le pratiche di carry trade adottate da alcuni enti per sfruttare il sostegno straordinario offerto dalla politica monetaria. C’è il rischio che le banche possano essere colte di sorpresa.

Il controllo dei rischi e la governance interna delle banche sono state due aree su cui si è focalizzata l’attività nel 2022. In quale misura si aspetta di osservare ulteriori miglioramenti da parte degli enti in questo ambito?

In tutta onestà, parliamo di un ambito in cui non si sono osservati progressi sufficienti.

Innanzitutto nel 2022 si sono continuate a riscontrare carenze nell’aggregazione e nella segnalazione dei dati per via della scarsa efficacia della governance dei dati e delle procedure di gestione della qualità dei dati stessi, della frammentazione delle infrastrutture informatiche e della ridotta portata e lungimiranza degli interventi attuati dalle banche per porvi rimedio. Ciò rende difficoltoso, per gli organi sociali, accedere alle informazioni necessarie a gestire i rischi o a orientare la strategia all’interno dell’organizzazione.

In secondo luogo, diversi enti devono ancora migliorare ulteriormente le loro funzioni di controllo interno, soprattutto per far fronte alla carenza di personale, alla bassa considerazione accordata a tali funzioni e a lacune nei processi, ad esempio in relazione ai programmi di verifica della conformità e alla definizione della propensione al rischio delle banche. Le indagini mirate da noi condotte nel 2022 hanno riguardato le prassi di gestione del rischio adottate dalle banche in relazione ad aree collegate alla crisi pandemica e alla normalizzazione dei tassi di interesse, in particolare i prestiti nel settore degli immobili commerciali e residenziali, i rischi di tasso di interesse e di differenziale creditizio sul portafoglio bancario e il rischio di controparte.

Per agevolare progressi concreti dove è più necessario, siamo determinati a sfruttare appieno tutti gli strumenti e i poteri di vigilanza a noi attribuiti dalla legislazione europea e degli Stati nazionali. Nei casi in cui le misure qualitative non siano state in grado di garantire che le banche rimediassero in maniera tempestiva alle carenze identificate, potremmo imporre requisiti patrimoniali mirati di secondo pilastro, misure di enforcement o sanzioni per assicurare che siano compiuti i dovuti passi in avanti. Per rendere ancora più efficace l’azione di vigilanza, laddove i progressi delle banche siano troppo lenti e i relativi risultati costantemente insoddisfacenti, la BCE valuterà nuovamente la maniera in cui incrementare l’intensità delle misure di vigilanza da applicare in un arco temporale chiaramente definito.

Alcuni sostengono che la vigilanza bancaria europea sia troppo invasiva, troppo onerosa, e imponga requisiti più rigorosi che danneggiano la competitività delle banche dell’UE. Come risponde?

In primo luogo non è affatto vero che i requisiti patrimoniali regolamentari e di vigilanza applicati nei paesi dell’UE siano più stringenti di quelli adottati in altre giurisdizioni come gli Stati Uniti o il Regno Unito. Ci incontriamo di frequente con i nostri colleghi delle autorità statunitensi e britanniche e ci confrontiamo sui requisiti che imponiamo alle nostre banche, e devo dire che ci troviamo grosso modo d’accordo con i nostri omologhi. Semmai, i requisiti patrimoniali per le maggiori banche europee di rilevanza sistemica ‒ che sono quelle realmente competitive nei mercati internazionali ‒ sono lievemente meno rigorosi.

Ciò detto, siamo sempre pronti ad accogliere le critiche. Al momento stiamo infatti apportando ai nostri processi di vigilanza delle modifiche che dovrebbero agevolare la gestione di alcune delle preoccupazioni del settore.

Stiamo introducendo un quadro di riferimento per la tolleranza al rischio che consentirà alle autorità di vigilanza di intensificare gli sforzi nelle aree in cui è più necessario, facilitando la trasformazione delle priorità strategiche a livello di MVU in una pianificazione di attività di vigilanza per ogni singola banca. Tale quadro di riferimento non comporterà una riduzione degli standard di vigilanza o dell’intensità delle azioni rivolte a una determinata banca. Al contrario, accrescerà la focalizzazione su un approccio di vigilanza basato sul rischio. Ciò vuol dire anche che le banche dovranno attendersi una vigilanza meno basata sul soddisfacimento di requisiti standard, e potenzialmente un minor numero di richieste e una riduzione degli oneri di segnalazione, dal momento che a ciascuna di esse non sarà applicato l’intero manuale di vigilanza, ma priorità specifiche a seconda dell’ente. Si tratta di un importante passo che volge verso processi di vigilanza più agili, flessibili, proporzionali e basati sul rischio.

Con il nuovo SREP ad approccio pluriennale la nostra vigilanza diverrà anche meno onerosa, perché ripartiremo su più anni le interazioni di vigilanza intrattenute con le banche sui diversi ambiti di rischio, anziché cercare di concentrare le attività in ciascun anno. Tale approccio faciliterà anche una maggiore attenzione ai rischi, consentendo di dare priorità alle aree più rilevanti in un dato anno. Siamo inoltre in attesa dei risultati della valutazione condotta sul nostro processo SREP da parte di un gruppo di esperti indipendenti, e considereremo la possibilità di incrementare la trasparenza sulle metodologie da noi impiegate. Tutte queste iniziative sono volte ad allineare il più possibile i nostri processi di vigilanza ai rischi cui le banche vigilate potrebbero essere esposte in futuro.

1 La vigilanza bancaria nel 2022

1.1 Banche sottoposte alla vigilanza bancaria europea nel 2022: performance e principali rischi

1.1.1 Capacità di tenuta degli enti sottoposti alla vigilanza bancaria europea

Nonostante le turbative causate dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, i coefficienti patrimoniali restano solidi ai livelli antecedenti la pandemia

Gli enti significativi (significant institutions, SI) hanno iniziato il 2022 fermamente orientati su un percorso di ripresa dalla pandemia di coronavirus (COVID‑19) e con solide posizioni patrimoniali. L’impatto iniziale della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina è stato contenuto e ha interessato solo un numero molto limitato di banche con esposizioni dirette verso le aree coinvolte nella guerra. Tuttavia, gli eventi sono presto sfociati in una crisi energetica e in uno shock macroeconomico di portata più ampia, caratterizzato da persistenti pressioni inflazionistiche e dalla rapida normalizzazione della politica monetaria. Malgrado un calo nel primo semestre del 2022, il settore bancario dell’area dell’euro ha mostrato una buona capacità di tenuta, con il coefficiente aggregato di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, CET1) che si attestava ancora al 14,7 per cento alla fine del terzo trimestre del 2022 (cfr. il grafico 1), appena al di sotto del livello osservato alla fine del 2019. Considerati i livelli di redditività senza precedenti registrati dal settore bancario nel 2022, la riduzione del coefficiente CET1 su base aggregata è stata determinata principalmente dalla crescita degli attivi.

Gli enti meno significativi (less significant institutions, LSI) hanno assistito a un deterioramento delle proprie posizioni patrimoniali che, pur rimanendo forti, hanno visto il coefficiente medio CET1 diminuire di 54 punti base rispetto all’anno precedente, raggiungendo il 17,0 per cento nel terzo trimestre del 2022, sulla scia della crescita dei prestiti e di una più debole redditività complessiva. I volumi delle esposizioni al rischio sono cresciuti di 112 miliardi di euro, ossia del 4,8 per cento, mentre il CET1 ammissibile è aumentato appena del 1,5 per cento.

Grafico 1

Coefficienti patrimoniali degli enti significativi (definizione transitoria)

(scala di sinistra: miliardi di euro; scala di destra: valori percentuali)

Fonte: statistiche di vigilanza della BCE.
Nota: il campione comprende tutti gli enti significativi al massimo livello di consolidamento nell’ambito dell’MVU (campione variabile).

L’indice di leva finanziaria aggregato per gli enti significativi si è collocato al 5,2 per cento nel terzo trimestre del 2022 (cfr. il grafico 2), tra i livelli più bassi osservati dall’avvio della vigilanza bancaria europea, ma ancora ben al di sopra dei requisiti e delle riserve regolamentari. La flessione (−90 punti base) registrata nei primi tre trimestri del 2022 è stata in gran parte determinata dall’aumento delle esposizioni, che ha rispecchiato la crescita degli attivi nel settore bancario, ma anche, seppur in misura minore, dalla scadenza, alla fine di marzo 2022, dell’esenzione riguardante l’inclusione delle esposizioni verso banche centrali nel calcolo del coefficiente di leva finanziaria. Nel terzo trimestre del 2022 il coefficiente aggregato di leva finanziaria degli enti meno significativi si è collocato all’8,6 per cento, un livello inferiore rispetto al terzo trimestre del 2021.

Grafico 2

Coefficiente di leva finanziaria degli enti significativi

(valori percentuali)

Fonte: statistiche di vigilanza della BCE.
Nota: il campione comprende tutti gli enti significativi al massimo livello di consolidamento nell’ambito dell’MVU (campione variabile).

Riquadro 1
Analisi delle vulnerabilità nella capacità di tenuta delle banche: la guerra in Europa

Valutazione degli effetti di secondo e terzo impatto che la guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina ha avuto sugli enti significativi (significant institutions, SI)

A seguito del brusco cambiamento del contesto geopolitico dovuto alla guerra russa in Ucraina, la BCE ha condotto un’analisi delle vulnerabilità riscontrabili nella capacità di tenuta delle banche con riferimento alla prima metà del 2022. Tale valutazione mirata ha aiutato le autorità di vigilanza a comprendere quale sia la capacità di tenuta complessiva degli enti significativi.

Quest’ultima è stata esaminata, assieme alla solvibilità, in vari scenari avversi, che rispecchiavano l’elevato livello di incertezza all’inizio della guerra. I risultati hanno confermato la tenuta complessiva delle banche sottoposte alla vigilanza bancaria europea, incluso quando sono stati presi in esame gli effetti di secondo e terzo impatto derivanti dalla guerra russa in Ucraina. Il coefficiente aggregato di capitale primario di classe 1 (CET1), in regime di piena attuazione, è stato stimato all’11,6 per cento nello scenario fortemente avverso, con una riduzione del capitale pari a 3,6 punti percentuali, mentre nello scenario avverso tale valore si è attestato al 13,1 per cento, con una riduzione del capitale pari a circa 2,1 punti percentuali.

Grafico A

Grafico a cascata dei risultati aggregati nello scenario avverso e nello scenario fortemente avverso per tipologia di rischio

(punti percentuali del coefficiente CET1, a regime)

Fonte: elaborazioni della BCE.
Note: gli shock riferiti al rischio di mercato e i conseguenti impatti, nonché gli impatti relativi al rischio operativo, erano i medesimi in entrambi gli scenari. Gli impatti legati al reddito netto da provvigioni e commissioni differiscono solo lievemente per via di shock finanziari simili in entrambi gli scenari. Per quanto riguarda il conto economico e il patrimonio, l’impatto deriva da voci di spesa il cui contributo è stato mantenuto costante nell’orizzonte temporale di proiezione.

Questo esercizio interno ha combinato, in base alla necessità, dati di vigilanza già disponibili con dati ricavati dalla prova di stress condotta dall’ Autorità bancaria europea (ABE) a livello di UE nel 2021 e dalle prove di stress condotte nello stesso anno dalla BCE nell’ambito dello SREP. La metodologia utilizzata ha sostanzialmente seguito la nota metodologica per la prova di stress condotta a livello di UE nel 2021 dall’ABE. I modelli top‑down della BCE sono stati utilizzati per valutare i rischi di credito e di mercato delle banche, nonché i rischi per la loro redditività. Alcuni moduli nuovi sono stati usati per esaminare le esposizioni delle banche verso settori vulnerabili, le consistenze in essere di crediti deteriorati (non‑performing loans, NPL), le conseguenze dei rimborsi delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e i possibili effetti di una perdita totale in relazione a esposizioni nei confronti di Bielorussia, Russia e Ucraina (il cosiddetto effetto “walk‑away”).

Grafico B

Banche che in alcune prove di stress scendono sotto il requisito patrimoniale

(percentuali dell’esposizione complessiva al rischio nel rispettivo campione di enti significativi)

Fonte: elaborazioni della BCE.
Note: il pannello di sinistra mostra scenari intermedi; il pannello di destra mostra scenari avversi nell’ambito di alcuni esercizi di stress, ossia l’analisi delle vulnerabilità per il 2022 (comprensiva anche degli effetti “walk‑away”), l’analisi di vulnerabilità riferita al COVID‑19 per il 2020 e la prova di stress a livello di UE condotta dall’ABE nel 2021. I coefficienti CET1 nell’ambito delle disposizioni transitorie sono stati confrontati con il requisito patrimoniale SREP complessivo per singolo ente, con il punto di attivazione in cui si applica l’ammontare massimo distribuibile (Maximum Distributable Amount, MDA) e con gli orientamenti di secondo pilastro, banca per banca.

I tre scenari (base, avverso e fortemente avverso) sono stati elaborati sulla base delle proiezioni macroeconomiche formulate per l’area dell’euro dagli esperti della BCE a marzo 2022 e sono descritti in dettaglio nella Financial Stability Review di maggio 2022.

I risultati dell’analisi di vulnerabilità sono serviti alle autorità incaricate della vigilanza diretta per un confronto con le banche vigilate, in particolare quelle identificate come più vulnerabili nelle condizioni attuali. Fra gli aspetti trattati figurano il grado di severità degli scenari utilizzati nelle prove di stress condotte internamente dalle banche, le metodologie di conduzione degli esercizi, le concentrazioni settoriali, l’adeguatezza degli accantonamenti e le sfide per la redditività poste da un contesto caratterizzato da tassi di interesse in aumento. Questo esercizio top‑down non è ancora in grado di sostituire del tutto le prove di stress di tipo bottom‑up, condotte dalle banche. Tuttavia, essere in grado di quantificare gli impatti dello stress a livello centrale si è rivelato indispensabile affinché le autorità di vigilanza potessero valutare rapidamente i possibili effetti della guerra russa in Ucraina.

Sebbene nel 2022 la qualità degli attivi abbia continuato a migliorare, consentendo di mantenere il costo del rischio sotto controllo, le esposizioni verso i settori vulnerabili continuano a essere oggetto di un attento monitoraggio

La qualità degli attivi ha continuato a migliorare nel corso del 2022. In assenza di segnali circa la significatività della cristallizzazione del rischio di credito e alla luce del considerevole ammontare degli accantonamenti accumulati durante la pandemia, il costo medio del rischio, dopo un lieve incremento all’inizio della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, è tornato a registrare una tendenza al ribasso nel secondo e nel terzo trimestre del 2022, recuperando in generale i livelli antecedenti la pandemia. Inoltre, nella prima metà del 2022 i volumi degli NPL sono diminuiti in quasi tutti i portafogli, con alcuni lievi incrementi nei crediti a favore di consumatori e delle piccole e medie imprese (PMI) nel terzo trimestre. Analogamente, sebbene vi siano stati alcuni aumenti dei crediti deteriorati, cioè di quelli che in termini contabili vengono classificati come rientranti nello stadio di rischio 2, prima della fine del terzo trimestre si è osservata una tendenza stabile, benché l’andamento sia rimasto a un livello superiore rispetto al picco della pandemia. Nonostante questi sviluppi positivi, permangono incertezze nel percorso da seguire, con alcune indicazioni di incremento del rischio, in particolare in relazione a piccoli gruppi di posizioni che in alcuni paesi iniziavano a presentare lievi ritardi di pagamento nel terzo trimestre del 2022. Ciò potrebbe indicare l’accumulo di un maggiore rischio di credito e un potenziale aumento dei volumi dei crediti deteriorati nel breve periodo. A tale proposito, proseguirà il monitoraggio di vigilanza sugli andamenti dei crediti classificati nello stadio di rischio 2, con particolare riferimento alle banche esposte verso settori vulnerabili ai rincari del gas e dell’energia, ma anche per quei portafogli, come la leveraged finance, i prestiti al consumo e i prestiti immobiliari, che risentono della rapida normalizzazione dei tassi di interesse. In questo contesto, lo shock ai prezzi energetici causato dalla guerra della Russia all’Ucraina ha colpito in genere i settori economici coinvolti nella produzione o nella lavorazione di materie prime, i fornitori di energia e i settori a elevata intensità energetica. Per alcuni comparti industriali, lo shock ai prezzi dell’energia potrebbe esacerbare preesistenti turbative lungo le catene di approvvigionamento derivanti dalle restrizioni imposte per via del COVID‑19 in Cina e dalla generale carenza di microchip. Anche gli elevati prezzi dei fattori di produzione hanno pesato sull’edilizia e potrebbero influire ulteriormente sulle attività che consumano grandi quantità di gas, come la produzione di metalli, prodotti chimici, generi alimentari e bevande. La vigilanza proseguirà la valutazione delle misure adottate dalle banche per gestire i portafogli potenzialmente vulnerabili.

Grafico 3

Settori vulnerabili

a) Prestiti a imprese in settori vulnerabili


b) Prestiti classificati nello stadio di rischio 2 a imprese in settori vulnerabili

Fonti: BCE ed elaborazioni della BCE.
Note: prestiti a imprese operanti in settori economici vulnerabili riportati in AnaCredit. Per SNF si intendono le società non finanziarie, come definite nei paragrafi da 2.45 a 2.50 dell’allegato A del Regolamento (UE) n. 549/2013.

In un contesto caratterizzato da tensioni geopolitiche nei mercati dell’energia e delle materie prime, il margine di interesse e i redditi da negoziazione hanno beneficiato dell’aumento dei tassi e della volatilità

Le acute tensioni geopolitiche osservate nel 2022 hanno determinato persistenti pressioni inflazionistiche e volatilità dei prezzi di beni energetici e materie prime. Ciò ha avuto conseguenze su un livello di inflazione già elevato, in un momento in cui le banche centrali stavano avviando il processo di normalizzazione della politica monetaria, e ha contribuito a correggere l’andamento dei mercati azionari. La successiva rapida normalizzazione dei tassi di interesse ha fornito un notevole impulso al margine di interesse delle banche, che è aumentato non solo per effetto dell’espansione dei volumi di prestito, ma anche per l’aumento dei margini di interesse. I redditi da negoziazione, soprattutto per le banche di rilevanza sistemica a livello globale (Global Systemically Important Banks, G‑SIB), hanno generalmente beneficiato di tassi più elevati e di una maggiore volatilità (cfr. i grafici 4 e 5).

Grafico 4

Crescita del margine di interesse

(variazione percentuale su quattro trimestri)

Fonte: BCE.

Grafico 5

Flussi dei redditi da negoziazione e da capitale per alcuni modelli imprenditoriali

(flussi trimestrali in miliardi di euro)

Fonte: BCE.
Note: il campione relativo alla voce “Media” comprende tutti gli enti significativi al massimo livello di consolidamento nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico (campione variabile); le voci “G‑SIB”, “Banche universali e di investimento” e “Altri enti” si riferiscono a sotto‑campioni all’interno dei rispettivi modelli imprenditoriali.

Nel 2022 le posizioni di liquidità e di finanziamento delle banche sono rimaste solide, anche se la normalizzazione della politica monetaria potrebbe riservare delle sfide

Le condizioni di liquidità e finanziamento degli enti significativi hanno continuato a beneficiare delle misure di politica monetaria adottate nel 2020 e nel 2021. Al 30 settembre 2022 l’indice di copertura della liquidità (liquidity coverage ratio, LCR) si attestava al 162 per cento, un livello inferiore a quello osservato alla fine del 2021, ma ben al di sopra dei livelli antecedenti la pandemia e dei requisiti minimi regolamentari (cfr. il grafico 6).

Grafico 6

Andamenti del coefficiente di copertura della liquidità, della riserva di liquidità e dei deflussi di liquidità netti

(scala di sinistra: miliardi di euro; scala di destra: valori percentuali)

Fonte: statistiche di vigilanza della BCE.
Nota: il campione comprende tutti gli enti significativi al massimo livello di consolidamento nell’ambito dell’MVU (campione variabile).

Alla stessa data, l’indicatore strutturale (net stable funding ratio, NSFR) si collocava al 127,1 per cento, sostanzialmente in linea con i valori osservati nel 2021 e su livelli ampiamente superiori a quelli precedenti la pandemia e ai requisiti minimi (cfr. il grafico 7).

Grafico 7

Andamenti dell’NSFR, della provvista stabile disponibile e della provvista stabile obbligatoria

(scala di sinistra: miliardi di euro; scala di destra: valori percentuali)

Fonte: statistiche di vigilanza della BCE.
Nota: il campione comprende tutti gli enti significativi al massimo livello di consolidamento nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico (campione variabile).

Quanto agli enti meno significativi, le rispettive metriche di vigilanza si sono collocate al 188,4 per cento per l’indice di copertura della liquidità (liquidity coverage ratio, LCR) e al 130,2 per cento per l’indicatore strutturale, entrambi su livelli lievemente inferiori rispetto al terzo trimestre del 2021, ma ancora significativamente al di sopra delle soglie regolamentari.

Nell’ultimo trimestre del 2022 la BCE ha continuato ad aumentare i tassi di interesse, ha modificato i termini e le condizioni della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT‑III) e ha definito ulteriori possibili date di rimborso anticipato volontario per le banche a partire dal 23 novembre 2022. La normalizzazione della politica monetaria determinerà un contesto più complesso per il finanziamento bancario e pressioni al ribasso sugli indici di liquidità degli enti.

Il 2022 è stato quindi caratterizzato da una buona tenuta dei coefficienti patrimoniali e di liquidità, da una migliore qualità degli attivi e da un’accresciuta redditività. La vigilanza bancaria della BCE segue con attenzione gli effetti distributivi di questi andamenti attraverso una costante osservazione delle vulnerabilità specifiche delle banche. Nel contempo, la vigilanza continua a prestare attenzione a potenziali incertezze derivanti dalla volatilità dei mercati o da andamenti inattesi del contesto macroeconomico, quali una potenziale fase di rallentamento economico, aumenti più pronunciati dei tassi di interesse o maggiori pressioni inflazionistiche.

Malgrado ulteriori sfide sul fronte della continuità operativa, l’impatto della pandemia in termini di rischio operativo finora ha continuato a essere limitato

Nel corso del 2022 le sfide legate alla pandemia e all’introduzione di nuovi modelli di lavoro ibridi hanno perso rilevanza. Per contro, le incertezze derivanti dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e dalle crescenti tensioni geopolitiche hanno fatto sì che il contesto di attività delle banche vigilate continuasse a presentare difficoltà dal punto di vista della resilienza operativa.

Gli enti con processi critici in paesi direttamente colpiti dal conflitto russo‑ucraino hanno attuato piani di continuità operativa rivelatisi validi nel contesto in rapida evoluzione che ha contraddistinto la fase iniziale del conflitto. Questi enti significativi sono riusciti a proteggere e, ove necessario, a trasferire il personale addetto a mansioni chiave garantendo al tempo stesso la continuità operativa. In alcuni casi, i processi critici sono stati assegnati a gruppi che operavano in altre sedi, anche presso soggetti dell’UE. L’esperienza acquisita durante la pandemia di COVID‑19 ha svolto un ruolo determinante negli sforzi profusi dagli enti per adeguarsi rapidamente al nuovo contesto.

Anche nel 2022 le banche hanno mostrato la stessa tendenza degli anni precedenti verso una trasformazione digitale, che ha comportato una maggiore dipendenza dalle infrastrutture informatiche e dal ricorso a terzi, tra cui piattaforme cloud per l’erogazione di servizi critici. Tale tendenza ha certamente apportato alcuni benefici agli istituti, ma da un punto di vista operativo li ha anche esposti a ulteriori rischi e sfide, come la gestione di attacchi cibernetici sempre più numerosi e sempre più complessi e la potenziale concentrazione su un numero ridotto di terzi fornitori di servizi fondamentali. Per questa ragione, i rischi cibernetici e la dipendenza da soggetti terzi sono rimasti prioritari per la vigilanza bancaria della BCE (cfr. anche la sezione 1.2.3.1 per maggiori informazioni sui rischi emergenti in relazione all’informatica e all’esternalizzazione) e le banche devono continuare ad adoperarsi per garantire di poter far fronte a potenziali interruzioni operative causate da vari tipi di fattori, compresi incidenti cibernetici gravi ma plausibili, che potrebbero comportare rischi per il sistema finanziario nel suo complesso[1].

La pandemia di COVID‑19 e il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina hanno dimostrato ancora una volta quanto sia importante disporre di solidi assetti di governance, di funzioni di controllo interno e di capacità di aggregazione dei dati

Per quanto riguarda le strutture di governance delle banche vigilate, la BCE ha sottolineato la necessità che gli enti vigilati proseguano il percorso di miglioramento dei propri assetti di governance. La pandemia di COVID‑19 e la guerra mossa dalla Russia all’Ucraina hanno dimostrato ancora una volta quanto sia importante disporre di solidi assetti di governance, di funzioni di controllo interno e di capacità di aggregazione dei dati.

Per quanto concerne più specificatamente il conflitto russo‑ucraino, la vigilanza bancaria della BCE ha individuato una serie di ambiti che richiedono particolare attenzione: innanzitutto, la capacità degli organi di amministrazione, nonché dei servizi legali e di conformità, di esercitare una vigilanza forte sull’impatto dei sistemi sanzionatori; in secondo luogo, adeguati processi di approvazione delle operazioni con la clientela, ivi comprese appropriate capacità di aggregazione dei dati relativi ai rischi per identificare le esposizioni critiche; infine, le attività di revisione interna di alcune banche potrebbero necessitare di adeguamenti al fine di identificare tutti i rischi rilevanti dovuti ai cambiamenti dell’attuale contesto esterno.

La pandemia e la guerra hanno inoltre esacerbato debolezze preesistenti in diversi assetti di governance generale e gestione del rischio. In primo luogo, sono state riscontrate persistenti carenze nell’aggregazione e nella segnalazione dei dati per via della scarsa efficacia della gestione dei dati stessi e delle procedure di gestione della loro qualità (ad esempio un’insufficiente indipendenza nella convalida della qualità dei dati), della frammentazione delle infrastrutture informatiche e della ridotta portata e ambizione degli interventi messi a punto dalle banche per porvi rimedio. Si tratta di fattori che possono ostacolare il processo decisionale degli istituti. In secondo luogo, diversi enti dovevano migliorare ulteriormente le proprie funzioni di controllo interno, soprattutto per far fronte alla carenza di personale, all’insufficiente importanza di tali funzioni e alle lacune nei processi (ad esempio in relazione ai programmi di verifica della conformità e alla definizione della propensione al rischio delle banche).

Relativamente agli aspetti non legati a situazioni di crisi, alcune banche hanno continuato a registrare progressi a seguito dell’adozione di misure mirate da parte della vigilanza bancaria della BCE. Fra tali aspetti vi sono l’idoneità complessiva, il numero di consiglieri indipendenti, le strutture dei comitati, le politiche per la diversità e il livello di coinvolgimento degli amministratori non esecutivi. Tuttavia, nella maggior parte degli enti sussistono ancora carenze, specificamente: a) il basso livello di coinvolgimento dell’organo di amministrazione nella sua funzione di supervisione strategica e quindi la sua capacità di mettere in discussione le decisioni strategiche negli ambiti maggiormente interessati dalle attuali crisi; b) carente competenza in ambito bancario e di gestione dei rischi degli amministratori non esecutivi in alcune banche; c) insufficiente promozione della diversità di alcune banche; d) bassa percentuale di membri indipendenti negli organi di amministrazione di alcuni istituti, che pregiudica ulteriormente la capacità dell’organo di amministrazione con funzione di supervisione strategica di contestare in modo costruttivo gli amministratori esecutivi. Un maggiore controllo su tali carenze viene esercitato nell’ambito dell’attività di vigilanza svolta sull’efficacia dell’organo di amministrazione e sulla diversità al suo interno (cfr. la sezione 1.2.2.2).

1.1.2 Performance complessiva degli enti sottoposti alla vigilanza bancaria europea

La ripresa della redditività delle banche nel 2022 è stata trainata dall’aumento degli utili e dal basso costo del rischio, ma le prospettive potrebbero essere meno positive con il deteriorarsi del contesto macroeconomico

La redditività degli enti significativi sottoposti alla vigilanza bancaria europea ha mostrato una forte capacità di tenuta rispetto al deterioramento del contesto economico legato alla guerra russa in Ucraina, alle turbative lungo le catene di approvvigionamento e al rialzo dei prezzi dell’energia. A livello aggregato, il rendimento annualizzato del capitale (return on equity, ROE) delle banche è aumentato raggiungendo il 7,6 per cento nel terzo trimestre del 2022 (cfr. il grafico 8), il livello massimo osservato da diversi anni, benché ancora inferiore al costo del capitale proprio medio. Tale incremento è stato determinato soprattutto da utili elevati, in massima parte riconducibili all’aumento dei tassi di interesse, ma è stato anche sostenuto da un basso costo del rischio, in quanto gli andamenti macroeconomici avversi per il momento non hanno avuto ripercussioni significative sulla qualità degli attivi, e inoltre le banche hanno potuto ancora beneficiare degli accantonamenti registrati durante la pandemia mettendoli a frutto per far fronte alla crisi in atto.

Grafico 8

Scomposizione del ROE aggregato per fonte di reddito e spesa

Aumento della redditività determinato da utili elevati e sostenuto da svalutazioni contenute

(in percentuale del capitale)

Fonte: statistiche di vigilanza della BCE.
Nota: il campione comprende tutti gli enti significativi al massimo livello di consolidamento nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico (campione variabile).

L’incremento dell’utile operativo è stato determinato principalmente dall’aumento del margine di interesse (+9,3 per cento su base annua), che ha beneficiato di un incremento dei margini sostenuto dal rialzo dei tassi di interesse e da un’accentuazione dell’inclinazione della curva dei rendimenti, oltre che dall’aumento dei volumi di prestito. Per contro, il costo totale del finanziamento e in particolare il costo dei depositi delle società non finanziarie sono aumentati considerevolmente nel 2022, sebbene questa tendenza sia stata eterogenea tra le varie banche. Nei primi tre trimestri del 2022 il reddito netto da commissioni e provvigioni era ancora superiore a quello degli anni precedenti, sebbene fossero state registrate modeste flessioni per via delle conseguenze negative del peggioramento del contesto operativo sulle commissioni per l’attività di gestione patrimoniale e investment banking. La forte crescita dei ricavi ha comportato una maggiore efficienza in termini di costi nonostante l’aumento delle spese: a partire dal terzo trimestre del 2022, per ciascun euro di reddito gli enti dovevano spendere 61 centesimi, contro i 64 centesimi dell’anno precedente (cfr. il grafico 9).

Grafico 9

Cost‑to‑income ratio e componenti indicizzate

(valori percentuali)

Fonte: statistiche di vigilanza della BCE.
Nota: il campione comprende tutti gli enti significativi al massimo livello di consolidamento nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico (campione variabile).

Dal lato delle uscite, gli oneri amministrativi e gli ammortamenti sono aumentati del 3 per cento, principalmente a causa dell’aumento delle spese per il personale e di quelle relative ai servizi informatici, con la progressiva ripercussione dell’incremento dell’inflazione sulle strutture di costo degli enti significativi. L’aumento delle spese per il personale è stato relativamente modesto, ma poiché le retribuzioni contrattuali vengono stabilite anticipatamente, l’inflazione potrebbe far sentire i propri ulteriori effetti su questa voce con un certo ritardo. Gli enti significativi hanno comunque mantenuto i loro obiettivi strategici generali di riduzione delle spese e di investimento in servizi informatici, anche nell’attuale contesto in cui le restrizioni rese necessarie dalla pandemia sono state gradualmente revocate.

A fronte del rallentamento della crescita i profitti complessivi delle banche hanno tenuto, beneficiando dell’aumento dei tassi di interesse. Fra i fattori di pressione che hanno interessato la redditività figurano un potenziale aumento delle svalutazioni e la necessità di aggiustamenti nelle valutazioni, maggiori costi operativi, un aumento del costo del finanziamento, pressioni al ribasso sul reddito da commissioni e provvigioni e ricavi da negoziazione non sufficientemente sostenibili. I primi segnali di una maggiore pressione sulla redditività sono emersi in relazione agli enti significativi specializzati nel credito al consumo.

Pertanto, al fine di consolidare e migliorare ulteriormente i risultati positivi conseguiti nel 2022, gli istituti dovrebbero continuare a orientare attivamente i propri modelli imprenditoriali focalizzando le proprie strategie verso il conseguimento di solidi obiettivi di redditività corretti per il rischio. Le autorità di vigilanza hanno continuato a monitorare la sostenibilità dei modelli imprenditoriali delle banche alla luce delle incertezze a breve termine e delle sfide strutturali di lungo periodo.

Sebbene anche la redditività degli enti meno significativi sia migliorata a fronte di minori rettifiche di valore nel 2021, in alcuni paesi nella prima metà del 2022 si è osservata un’inversione di tendenza con proventi di gestione negativi

Apparentemente, la redditività degli enti meno significativi ha mostrato un andamento diverso: dopo tre trimestri del 2022, il rendimento del capitale annualizzato è sceso all’1,3 per cento (−4,3 per cento su base annua). La principale determinante di questo risultato complessivo è stato il sostanziale calo degli altri proventi di gestione netti, che tuttavia è in larga misura riconducibile agli andamenti in Germania. Nell’ambito dei rispettivi regimi contabili e in virtù del rigoroso principio per cui le attività vengono registrate in base al valore più basso tra costo o valore di mercato, le banche tedesche hanno infatti subito ingenti perdite in termini di valutazioni, a seguito dell’aumento dei tassi di interesse e del loro impatto sui portafogli titoli. Nella maggior parte dei paesi gli enti meno significativi sono in realtà riusciti a migliorare il rendimento del capitale rispetto all’anno precedente. L’aumento dei tassi di interesse ha avuto un impatto positivo sulla redditività in linea con la tendenza generale osservata per gli enti significativi: sia il margine di interesse sia il reddito netto da commissioni e provvigioni sono cresciuti rispettivamente del 7,2 e dell’1,5 per cento sul periodo corrispondente. Anche l’attività di negoziazione ha registrato un forte incremento dell’utile netto (+89 per cento rispetto all’anno precedente). Tuttavia, il cost‑to‑income ratio ha continuato ad aumentare, raggiungendo l’85,6 per cento, un livello considerevolmente più elevato rispetto agli enti significativi, riflettendo un notevole deterioramento degli utili di gestione netti. Le spese di amministrazione e gli ammortamenti sono aumentati complessivamente del 3,6 per cento. Allo stesso tempo, spinte dalla crescita dei prestiti alle imprese e al dettaglio, il totale degli attivi è lievemente aumentato (3,2 per cento su base annua), comprimendo ulteriormente il rendimento allo 0,12 per cento dallo 0,54 per cento di un anno fa. Conseguentemente, le prospettive per le principali attività generatrici di reddito sono temporaneamente migliorate, mentre l’aumento delle spese ha rappresentato un rischio per il settore degli enti meno significativi, soprattutto alla luce delle perduranti discrepanze regionali.

Il deterioramento del contesto macroeconomico, legato alle incertezze geopolitiche e al rallentamento delle prospettive di crescita, ha finora contenuto gli sforzi delle banche volti a intensificare ulteriormente le attività di fusione e acquisizione

Dall’inizio della crisi finanziaria mondiale, il numero di banche coinvolte in fusioni e acquisizioni è stato modesto. In linea con gli andamenti a livello mondiale, il valore delle operazioni di fusione e acquisizione, approssimato dal totale degli attivi degli enti oggetto di tali operazioni, è diminuito di circa due terzi tra il decennio pre‑crisi e il periodo successivo al 2008, mentre il calo del numero totale di operazioni era stato meno marcato.

Più recentemente, nel corso del 2020 e del 2021, l’attività di fusione e acquisizione è parsa aver acquisito un certo slancio: le banche sono state impegnate più attivamente in operazioni mirate di consolidamento a livello di linee di business quali leasing, factoring, gestione patrimoniale, servizi di custodia o di deposito titoli. Molte di queste acquisizioni di linee di business presentavano anche elementi transfrontalieri. Per il 2022 il deterioramento del contesto macroeconomico, determinato dalle incertezze geopolitiche e dal rallentamento delle prospettive di crescita, ha finora contenuto gli sforzi delle banche volti a intensificare ulteriormente l’attività di fusione e acquisizione.

Come in passato, le fusioni e le acquisizioni vere e proprie avvengono ancora per lo più a livello nazionale e riguardano soggetti di dimensioni ridotte. Tuttavia, alcune delle operazioni più mirate sono state caratterizzate da una dimensione transfrontaliera e hanno quindi altresì contribuito all’integrazione finanziaria all’interno dell’UE. Un’altra via per perseguire tale integrazione consisterebbe in una revisione, da parte delle banche, delle proprie strutture organizzative transfrontaliere.

Grafico 10

Totale degli attivi delle banche oggetto di fusioni o acquisizioni e numero di operazioni nell’area dell’euro

Fonte: elaborazioni della BCE sulla base di dati Dealogic e Orbis BankFocus.
Note: il campione include le operazioni di fusione e acquisizione che hanno coinvolto enti significativi e meno significativi nell’area dell’euro, escludendo alcune operazioni private e tra banche di piccole dimensioni non segnalate in Dealogic. Le operazioni legate alla risoluzione di banche e le fusioni in condizioni di difficoltà sono state escluse dal campione. Le operazioni sono segnalate in base all’anno in cui sono state annunciate.

1.2 Priorità di vigilanza per il 2022

1.2.1 Le priorità di vigilanza per il 2022: introduzione

Nel 2022, anche se inizialmente focalizzata sulle vulnerabilità generate dalla pandemia e su altri rischi emergenti, la vigilanza bancaria della BCE ha anche ampliato il novero delle sue priorità per includere i rischi derivanti dalla rapida evoluzione del contesto macroeconomico

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha concentrato le proprie attività di vigilanza su tre diverse aree prioritarie per assicurare che, in primo luogo, le banche emergano dalla pandemia in buone condizioni di salute (Priorità 1); in secondo luogo, che colgano l’opportunità per risolvere le carenze strutturali attraverso strategie di digitalizzazione efficaci e una governance rafforzata (Priorità 2); e, in terzo luogo, che affrontino i rischi emergenti, inclusi quelli climatici e ambientali, le esposizioni al rischio di credito di controparte e i rischi collegati all’esternalizzazione dei servizi informatici e cibernetici (Priorità 3). Nel 2022 sono state svolte numerose attività di vigilanza volte ad affrontare tali sfide, che hanno interessato un’ampia gamma di enti adottando un approccio basato sul rischio. La vigilanza bancaria della BCE ha inoltre dimostrato flessibilità adeguando l’ambito, la tempistica e l’intensità delle attività pianificate in modo da affrontare i rischi emergenti legati alla guerra russa in Ucraina, incluse l’elevata inflazione e la conseguente risposta della politica monetaria.

1.2.1.1 Sistemi di gestione del rischio di credito ed esposizioni verso settori vulnerabili, incluso quello immobiliare

Sistemi di gestione del rischio di credito efficaci possono consentire alle banche di individuare in anticipo i debitori e i settori in difficoltà

Come nota positiva, la qualità degli attivi delle banche ha continuato a migliorare attraverso una persistente riduzione dei volumi degli NPL nella prima metà del 2022, con aumenti soltanto minimi nei portafogli di PMI e consumatori fino alla fine del terzo trimestre. Tali tendenze positive della qualità degli attivi sono molto apprezzabili perché continuano a evidenziare i benefici derivanti da interventi concreti attuati dalle banche in seguito a diverse azioni di vigilanza mirate, intraprese al fine di contrastare il rischio di credito negli ultimi anni. Gli andamenti positivi della qualità creditizia, come la continua riduzione degli NPL, hanno contribuito a migliorare marginalmente le valutazioni medie del rischio di credito per le banche nel processo di revisione e valutazione prudenziale (supervisory review and evaluation process, SREP) del 2022. Nonostante i chiari segnali dell’impegno profuso dalle banche nel colmare le carenze individuate nei sistemi di gestione e di controllo del rischio di credito, come dimostra la riduzione del volume delle misure relative a tale rischio nello SREP del 2022, il ritmo dei progressi è ancora lento. Di conseguenza, i punteggi relativi al controllo del rischio di credito sono rimasti bassi nello SREP del 2022.

Nonostante queste tendenze positive, il mutare del contesto per il rischio di credito, caratterizzato dall’inasprimento delle condizioni di finanziamento e dal crescente rischio di recessione in tutta Europa, sta naturalmente frenando i progressi. Ciò ha avuto un impatto sulle famiglie, sulle aziende e sui soggetti sovrani in misura variabile, a seconda di fattori quali i rispettivi livelli di indebitamento o la sensibilità al contesto macrofinanziario. Pertanto, le attività di vigilanza finora condotte e le aspettative di vigilanza comunicate dall’inizio della pandemia, finalizzate a risolvere le carenze strutturali nei sistemi di gestione del rischio di credito delle banche, restano rilevanti nel far fronte a ulteriori altre sfide che potrebbero emergere.

Ciò riguarda principalmente le aree di erogazione e monitoraggio dei prestiti, l’identificazione delle esposizioni oggetto di concessioni (forbearance), la classificazione dei debitori in difficoltà e dei crediti deteriorati e dei relativi sistemi di accantonamento, nonché l’area dei settori vulnerabili. Sebbene la maggior parte degli enti significativi abbia elaborato piani d’azione correttivi concreti per colmare le lacune individuate nella “comunicazione agli AD” inviata agli amministratori delegati[2] a dicembre 2020, molte di queste lacune restano non colmate. L’aspettativa era che tali carenze venissero affrontate attraverso il programma di lavoro sul rischio di credito, nel 2023 e oltre. Inoltre, un’analisi orizzontale dei profili e delle tendenze del rischio di credito condotta nel 2022 ha identificato evidenze coerenti di tali carenze nel settore degli enti meno significativi.

In seguito a una brusca correzione dei prezzi all’inizio della pandemia, le condizioni dei mercati degli immobili commerciali hanno continuato a destare preoccupazione. Tale fenomeno è stato particolarmente evidente nei sottosettori degli immobili commerciali a uso ufficio e vendita al dettaglio in tutta Europa, interessati dai tassi di interesse in aumento e dall’impennata dei costi dell’edilizia. Nonostante i persistenti segnali di sopravvalutazione nell’area dell’euro, i prezzi dell’edilizia residenziale sono aumentati nella prima metà del 2022, ampliando ulteriormente il divario rispetto ai canoni di locazione. Assieme all’aumento del costo della vita e al collegato calo dei salari reali, ciò ha destato timori di un’improvvisa impennata dei crediti deteriorati, in particolare per le banche che hanno registrato esposizioni significative nel campo dei mutui ipotecari a tasso variabile per l’acquisto di abitazioni.

Per far luce sul grado di preparazione delle banche a far fronte al deterioramento del mercato degli immobili commerciali e in linea con la raccomandazione del CERS sulle vulnerabilità nel settore degli immobili non residenziali nello Spazio economico europeo, la vigilanza bancaria della BCE ha condotto un’analisi mirata del settore degli immobili commerciali focalizzata sui sottosettori degli uffici e degli immobili destinati al commercio al dettaglio. Sono stati raccolti dati ad hoc per analizzare il profilo di rischio e la rilevanza di tali sottosettori: in una prima fase di semplice raccolta dei dati sono state incluse nel campione 32 banche, numero che è stato poi ridotto a 15 nella successiva fase qualitativa più approfondita. I principali timori identificati attraverso questo esercizio hanno riguardato l’efficacia dei sistemi di gestione del rischio di credito delle banche. A tale riguardo, per la maggior parte delle banche sono state individuate carenze in termini di valutazione della capacità di rimborso da parte dei debitori al momento dell’erogazione dei prestiti, in particolare nel più difficile contesto di crescenti costi di finanziamento e redditi da locazione stagnanti. È stata inoltre individuata come area di miglioramento la capacità di identificare i rischi emergenti, principalmente perché i sistemi di riferimento di alcune banche non hanno colto con sufficiente anticipo i rischi futuri e, in alcuni casi, hanno fatto eccessivo affidamento su processi manuali. Quanto all’inclusione dei rischi climatici nella gestione del rischio di credito, le banche non disponevano ancora dei dati necessari a effettuare valutazioni soddisfacenti e facevano ampio ricorso ad approssimazioni nella stima dei dati “reali” mancanti. Rilievi dettagliati e richieste di piani di azione correttivi sono stati conseguentemente inviati a tutte le banche incluse in tale esercizio, impegnando costantemente in quest’ambito gruppi di vigilanza congiunti (GVC)[3].

Un esercizio analogo è stato avviato nel secondo trimestre del 2022 per il settore degli immobili residenziali. Esso si è focalizzato sulla valutazione dei rischi potenziali incorporati nelle esposizioni esistenti, sulla risoluzione delle lacune specifiche delle banche nella gestione del rischio correlato alle nuove operazioni di prestito per l’acquisto di immobili residenziali sul territorio nazionale e, in definitiva, sull’identificazione delle carenze nella gestione del rischio di credito e nello sviluppo di piani di azione correttivi. Il settore degli immobili residenziali è considerato una classe di attività rilevante nel bilancio delle banche significative. Il campione di questo esercizio include 29 banche, che rappresentano il 40 per cento circa delle esposizioni degli enti significativi nel settore degli immobili residenziali. I risultati dovrebbero essere pubblicati nel secondo trimestre del 2023 e inclusi nell’esercizio SREP per tale anno.

1.2.1.2 Esposizioni verso leveraged finance

Negli ultimi quattro anni i leveraged loans erogati dagli enti significativi[4] sottoposti alla vigilanza bancaria europea sono aumentati, su base aggregata, dell’80 per cento, in linea con l’incremento della quota di leveraged transactions[5] originate da tali enti. Questa tendenza si è protratta fino alla metà del 2022, fin quando gli enti significativi hanno continuato a sottoscrivere nuovi prestiti sindacati. Gli importi delle esposizioni degli enti significativi nel secondo trimestre del 2022 erano prossimi ai valori record registrati nel quarto trimestre del 2021. Da allora, il mercato primario si è in buona parte interrotto. Sono state registrate considerevoli svalutazioni del portafoglio prestiti detenuto per la vendita da parte dei maggiori operatori sulla scena europea e mondiale.

Grafico 11

Andamenti delle leveraged transactions

Scomposizione dei volumi sottoscritti in base al livello di leva finanziaria

(quota del nozionale totale degli enti significativi)


Esposizione delle banche dell’area dell’euro e quota rispetto al capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, CET), livelli aggregati per le banche vigilate

(scala di sinistra: miliardi di euro; scala di destra: percentuale di capitale CET1)

Fonti: vigilanza bancaria della BCE e BCE. Leveraged Finance Dashboard.
Note: i dati sono limitati a un campione di banche dell’MVU dotate dei più ampi portafogli di leveraged finance. CLO (collateralised loan obligations) indica i prestiti obbligazionari garantiti.

Poiché durante la pandemia sono emerse preoccupazioni anche per la crescente assunzione di rischi nel segmento della leveraged finance, a marzo 2022 la BCE ha deciso di inviare agli enti significativi una “comunicazione agli AD” sulle leveraged transactions. La lettera era volta a chiarire ulteriormente le aspettative della BCE in merito al sistema per la determinazione della propensione al rischio nelle leveraged transactions e, di fatto, a rendere operative le linee guida della BCE sulle leveraged transactions pubblicate nel 2017.

Le risposte alla lettera hanno confermato l’esistenza di considerevoli carenze sia nella complessiva robustezza dei sistemi per la determinazione della propensione al rischio, sia nella gestione del rischio di mercato. I GVC stanno attualmente lavorando in stretta collaborazione con le singole banche per cercare soluzioni efficaci alle carenze individuate e soddisfare le aspettative.

La BCE ha già iniziato a imporre requisiti patrimoniali ad alcune banche per le quali i rischi associati alle attività di prestito leveraged erano percepiti come eccessivamente elevati a causa del livello delle esposizioni a rischio molto elevato, di carenze nelle prassi di gestione del rischio o di entrambi. La BCE continuerà a imporre tutti i necessari requisiti patrimoniali attraverso l’esercizio SREP nel corso del 2023. Tali requisiti riflettono gli insufficienti progressi compiuti dalle banche nel soddisfare le aspettative definite nelle linee guida sopra menzionate e si applicheranno solo finché le carenze individuate non saranno colmate.

1.2.1.3 Rischio di controparte

Con le crescenti incertezze che interessano i mercati, l’economia e gli equilibri geopolitici, la vigilanza bancaria della BCE ha intensificato l’attenzione sulla capacità delle banche di gestire il rischio di controparte

Il contesto di bassi tassi di interesse prolungati nel tempo, rimasto in vigore fino al 2022, ha alimentato strategie di ricerca di rendimenti da parte di molte tipologie di investitori. Di conseguenza, alcune banche hanno accresciuto il volume dei servizi per il mercato dei capitali forniti a controparti più rischiose e meno trasparenti, spesso istituzioni finanziarie non bancarie, anche con una leva finanziaria significativa.

Insieme a un aumento della volatilità in diversi mercati (ad esempio, in quelli dell’energia e dei tassi di interesse) e a una normalizzazione delle condizioni monetarie e finanziarie nel corso del 2022, l’impatto rilevante che i fallimenti di alcune controparti (come hedge fund e family office) avevano avuto, in precedenza, su alcune banche nel 2021 ha richiamato l’attenzione sui rischi derivanti da una governance debole o da prassi di gestione dei rischi inadeguate da parte di terzi.

Alla luce di ciò, e in linea con le sue priorità di vigilanza, la vigilanza bancaria della BCE ha adottato una serie di misure per scongiurare potenziali rischi in questo ambito. In primo luogo, ad agosto 2022 la BCE ha pubblicato un articolo nella Supervision Newsletter in cui si delineano le aspettative di vigilanza per i servizi di prime brokerage. In secondo luogo, da aprile a ottobre 2022 la BCE ha condotto un’analisi orizzontale mirata sulla governance e sulla gestione del rischio di controparte su un campione più ampio di banche attive in derivati e operazioni di finanziamento tramite titoli, comprese istituzioni finanziarie non bancarie e controparti non finanziarie. Da ultimo, sono state condotte ispezioni in loco su alcuni enti.

Nel complesso, sebbene le banche abbiano compiuto progressi nell’individuazione, nella misurazione e nel controllo del rischio di controparte, permangono diverse carenze rilevanti in ambiti fondamentali quali la due diligence, la definizione della propensione al rischio, le prove di stress, la mitigazione del rischio e la gestione dei default, alla luce sia delle aspettative di vigilanza sia delle buone prassi osservate nel settore. In prospettiva, nel corso del 2023 i GVC continueranno a interagire con le banche per risolvere le carenze individuate nelle aree ritenute più rilevanti.

1.2.1.4 Sensibilità ai rischi di tasso di interesse e di differenziale creditizio

La maggior parte delle banche ha beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse, ma sono necessari miglioramenti nella gestione dei rischi

Nel 2022 la BCE ha condotto un’analisi delle prassi di gestione del rischio di tasso di interesse e di differenziale creditizio su un campione di enti significativi particolarmente esposti a tali rischi. Per la maggior parte delle banche, uno shock al rialzo dei tassi di interesse di 200 punti base (cfr. il grafico 12) avrebbe un impatto positivo sulla redditività, anche in uno scenario di base caratterizzato da una fase di rallentamento economico come quello considerato nelle proiezioni macroeconomiche degli esperti della BCE. Quanto al potenziale aumento degli accantonamenti che riflette le difficoltà in cui riversano i debitori, le più recenti analisi della BCE evidenziano che l’impatto negativo sull’adeguatezza patrimoniale rimarrebbe, in media, piuttosto contenuto, anche in presenza di shock fino a 300 punti base.

Indipendentemente dai regimi prudenziali e contabili applicabili, le banche dovrebbero tenere conto dell’impatto tipicamente negativo dell’aumento dei tassi sul valore economico del capitale proprio (economic value of equity). Dovrebbero adottare sane e prudenti prassi di modellizzazione nella gestione delle attività e delle passività per poter cogliere i cambiamenti nelle preferenze e nei comportamenti dei consumatori in caso di variazioni dei regimi dei tassi di interesse. Dovrebbero inoltre monitorare attentamente i rischi collegati ai derivati di copertura.

Il rischio di differenziale creditizio dovrebbe essere adeguatamente misurato e gestito, anche per i titoli di Stato e gli altri strumenti contabilizzati al costo ammortizzato. In particolare, la calibrazione delle prove di stress interne dovrebbe rispecchiare la gravità degli episodi di stress storici.

I rischi di tasso di interesse e di differenziale di credito possono avere un impatto rilevante anche sugli enti meno significativi

Le considerazioni sopra descritte si applicano anche agli enti meno significativi, per i quali l’esposizione ai rischi di tasso di interesse e di differenziale creditizio può essere molto rilevante. L’impatto concreto dell’improvviso cambiamento dei tassi di interesse è dipeso non soltanto dalla posizione di rischio aperta, ma anche dal relativo quadro contabile nazionale. Alcune banche sono state interessate da significativi aggiustamenti nelle valutazioni dei loro portafogli titoli che hanno dovuto riflettersi nel conto economico, riducendo in tal modo il patrimonio di vigilanza. Nel medio termine, l’impatto sulla redditività e sul capitale dipenderà dalla decisione di vendere i titoli o mantenerli fino alla scadenza e, naturalmente, dagli andamenti futuri dei tassi di interesse.

Grafico 12

Impatto sugli enti significativi di un aumento dei tassi di interesse di 200 punti base

Impatto teorico della redditività e del valore economico del capitale proprio sul coefficiente CET1

(punti base)

Fonti: elaborazioni della BCE e dati degli esercizi di breve termine (short‑term exercises) al 30 giugno 2022.

Riquadro 2
Attività di follow‑up sulla Brexit: risultati dell’analisi documentale approfondita (desk‑mapping review)

Integrazione delle banche interessate dalla Brexit nella vigilanza bancaria europea

Il principale obiettivo generale di questo progetto è stato garantire che tutti gli enti significativi disponessero di sistemi di gestione del rischio solidi e prudenti, e di una presenza sul territorio che consentisse una vigilanza efficace in misura proporzionale ai rischi assunti da tali enti.

Il 1° gennaio 2021 il Regno Unito è uscito dal mercato unico europeo. Dal punto di vista dell’UE, è ora, quindi, un paese terzo. Le banche con sede nel Regno Unito che intendono fornire servizi all’interno dell’UE non possono più farlo attraverso procedure di passaporto, ossia fondate sul diritto di una banca di servire clienti collocati in tutta l’UE da uno dei suoi Stati membri attraverso la libera prestazione di servizi o l’apertura di succursali a condizioni privilegiate.

La desk‑mapping review, ovvero l’analisi delle prassi contabili e di gestione del rischio da parte delle unità di negoziazione che effettuano aggiustamenti di valore delle attività di market making, dei titoli di Stato e degli strumenti derivati, mira ad assicurare che le filiazioni di paesi terzi dispongano di una governance e di sistemi di gestione del rischio adeguati e che non operino come enti fittizi (empty shells). La desk‑mapping review è stata avviata perché la vigilanza bancaria della BCE ha rilevato che: a) le banche non avevano fatto i necessari progressi per assicurare una sufficiente presenza sul territorio delle attività di negoziazione e un’adeguata gestione del rischio per gli enti di nuova istituzione nell’area dell’euro; b) le banche necessitavano di istruzioni più chiare per attuare in maniera appropriata i modelli operativi di riferimento precedentemente concordati con i gruppi di vigilanza congiunti. A tale riguardo, la vigilanza bancaria della BCE ha collaborato strettamente con altre autorità di vigilanza, in particolare quelle del Regno Unito, per far sì che le motivazioni alla base delle proprie politiche di vigilanza fossero adeguatamente comprese da tutte le parti coinvolte.

In quanto autorità di vigilanza per l’area dell’euro, la BCE è tenuta a tutelare i propri depositanti e gli altri creditori di soggetti giuridici locali, a prevenire l’interruzione dei servizi bancari e a salvaguardare la stabilità finanziaria in termini più ampi nella propria area di giurisdizione. In tale contesto una preoccupazione molto concreta è rappresentata dagli enti fittizi, soggetti giuridici situati nell’area dell’euro che contabilizzano le proprie esposizioni altrove, presso la società capogruppo, o localmente ma affidandosi del tutto a centri di gestione del rischio e a infrastrutture finanziarie situate in paesi terzi, spesso attraverso operazioni mirror back‑to‑back e coperture con trasferimento del rischio alla capogruppo.

In primo luogo, queste strutture sono esposte a maggiori rischi operativi e di controparte rispetto alla società capogruppo. In caso di tensioni finanziarie o di insolvenza a livello di capogruppo, l’ente locale può ritrovarsi con ampie posizioni prive di copertura e con ridotto o nessun accesso al personale e alle infrastrutture necessarie per un rientro ordinato. A sua volta, questo pregiudica sia la capacità di recupero dell’ente locale in condizioni di grave tensione sia, ove applicabile, la sua risoluzione. Tale fenomeno assume particolare rilevanza nel contesto dei paesi terzi, in cui, durante gli episodi di tensione finanziaria, gli interessi divergenti dei numerosi enti e soggetti interessati possono condurre a ridimensionamenti e pratiche di ring fencing. In secondo luogo, anche in tempi di normalità, la presenza di risorse e infrastrutture di gestione dei rischi situate all’estero può ostacolare la capacità di una banca di individuare, misurare e monitorare i rischi e rendere meno trasparenti la governance e il processo decisionale. Infine, la riallocazione del rischio e dei profitti alle consociate di paesi terzi può compromettere il sistema di incentivi per la gestione delle banche a livello locale.

La prima fase della desk‑mapping review, avviata presso sette enti e società di investimento affiliate, ha rilevato che le banche allora in procinto di trasferimento non avevano ancora assicurato il mantenimento del pieno controllo sui propri bilanci, come richiesto dalle aspettative di vigilanza della BCE del 2018. Circa il 70 per cento delle unità di negoziazione valutate attuava ancora il modello contabile back‑to‑back e il 20 per cento circa era organizzato come split desk, per cui all’interno del soggetto giuridico situato nell’area dell’euro era istituita una versione duplicata dell’unità di negoziazione primaria collocata all’estero per gestire la porzione di rischio ivi originata.

L’attività di controllo applicata dalla BCE in risposta a tali rilievi si è basata puramente sul rischio e ha adottato un approccio proporzionale alla rilevanza. Sono state individuate 56 unità di negoziazione che richiedevano un’azione di vigilanza sulla base di un insieme comune di indicatori di rischio. In seguito a tale valutazione della rilevanza e al proprio impegno con i soggetti vigilati nel corso del 2022, la BCE emetterà singole decisioni vincolanti che potrebbero richiedere alle banche che si sono trasferite di: a) nominare un capo unità del soggetto giuridico situato nell’area dell’euro all’interno di una struttura gerarchica ben definita e indicare una struttura di compensazione collegata alla performance di tale soggetto; b) assicurare che l’unità disponga di un’infrastruttura adeguata nonché di operatori di negoziazione in numero e grado di anzianità appropriati a gestire il rischio a livello locale; c) definire una governance solida e un sistema di controlli interni per le prassi contabili gestite a distanza con le società capogruppo; d) assicurare un limitato ricorso alla copertura infragruppo.

L’analisi valutativa delle unità di negoziazione e dei rischi a esse associati non segna la fine delle attività di controllo sui modelli operativi delle banche che si sono trasferite in seguito alla Brexit. Le indagini sulle tecniche di spostamento del rischio di credito, sul ricorso alle capogruppo per esigenze di liquidità e finanziamento e per l’approvazione dei modelli interni sono ancora in corso.

1.2.2 Sostenibilità del modello imprenditoriale e governance

1.2.2.1 Strategie di trasformazione digitale delle banche

Una tra le priorità di vigilanza definite per il periodo 2022‑2024 riguarda le sfide poste alle banche dalla trasformazione digitale.

Gli organi di gestione delle banche sono i principali responsabili della definizione degli obiettivi strategici per la trasformazione digitale e l’utilizzo di tecnologie innovative. L’attenzione della vigilanza bancaria della BCE si è concentrata sulla valutazione della capacità delle banche di sviluppare e attuare strategie digitali adeguate per rafforzare la sostenibilità dei propri modelli imprenditoriali e affrontare prudentemente i rischi connessi. Si è confermato inoltre prioritario migliorare la comprensione degli andamenti del mercato da parte delle autorità di vigilanza e stare al passo con l’impatto di un panorama tecnologico in rapida evoluzione.

Un’indagine sulla digitalizzazione ha consentito la raccolta di informazioni che in precedenza non erano disponibili in maniera coerente tra i diversi enti significativi. I risultati della valutazione saranno utilizzati a beneficio di varie attività di vigilanza

Per questo motivo nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha adottato importanti misure per affrontare tali questioni. In seguito a un’interlocuzione ad alto livello con alcune delle principali controparti del mercato (nel quadro di un’iniziativa di market intelligence) per comprendere le tendenze del mercato, è stato chiesto a tutti gli enti significativi di rispondere a un questionario sulla trasformazione digitale e sull’utilizzo del Fintech. L’indagine ha raccolto informazioni che in precedenza non erano disponibili in modo coerente tra gli enti significativi e alcune delle autorità nazionali competenti (ANC) hanno somministrato il questionario anche a determinati enti meno significativi.

Una panoramica a livello sistemico dei principali risultati dell’indagine è contenuta nella newsletter della vigilanza bancaria della BCE del febbraio 2023, con un collegamento alla pagina dei rilievi aggregati. In generale, i risultati dell’indagine hanno confermato che le banche stanno incrementando sempre più l’uso della digitalizzazione e di tecnologie innovative, trasformando pertanto le modalità di erogazione di servizi e prodotti finanziari. Le banche considerano tali strumenti essenziali ai fini del mantenimento delle quote di mercato e dell’aumento della redditività. Per conseguire i loro obiettivi strategici correlati alla trasformazione digitale, le banche tendono a ricorrere all’esternalizzazione e a partnership esterne in un contesto concorrenziale volto ad attrarre, trattenere e sviluppare competenze in ambito informatico e digitale. Tuttavia, affidando le proprie infrastrutture informatiche a fornitori esterni, le banche si espongono a più elevati rischi in termini di dipendenza da terze parti e di cybersecurity. Tali rischi richiedono un ulteriore monitoraggio e devono essere tenuti in considerazione nei sistemi di governance e di propensione al rischio delle banche.

Ciò detto, le risposte sono eterogenee, in quanto non sembra esservi comune intesa su cosa realmente significhi trasformazione digitale: un concetto che rimane molto ampio e investe i modelli imprenditoriali, i processi e il cambiamento culturale reso possibile dalle tecnologie. Negli anni a venire saranno pertanto necessarie ulteriori indagini e ispezioni in tale ambito.

L’esito complessivo dell’indagine sarà fondamentale per a) lo sviluppo di linee guida per le autorità di vigilanza nella valutazione dei rischi e delle migliori prassi delle banche; b) l’individuazione dei rischi, di soggetti vigilati specifici o di casi di utilizzo della tecnologia che richiedono un ulteriore esame mirato e c) la potenziale formulazione di ulteriori aspettative di vigilanza. Sarà anche rilevante per definire la metodologia SREP per i modelli imprenditoriali e la governance sottostanti l’uso di tali tecnologie.

La vigilanza bancaria della BCE ha inoltre proseguito il proprio impegno a un orientamento attivo della digitalizzazione per i futuri quadri regolamentari europei e internazionali intensificando la collaborazione con le autorità di vigilanza europee e gli organismi di definizione degli standard internazionali sulla regolamentazione dei diversi aspetti connessi con la digitalizzazione e con l’innovazione nel settore finanziario. Inoltre, la vigilanza bancaria della BCE ha continuato a partecipare alle discussioni in merito agli ambiti da regolamentare e alle proposte legislative formulate nell’ambito della strategia di finanza digitale per l’UE, come la regolamentazione in materia di mercati delle cripto‑attività[6], la legge sulla resilienza operativa digitale[7] e quella sull’intelligenza artificiale[8].

1.2.2.2 Carenze nelle capacità di indirizzo degli organi di gestione

Solidi assetti di governance, rigorosi controlli interni e dati affidabili sono essenziali per promuovere un processo decisionale adeguato e attenuare l’assunzione di rischi eccessivi sia in tempi di normalità che in presenza di crisi. Nonostante i progressi compiuti dalle banche in tale ambito negli ultimi anni, le autorità di vigilanza continuano a rilevare un elevato numero di carenze strutturali nelle funzioni di controllo interno, nel funzionamento degli organi gestionali e nelle capacità di aggregazione e di segnalazione dei dati di rischio.

Per questo motivo la vigilanza bancaria della BCE ha partecipato a diverse attività dedicate all’avanzamento in questo campo, in particolare volte a rafforzare la governance interna e le capacità di indirizzo strategico. Nel periodo 2022‑2024 tali attività includeranno analisi mirate delle banche per le quali sono state individuate carenze nella composizione e nel funzionamento degli organi gestionali, ispezioni in loco, (ri)valutazioni basate sul rischio dei requisiti di idoneità, lo sviluppo di un approccio che rifletta le diversità nelle valutazioni dei requisiti di idoneità e l’aggiornamento della nota di vigilanza del 2016[9], nonché la raccolta dei dati.

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha ultimato una raccolta di dati sulla composizione e sul funzionamento degli organi di gestione delle banche. L’esercizio ha rivelato che il livello di indipendenza formale all’interno degli organi gestionali delle banche era in aumento ma in diversi casi poteva essere ulteriormente migliorato. Ha evidenziato inoltre che la diversità, sia in termini di genere che di competenze (specie in ambiti come l’informatica), da tempo identificata come fondamentale per una governance efficace, può essere ancora potenziata. La necessità di porre in essere più efficienti politiche di pianificazione degli avvicendamenti dei consigli di amministrazione è stata individuata come un’altra area che richiede ulteriore sviluppo. La vigilanza bancaria della BCE ha dato seguito a tali rilievi nel contesto dello SREP 2022, richiedendo alle banche che ancora non disponevano di politiche o di obiettivi in merito alla diversità di provvedere a strutturare i relativi piani di riferimento. A tale riguardo, le aspettative di vigilanza comunicate alle banche hanno chiarito che tali politiche dovrebbero incorporare quote minime per il genere sottorappresentato a livello di organi di gestione degli enti e tenere conto di diverse dimensioni quali l’età, il genere, l’origine geografica, nonché il livello di istruzione e di formazione professionale. Nell’ambito delle loro attività i GVC stanno effettuando verifiche di follow‑up sull’attuazione da parte delle banche dei piani di riferimento in materia.

Gli assetti di governance hanno rilevanza per tutte le banche, indipendentemente dalle loro dimensioni. Per questo motivo, nel biennio 2021‑2022 la vigilanza bancaria della BCE ha condotto anche un’indagine tematica sugli assetti di governance in vigore per gli enti meno significativi[10], utilizzando dati provenienti da un campione di oltre 200 LSI in 21 paesi partecipanti. I risultati hanno messo in luce diverse carenze degli enti meno significativi, sottolineando l’importanza di un continuo miglioramento, agevolato da un dialogo costante tra le autorità di vigilanza a tutti i livelli. La vigilanza bancaria della BCE e le autorità nazionali competenti continueranno a promuovere un maggiore allineamento a livello europeo delle aspettative e degli standard di vigilanza in materia di governance interna, affrontando le eventuali carenze individuate lungo il percorso.

1.2.3 Rischi emergenti

1.2.3.1 Rischio informatico e cibernetico

Nel 2022 il rischio informatico e cibernetico ha continuato a rappresentare uno dei principali fattori di rischio per il settore bancario

Nonostante la guerra russa in Ucraina, il numero di incidenti cibernetici segnalati alla BCE è rimasto relativamente stabile nei primi tre trimestri del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.

La vigilanza bancaria della BCE ha condotto una serie di attività di vigilanza cartolare e ispettiva in merito ai rischi informatici e cibernetici nel 2022, da cui sono emersi i seguenti risultati: in primo luogo, le banche hanno ancora evidenziato margini di miglioramento nell’attuazione di misure in materia di sicurezza informatica di base, con circa la metà dei rilievi gravi individuati nel corso delle ispezioni in loco sul rischio informatico condotte nel 2022 e concentrate nell’area dei rischi correlati alla sicurezza informatica e cibernetica. In secondo luogo, dopo alcuni anni di crescita costante, il ricorso a sistemi alla fine del loro ciclo di vita si è stabilizzato, seppur a un livello molto elevato. In terzo luogo, la gestione della qualità dei dati è rimasta l’area di controllo dei rischi meno definita e alcuni dei principali controlli non sono stati ancora pienamente integrati nelle procedure di numerose banche. Infine, il numero di progetti critici con un impatto sul panorama informatico è aumentato in misura molto significativa, evidenziando chiaramente l’importanza di disporre di adeguate procedure gestionali per lo sviluppo delle infrastrutture e dei progetti informatici.

Inoltre, per la prima volta nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE è stata in grado di raccogliere presso gli enti significativi tutti i registri delle esternalizzazioni. Un’analisi preliminare di queste informazioni ha confermato l’elevata rilevanza di questo ambito: le banche hanno segnalato l’esistenza di circa 60.000 contratti di esternalizzazione attivi, metà dei quali relativi a funzioni di importanza critica. Mentre circa il 40 per cento di questi contratti riguarda servizi afferenti alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), le banche ricorrono all’esternalizzazione per varie tipologie di funzioni critiche quali, tra l’altro, i controlli interni, i servizi amministrativi e alla clientela, i servizi di pagamento o la gestione del contante.

Le informazioni raccolte sulla dipendenza da terze parti hanno inoltre contribuito a individuare alcuni rischi e alcune sfide emergenti che richiedevano una gestione adeguata, fra cui l’esistenza di diversi fornitori di servizi critici difficilmente sostituibili, la considerevole dipendenza operativa delle banche da imprese e servizi di provenienza non UE nonché la presenza di un significativo numero di contratti ancora non pienamente allineati agli orientamenti dell’Autorità Bancaria Europea (ABE) e alle aspettative di vigilanza della BCE in materia.

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha anche contribuito alle attività dei gruppi di lavoro internazionali sul rischio informatico e cibernetico, inclusi quelli gestiti dall’ABE, dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria e dal Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB), nonché ai lavori sulle nuove proposte di regolamentazione, come l’atto sulla resilienza operativa digitale (Digital Operational Resilience Act[11]).

In definitiva, questi sviluppi sottolineano la necessità per le banche di continuare a migliorare i loro sistemi di resilienza operativa per assicurare un’adeguata continuità dei servizi, inclusi quelli di importanza critica, in un contesto sempre più complesso, e di adeguarsi ai nuovi e futuri requisiti regolamentari.

1.2.3.2 Rischi climatici e ambientali

In seguito alla pubblicazione, a novembre 2020, della Guida della BCE sui rischi climatici e ambientali la Banca centrale europea ha avviato una serie di esercizi di vigilanza volti a valutare la capacità delle banche di gestire i rischi legati al clima e all’ambiente e di allineare le loro prassi alle aspettative di vigilanza. Dopo l’analisi delle autovalutazioni e dei piani di azione delle banche nel 2021, la BCE ha condotto un’indagine tematica nel 2022, attraverso la quale ha valutato la solidità e la completezza delle principali politiche e procedure attuate dagli enti e la loro capacità di imprimere un efficace indirizzo alle strategie e ai profili di rischio in materia di clima e ambiente.

L’indagine è stata condotta di pari passo con la prima prova di stress prudenziale sul rischio climatico (cfr. il riquadro 3) e integrata da un’analisi mirata sugli immobili non residenziali e da apposite ispezioni in loco. L’indagine tematica si è svolta in collaborazione tra la BCE e 21 ANC e ha interessato 107 enti significativi e 79 enti meno significativi.

Per oltre la metà delle banche sono state espresse importanti preoccupazioni in merito alla capacità degli enti di attuare in maniera efficace i propri processi e le proprie strategie.

L’indagine tematica ha dimostrato[12] in primo luogo che la maggior parte degli enti hanno ora definito un’architettura istituzionale per far fronte ai rischi climatici e ambientali, con un evidente accrescimento delle rispettive risorse nell’ultimo anno (cfr. il grafico 13). Inoltre, la rilevanza di tali rischi è stata riconosciuta in misura crescente e sono state utilizzate ampie serie di buone prassi da parte di vari enti. La BCE ha pubblicato una raccolta di buone prassi in un apposito compendio[13] per rispondere a una richiesta, da parte del settore bancario, di ulteriori informazioni in merito e allo scopo di dimostrare la possibilità di attuare rapidi progressi. Ciononostante, praticamente tutti gli enti hanno dovuto compiere intensi e continuativi sforzi per allineare le loro prassi alle aspettative di vigilanza. In generale, gli approcci adottati mancavano ancora di sofisticatezza metodologica e dell’utilizzo di dati granulari sul rischio climatico e ambientale e/o di un’attiva gestione del portafoglio e del relativo profilo di rischio. È degno di nota il fatto che nel 96 per cento degli enti sono state rilevate lacune nell’identificazione dei rischi climatici e ambientali e per oltre la metà degli enti sono state espresse importanti preoccupazioni sulla loro capacità di attuare in maniera efficace i rispettivi processi e strategie.

Inoltre, a marzo 2022 la BCE ha pubblicato una valutazione aggiornata dei progressi compiuti dalle banche nella comunicazione dei rischi legati al clima e all’ambiente, come definito nella guida di novembre 2020 della BCE. Sebbene fossero stati compiuti passi in avanti rispetto alla prima valutazione condotta dalla BCE alla fine del 2020, nessuna banca soddisfaceva pienamente le aspettative di vigilanza. In confronto al 2020, un maggior numero di banche era ora in grado di divulgare informazioni significative sui rischi legati al clima e all’ambiente. Tuttavia il livello di trasparenza complessivo era ancora insufficiente. Il 75 per cento circa delle banche non aveva comunicato se i rischi climatici e ambientali avessero avuto un impatto rilevante sul loro profilo di rischio, sebbene circa la metà di esse avesse segnalato alla BCE di ritenersi esposta a tali rischi. E quasi il 60 per cento degli enti inclusi nel campione non aveva descritto come il rischio di transizione o il rischio fisico potessero avere effetti sulla loro strategia. La BCE ha inviato alle banche lettere di riscontro individuali illustrando loro le principali carenze identificate e invitandole ad adottare azioni incisive. Ciò è stato fatto anche per aiutare le banche a prepararsi ai nuovi requisiti regolamentari, come gli standard vincolanti di terzo pilastro in materia di comunicazioni sui rischi ambientali, sociali e di governance. La BCE ha avviato una nuova analisi delle comunicazioni delle banche sui rischi legati al clima e all’ambiente alla fine del 2022; la pubblicazione dei risultati di tale analisi è prevista per il 2023.

Facendo seguito ai vari esercizi di vigilanza, la BCE ha inviato lettere di riscontro individuali a tutti gli enti significativi, fissando scadenze specifiche per ognuno di essi perché arrivino gradualmente a soddisfare tutte le aspettative di vigilanza entro la fine del 2024[14]. Le scadenze saranno sottoposte ad attento monitoraggio e, se necessario, verranno adottate misure di enforcement. La BCE aveva già incorporato nello SREP i rilievi relativi al rischio ambientale e climatico specifici di ogni banca, in virtù dei quali ha imposto requisiti qualitativi vincolanti a oltre 30 banche, determinando, per un numero limitato di esse, un impatto sui relativi punteggi SREP e quindi un impatto indiretto sui requisiti patrimoniali di secondo pilastro.

Grafico 13

Risultati delle valutazioni di vigilanza del 2021 e del 2022

Livello di maturità delle prassi nelle diverse aree delle aspettative di vigilanza (banca per banca)

(percentuali delle aree delle aspettative di vigilanza)

Fonte: Walking the talk - Banks gearing up to manage risks from climate change and environmental degradation, BCE, novembre 2022.
Note: i punteggi della valutazione di vigilanza del 2021 sono utilizzati come proxy per indicare il livello di maturità delle prassi degli enti creditizi nel 2021. A causa dell’aggiornamento della metodologia di valutazione utilizzata nell’indagine tematica del 2022, il confronto diretto con i risultati del 2021 è solo indicativo.

Riquadro 3
La prova di stress sul rischio climatico condotta dalla BCE

Nel 2022 la BCE ha effettuato una prova di stress sul rischio climatico nell’ambito della prova di stress di vigilanza annuale. Data la novità dell’esercizio e la necessità di dati e modelli specifici per l’analisi dei rischi legati al clima, la prova di stress sul rischio climatico del 2022 dovrebbe essere vista, sia per le banche sia per le autorità di vigilanza, come un esercizio di apprendimento, nonché come uno strumento per migliorare la capacità del settore di effettuare prove di stress su questo tipo di rischi. Per tali motivi non sono state previste ripercussioni dirette sul capitale, sebbene i rilievi qualitativi emersi dall’esercizio siano stati utilizzati come input per il processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP).

Struttura dell’esercizio e scenari

La prova di stress sul rischio climatico si articolava in tre moduli. Il primo modulo era un questionario qualitativo finalizzato a raccogliere informazioni sui sistemi interni utilizzati dalle banche per verificare il rischio climatico e contemplava sia aspetti tecnici sia quesiti relativi alla governance e ai processi. Il secondo modulo valutava la sostenibilità dei ricavi delle banche e le loro esposizioni verso imprese a elevata intensità di carbonio. Alle banche è stato chiesto di segnalare i ricavi provenienti dai 22 settori industriali più inquinanti e l’intensità di emissione delle controparti più rilevanti, assieme alle rispettive esposizioni. Nel terzo modulo alle banche è stato chiesto di presentare proiezioni di tipo bottom‑up sulle perdite, prevedendo sei scenari diversi. Tali scenari si basavano, con alcune aggiunte, su quelli diffusi dal Network of Central Banks and Supervisors for Greening the Financial System ed erano molto diversi dagli scenari avversi utilizzati nelle prove di stress tradizionali sulla solvibilità, in quanto includevano esclusivamente i rischi climatici e prevedevano vari orizzonti temporali e caratteristiche specifiche. Essi comprendevano due scenari di rischio fisico a un anno (rispettivamente di inondazione e di siccità e calore estremo), uno scenario a breve termine (tre anni) riferito al rischio di transizione disordinata e tre scenari a lungo termine (30 anni) sul rischio di transizione. Alla prova di stress sul rischio climatico condotta nel 2022 hanno partecipato 104 enti significativi, ma solo a 41 di essi è stato chiesto di presentare proiezioni di tipo bottom‑up sulle perdite.

Risultati[15]

Si ritiene che le banche abbiano compiuto progressi considerevoli e abbiano iniziato a integrare il rischio climatico nei propri sistemi per lo svolgimento delle prove di stress. Molte di esse, tuttavia, si trovavano ancora in una fase decisamente poco avanzata per quanto riguarda l’elaborazione dei dati e la capacità di modellizzazione. In base ai risultati del primo modulo, alla data di ultimo aggiornamento (31 dicembre 2021) il 59 per cento degli enti partecipanti non disponeva di un quadro di riferimento per le prove di stress in ambito climatico. Inoltre, la maggior parte delle banche aveva previsto di integrare i rischi climatici nei propri sistemi interni per le prove di stress solamente in un orizzonte di medio‑lungo periodo.

I risultati del secondo modulo hanno evidenziato interessi attivi maturati nei settori a maggiore intensità di emissioni non trascurabili, pari a circa il 65 per cento degli interessi attivi totali delle società non finanziarie. Ciò non costituisce necessariamente un problema dal punto di vista del rischio di transizione, ma ha messo in luce l’importanza, per le banche, di interagire con i propri clienti ed essere ragguagliate sui loro piani di transizione.

Le banche che hanno fornito proiezioni sulle perdite nell’ambito del terzo modulo hanno segnalato perdite aggregate per 70 miliardi di euro emerse dai tre esercizi a breve termine (53 miliardi dallo scenario di transizione disordinata e 17 miliardi da quello relativo al rischio fisico). La BCE ha riconosciuto che tali proiezioni sottostimano significativamente gli effettivi rischi, a causa di vari fattori: l’esclusione dagli scenari dei rallentamenti dell’economia; le difficoltà incontrate dalle banche nel raccogliere dati e condurre la modellizzazione in modo tale da cogliere i fattori climatici; l’assenza di integrazioni dal lato della vigilanza; una carente identificazione delle esposizioni all’interno del perimetro dell’esercizio (approssimativamente solo un terzo delle esposizioni totali delle banche).

L’esercizio ha messo in luce difficoltà significative dal punto di vista della disponibilità dei dati e degli obblighi di informativa sulle emissioni di gas serra e sui certificati di prestazione energetica. Tali criticità hanno portato a fare ampio uso di approssimazioni di qualità variabile e renderebbero necessarie ulteriori linee guida e interazioni con le controparti.

Integrazione nelle attività di vigilanza della prova di stress sul rischio climatico e iniziative future

I risultati della prova di stress sul rischio climatico, assieme a quelli desunti dall’indagine tematica 2022, sono stati usati come input di carattere qualitativo per lo SREP, che prevedeva l’inclusione di fattori legati a tali rischi nella valutazione dei modelli imprenditoriali, della governance interna e della gestione dei rischi delle banche. Inoltre, sulla base degli insegnamenti tratti dalla prova di stress sul rischio climatico condotta nel 2022 la BCE ha pubblicato delle linee guida sulle buone prassi[16] per migliorare la capacità delle banche di condurre prove di stress su questo tipo di rischi. La BCE continuerà a monitorare i progressi compiuti dalle banche e nutre l’aspettativa che, entro la fine del 2024, gli enti vigilati abbiano sviluppato ulteriormente i propri sistemi per le prove di stress sul rischio climatico e ridotto le lacune relative ai dati.

1.3 Vigilanza diretta sugli enti creditizi significativi

1.3.1 Vigilanza cartolare

Nell’attività di controllo esercitata sugli enti significativi la vigilanza bancaria della BCE segue un approccio proporzionale e basato sul rischio che è al contempo rigoroso e coerente. A tal fine, essa definisce una serie di attività di vigilanza cartolare prioritarie per ciascun anno. Tali attività si basano sui requisiti regolamentari esistenti, sul manuale di vigilanza dell’MVU e sulle priorità di vigilanza, e sono incluse nel programma di revisione prudenziale (Supervisory Examination Programme, SEP) relativo a ciascun ente significativo. Oltre alle attività relative ai rischi sistemici, nel programma di revisione prudenziale possono essere incluse altre attività di vigilanza calibrate sulle caratteristiche specifiche delle banche. Ciò consente ai GVC di avere margini per esaminare e affrontare i rischi idiosincratici. Le attività di vigilanza cartolare nell’ambito del programma SEP comprendono: a) attività legate al controllo dei rischi, come ad esempio lo SREP; b) altre attività connesse a requisiti organizzativi, amministrativi o giuridici, come la valutazione annuale della significatività; c) attività aggiuntive pianificate dai GVC per adeguare ulteriormente il SEP alle caratteristiche specifiche dei soggetti o dei gruppi sottoposti a vigilanza (come le analisi dei modelli imprenditoriali e degli assetti di governance delle banche).

1.3.1.1 Proporzionalità

Come negli anni precedenti, le attività di vigilanza pianificate per il 2022 si sono ispirate al principio di proporzionalità, secondo il quale esse vengono modulate in base alla rilevanza sistemica e al profilo di rischio della banca vigilata

Il programma di revisione prudenziale si ispira al principio di proporzionalità: ciò significa che l’intensità delle attività di vigilanza dipende dalle dimensioni, dalla rilevanza sistemica, dal rischio e dalla complessità di ciascun intermediario.

Come negli anni precedenti, il numero medio di attività di vigilanza programmate per gli enti significativi inclusi nel programma di revisione prudenziale riflette questo principio di proporzionalità, ossia i GVC che vigilano sugli enti significativi più grandi e più rischiosi, in media, pianificano un numero più elevato di attività nell’ambito del SEP (cfr. il grafico 14).

Grafico 14

Numero medio di compiti pianificati per ciascun ente significativo nel 2022

Fonte: BCE.
Nota: dati estratti al 22 dicembre 2022.

Il numero di attività condotte nel 2022 è stato lievemente inferiore a quanto originariamente pianificato a inizio anno (cfr. il grafico 15). Ciò si deve principalmente alla cancellazione di un esiguo numero di attività amministrative in corso d’anno, in linea con quanto verificatosi negli anni precedenti.

Grafico 15

Numero medio di compiti per ciascun ente significativo nel 2022

Fonte: BCE.
Nota: dati estratti al 22 dicembre 2022.

1.3.1.2 Un approccio basato sul rischio

Il programma di revisione prudenziale adotta un approccio basato sul rischio, focalizzandosi sui rischi sistemici e specifici dell’intermediario più rilevanti per ciascun ente significativo. Ad esempio, per le banche con elevati livelli di crediti deteriorati, i GVC hanno condotto un numero di attività connesse al rischio di credito maggiore rispetto alla media. Analogamente, la percentuale di attività svolte dai GVC relative al rischio di mercato è superiore alla media per le banche con grandi esposizioni nelle attività di negoziazione e sui mercati (cfr. il grafico 16).

Grafico 16

Attività SEP nel 2021 e nel 2022: attività sui rischi di credito e di mercato in percentuale di tutte le attività

Rischio di credito

(valori percentuali)


Rischio di mercato

(valori percentuali)

Fonte: BCE.
Nota: dati estratti al 22 dicembre 2022.

1.3.1.3 Principali attività svolte nel 2022 nell’ambito della vigilanza cartolare

Lo SREP è lo strumento chiave utilizzato dalla vigilanza per raccogliere tutte le informazioni su un singolo istituto in un determinato anno al fine di produrre l’analisi dei rischi annuale per tale ente (cfr. anche la sezione 1.3.1 sull’analisi orizzontale SREP condotta nel 2022).

Esempi significativi di attività cartolari svolte nel 2022 dai GVC nel contesto dello SREP 2022 e della valutazione SREP complessiva includono la prova di stress sul rischio climatico 2022 (cfr. il riquadro 3) e un’analisi mirata del settore immobiliare non residenziale (commercial real estate, CRE), che ha richiesto ingenti risorse. Annunciata a dicembre 2021, tale analisi si è concentrata sulla gestione dei rischi di credito emergenti nei portafogli di immobili commerciali nazionali delle banche e ha utilizzato l’esame comparativo per gruppi omogenei come base per valutare gli elementi critici della gestione del rischio di credito.

La BCE ha inoltre condotto, come prova di stress annuale, un esercizio di stress sui rischi climatici tra gli enti significativi vigilati. I risultati principali di tale prova sono stati pubblicati a luglio 2022.

1.3.1.4 Rilievi emersi nel corso dell’attività di vigilanza

Uno dei risultati principali delle attività periodiche di vigilanza è costituito dai rilievi di vigilanza, che riflettono le carenze cui le banche devono porre rimedio. Ai GVC compete il monitoraggio delle azioni intraprese dalle banche in risposta alle criticità individuate. Nel 2022 il numero complessivo di rilievi registrati è diminuito rispetto al 2021, tornando su un livello simile a quello osservato prima della pandemia. Tale riduzione è stata principalmente determinata da un calo, rispetto all’anno precedente, del numero di rilievi legati alle indagini sui modelli interni. La maggior parte dei rilievi è emersa da queste ultime, dalle ispezioni in loco e dalle attività collegate alle autorizzazioni. Il maggior numero di criticità è stato individuato nell’ambito del rischio di credito (cfr. il grafico 17).

Grafico 17

Rilievi emersi nel corso dell’attività di vigilanza

Fonte: BCE.
Note: il campione include i rilievi di tutti i GVC coinvolti nella vigilanza bancaria della BCE (campione variabile). Dati estratti al 16 dicembre 2022.

1.3.1.5 Analisi orizzontale SREP

Nel 2021 lo SREP è tornato a una valutazione completa, ripresa nel ciclo SREP del 2022. Come nei precedenti cicli, i punteggi SREP sono rimasti complessivamente invariati e, malgrado la ripresa seguita alla pandemia di COVID‑19, le autorità di vigilanza hanno confermato un approccio prudente a fronte degli shock esogeni generati dai perduranti effetti della pandemia e della guerra condotta dalla Russia in Ucraina.

In linea con i precedenti cicli SREP e con le priorità di vigilanza per il 2022, la maggior parte delle misure qualitative ha riguardato le carenze in materia di gestione del rischio di credito e di governance interna, ma, per la prima volta, è stato anche adottato un significativo numero di misure concernenti il rischio climatico.

Il rischio di credito ha rappresentato un oggetto fondamentale della valutazione SREP. Nonostante i progressi registrati nei livelli di rischio e i positivi andamenti della qualità del credito (ad esempio, la riduzione delle esposizioni deteriorate), i punteggi medi sono migliorati solo marginalmente. Le cause sono da ricercare nelle persistenti incertezze circa gli andamenti macroeconomici e dei mercati finanziari e nelle carenze strutturali residue nei controlli del rischio di credito. Per effetto della guerra russa in corso in Ucraina e del relativo impatto sui prezzi dell’energia e delle materie prime, nonché della rapida uscita da un contesto di bassi tassi di interesse, sono divenuti sempre più visibili i segnali incombenti di un rischio latente. Le misure di concessione e l’incidenza delle posizioni classificate nello stadio di rischio 2 hanno superato i livelli precedenti la pandemia, implicando la presenza di aree di rischio in ambiti di attività caratterizzati da un grado elevato di leva finanziaria (leveraged finance) e di esposizioni connesse alle vulnerabilità in settori specifici, nonché il rischio di controparte derivante dalle conseguenze avverse della guerra in Ucraina.

Un terzo delle misure adottate per far fronte al rischio di credito ha riguardato i piani strategici e operativi o la copertura delle esposizioni deteriorate (non-performing exposures, NPE). Inoltre, in linea con le priorità di vigilanza per il rischio di credito, il 10 per cento di tutte le misure è stato assunto per carenze inerenti agli ambiti di intervento delineati nella lettera agli amministratori delegati del 4 dicembre 2020 e negli Orientamenti dell'ABE in materia di concessione e monitoraggio dei prestiti.

La governance interna si conferma un’area problematica. Le carenze in termini di efficacia degli organi di gestione, propensione al rischio, scarsa attenzione alle funzioni di conformità e revisione interna, nonché il persistere della frammentazione e della non armonizzazione dei sistemi informatici stanno incidendo combinatamente sulle capacità degli enti di aggregare i dati di rischio.

Un terzo delle misure qualitative in materia di governance interna è stato incentrato sulla necessità di migliorare l’efficacia degli organi di gestione. La composizione subottimale degli organi di gestione e l’attribuzione delle loro responsabilità, nonché l’inadeguata pianificazione degli avvicendamenti dei membri degli organi di amministrazione e controllo sono in primo piano tra le criticità affrontate da tali misure. Nel corso del 2022 sono stati compiuti progressi negli enti che in precedenza non disponevano di politiche di promozione della diversità o di obiettivi interni in tema di diversità di genere a livello degli organi di amministrazione e controllo. Tuttavia, la maggior parte delle banche sottoposte a vigilanza ha evidenziato carenze in termini di diversità distinte dal genere, quali quelle relative all’età e alla provenienza geografica.

Per quanto riguarda il rischio climatico, a più di 30 enti significativi è stato indicato di attuare 40 misure qualitative nell’ambito della rispettiva valutazione SREP. La maggior parte di esse ha riguardato temi di pianificazione strategica e operativa, a indicare che tale ambito è considerato un fattore chiave dalle autorità di vigilanza per il conseguimento di una migliore gestione dei rischi climatici e ambientali. I rilievi hanno interessato un’ampia varietà di tematiche al fine di assicurare che i rischi climatici e ambientali fossero integrati nella definizione della strategia e nei sistemi di gestione dei rischi in modo solido e motivato. Hanno riguardato i miglioramenti nelle valutazioni di materialità dei rischi rilevanti, il perfezionamento delle prove di stress interne e delle analisi di scenario, la definizione e il monitoraggio di indicatori fondamentali di rischio adeguati, l’aggiustamento dell’ambito e della frequenza delle segnalazioni sulla gestione, nonché l’ulteriore integrazione del rischio climatico nel quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio.

Nonostante il difficile contesto economico, l’adeguatezza patrimoniale è rimasta sostanzialmente stabile, con una media dei requisiti di secondo pilastro e degli orientamenti di secondo pilastro in linea con gli anni precedenti. Ancora una volta sono stati introdotti requisiti aggiuntivi specifici di secondo pilastro per copertura inadeguata delle esposizioni deteriorate. Per la prima volta, la vigilanza bancaria della BCE ha valutato il rischio di leva finanziaria eccessiva nell’ambito del proprio esercizio SREP 2022, al fine di individuare le banche per le quali potrebbe esservi necessità di misure qualitative o requisiti di secondo pilastro specifici per il coefficiente di leva finanziaria. A seguito dell’esito della valutazione sono state definite misure qualitative per quattro enti. Il rischio di leva finanziaria eccessiva ha riguardato esposizioni alla leva finanziaria potenziale o segnali di “window dressing”.

La media degli orientamenti di secondo pilastro è rimasta ampiamente invariata dato che nel 2022 non è stata condotta alcuna prova di stress sul capitale a livello di sistema.

Per ulteriori informazioni cfr. i risultati aggregati dello SREP 2022.

1.3.1.6 La BCE nomina esperti esterni per il riesame del processo SREP

Lo SREP è sempre stato un elemento fondamentale delle attività di vigilanza della BCE ed è il principale strumento per assicurare un’attività di vigilanza di qualità coerentemente elevata in un settore bancario eterogeneo.

Lo SREP ha subito variazioni sostanziali, incorporando modifiche introdotte da regolamenti nuovi o aggiornati, nonché adeguamenti pratici a un contesto in evoluzione. A otto anni dall’avvio della vigilanza bancaria europea, la BCE ha deciso di avviare una riflessione sulla misura in cui l’attuale processo SREP risponde pienamente alle esigenze e alle priorità esistenti e sull’ipotesi che possa essere snellito. A settembre 2022 la BCE ha conferito a un gruppo di esperti internazionali di alto livello il mandato di formulare raccomandazioni volte a migliorare l’efficienza e l’efficacia della vigilanza bancaria europea sulla base del riesame dello SREP da essi condotto.

Nella fase iniziale, per familiarizzare con i concetti e i processi fondamentali alla base dello SREP, il gruppo di esperti di alto livello ha partecipato a una serie di riunioni di avvio dei lavori, che hanno consentito loro di raccogliere informazioni ritenute essenziali per il riesame del processo e di stabilire un contatto con le aree interessate della vigilanza bancaria della BCE. Queste riunioni hanno anche riguardato il modo in cui lo SREP collega le varie altre attività di vigilanza al quadro giuridico vigente.

Nella fase successiva del progetto, il gruppo di esperti ha intrattenuto colloqui con le principali parti interessate operanti nelle ANC, nell’ABE, nelle altre autorità di vigilanza internazionali e con rappresentanti del settore. Lo scopo di tali incontri è stato quello di conoscere le migliori prassi e valutare le prospettive future per l’evoluzione della vigilanza bancaria, nonché aiutare il gruppo a decidere in merito a eventuali raccomandazioni che potesse essere necessario formulare.

Nella fase finale del progetto, tra gennaio e marzo 2023, gli esperti di alto livello intendono concentrarsi sulla formulazione di raccomandazioni volte a semplificare il processo SREP e a migliorarne la complessiva efficacia.

1.3.2 Vigilanza ispettiva

Nel 2022 la maggior parte degli accertamenti ispettivi e delle indagini sui modelli interni è stata condotta utilizzando modalità di lavoro ibride

Nel 2022 la maggior parte delle ispezioni in loco (on-site inspection, OSI) e delle indagini sui modelli interni (internal model investigations, IMI) è stata condotta utilizzando l’approccio ibrido che coniuga efficacemente la tradizionale presenza fisica presso la sede del soggetto vigilato[17], incrementata una volta reso possibile dalle circostanze legate alla pandemia di COVID‑19, con modalità di lavoro a distanza.

Nel 2022 sono state avviate 158 ispezioni in loco e 100 indagini sui modelli interni per gli enti significativi, a indicare una tendenza in crescita dall’inizio della pandemia, lievemente superiore ai livelli pre‑pandemici nel caso delle ispezioni in loco (cfr. il grafico 18).

Quanto alle ispezioni in loco, il ricorso a campagne ispettive già sperimentato negli anni precedenti ha continuato a essere applicato[18] ad alcune aree di rischio, integrando le ispezioni su specifici enti creditizi richieste dai GVC. In linea con le priorità di vigilanza per il 2022, è proseguita la maggior parte delle principali campagne avviate nell’anno precedente, tra cui: a) la campagna relativa al settore immobiliare non residenziale[19]; b) la campagna sulle società e PMI di grandi dimensioni; c) la campagna relativa ai portafogli granulari ai sensi dell’IFRS 9; d) la campagna sulle attività di leveraged finance; e) la campagna relativa al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (internal capital adequacy assessment process, ICAAP); f) la campagna sui modelli imprenditoriali e sulla redditività e g) la nuova campagna relativa all’aggregazione e alla segnalazione dei dati di rischio, volta a valutare se le capacità di aggregazione di tali dati e le prassi di segnalazione dei rischi favorissero la complessiva gestione di questi ultimi e consentissero agli organi di amministrazione delle banche di assumere decisioni informate. I rischi emergenti sono stati affrontati mediante accertamenti ispettivi sui rischi climatici e ambientali, sul rischio di controparte, nonché sull’esternalizzazione dei sistemi informatici e sulla resilienza cibernetica. È stata inoltre avviata una serie di ispezioni mirate sulle strategie di trasformazione digitale messe in atto dalle banche per affrontare le carenze strutturali promuovendo strategie di digitalizzazione e governance efficaci.

Come nell’anno precedente, nel 2022 i principali temi trattati nelle indagini sui modelli interni hanno riguardato l’attuazione delle nuove norme e dei nuovi orientamenti dell’ABE, la tolleranza temporanea dei modelli nel contesto della Brexit e le attività di follow‑up all’analisi mirata dei modelli interni (Targeted Review of Internal Models, TRIM).

Grafico 18

Ispezioni in loco e indagini sui modelli interni avviate nel 2020, 2021 e 2022

(numero di indagini)

Fonte: vigilanza bancaria della BCE.

1.3.2.1 Principali rilievi emersi dalle ispezioni in loco

Di seguito viene fornito un quadro generale dei rilievi più critici emersi nel corso delle ispezioni in loco[20].

Rischio di credito

Diversamente dall’anno precedente, le ispezioni sul rischio di credito condotte nel 2022 si sono maggiormente concentrate sull’approccio quantitativo, basandosi, nello specifico, sulle verifiche delle posizioni di credito e sulla valutazione degli accantonamenti previsti dall’IFRS9 (supportata anche dall’applicazione di nuove metodologie di analisi dei portafogli al dettaglio e granulari). Queste verifiche hanno determinato ulteriori riclassificazioni delle esposizioni deteriorate per 4,2 miliardi di euro, nonché accantonamenti aggiuntivi per 2,3 miliardi di euro.

I rilievi emersi dalle ispezioni del 2022 sul rischio di credito hanno evidenziato le seguenti importanti carenze, in ordine decrescente di frequenza e gravità.

  • Classificazione e staging del rischio contabile: carenze nella valutazione delle difficoltà finanziarie dei debitori che hanno portato i gruppi ispettivi a riclassificare le esposizioni come inadempienze probabili o oggetto di concessioni e a individuare ulteriori esposizioni, ai sensi dell’IFRS9, come posizioni classificabili nello stadio di rischio 2.
  • Calcolo degli accantonamenti su specifiche posizioni e collettivi: carenze nei parametri relativi a probabilità di default e perdita in caso di default dei modelli per gli accantonamenti collettivi, carenze nel sensibile incremento del rischio di credito, integrazione insufficiente delle informazioni prospettiche, assenza dell’analisi dei flussi di cassa o analisi ottimistiche di tali flussi nella stima degli accantonamenti su specifiche posizioni, sopravvalutazione o considerazione inadeguata del valore delle attività stanziate in garanzia, delle garanzie escusse (foreclosed assets) e delle altre garanzie.
  • Sistemi di concessione e monitoraggio: carenze nel processo decisionale in materia di credito, misurazione inadeguata della capacità di rimborso del debito, considerazione insufficiente del rischio di rifinanziamento per i prestiti bullet, criteri di concessione incompleti.
  • Qualità dei dati: scarsa qualità dei dati nella documentazione sui prestiti fornita dalle banche ispezionate, sistemi informatici interni che non supportano adeguatamente la rilevazione, il monitoraggio e la classificazione del rischio di credito.
Governance interna

Come l’anno precedente, le ispezioni in loco condotte nel 2022 hanno riguardato vari temi di governance, con particolare attenzione alle priorità di vigilanza. I rilievi più critici[21] relativi alla governance hanno evidenziato carenze nei seguenti ambiti.

  • Funzioni di controllo interno (tra cui conformità, gestione dei rischi e revisione interna): gravi carenze su assetti, risorse e ambito di attività di tutte le funzioni di controllo interno.
  • Aggregazione e segnalazione dei dati di rischio: assetti di governance insufficienti, carenze nella gestione della qualità dei dati che hanno fatto emergere criticità circa la capacità di produrre dati di rischio accurati e attendibili, nonché approssimazione e inadeguatezza delle segnalazioni sulla gestione dei rischi.
  • Esternalizzazioni: valutazioni inadeguate dei rischi nel processo decisionale in materia di esternalizzazioni e carenze nell’erogazione e nel monitoraggio dei servizi esternalizzati, soprattutto in ambito informatico.
  • Struttura e organizzazione societaria: scarsa diffusione della cultura del rischio a tutti i livelli aziendali, carenze nei sistemi di controllo interni e insufficienza di risorse umane e tecniche.
Rischio informatico

In linea con le priorità di vigilanza per il periodo 2022‑2024, nel 2022 è aumentato il numero di ispezioni in loco incentrate sulla gestione dei rischi informatici e correlati alla sicurezza cibernetica e i rilievi in questo ambito hanno rappresentato circa la metà di quelli di maggiore gravità individuati nelle ispezioni sul rischio informatico condotte nell’anno.

Tra i restanti rilievi, la quota più elevata ha riguardato carenze nella gestione dei progetti informatici (12 per cento di tutti i rilievi più gravi riguardanti il rischio informatico nel 2022). Da un lato, ciò ha confermato, secondo quanto segnalato dalle banche nel questionario sul rischio informatico, che la causa principale all’origine dei tempi di inattività dei servizi critici è stata la sostituzione di alcuni software[22]. Dall’altro lato, il numero di rilievi in questo ambito si è rivelato preoccupante date le maggiori attese di flessibilità rispetto alle sostituzioni dei software effettuate a sostegno della trasformazione digitale (un’altra area di attenzione tra le priorità di vigilanza).

Per ulteriori informazioni sul rischio informatico e cibernetico, cfr. la sezione 1.2.3.1.

Patrimonio di vigilanza e processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale

La campagna relativa al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (internal capital adequacy assessment process, ICAAP), avviata nel 2020, è stata ulteriormente sviluppata nel 2021 e nel 2022, con l’obiettivo di affrontare le carenze strutturali nella quantificazione dei rischi e nelle proiezioni sul capitale, al fine di rafforzare la pianificazione patrimoniale.

I principali rilievi sul patrimonio di vigilanza (primo pilastro) hanno riguardato: a) mancanza di un’adeguata formalizzazione del processo di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari; b) sistema di controllo insufficiente per il processo di calcolo dei requisiti patrimoniali e dei fondi propri; c) erronea allocazione delle esposizioni alle varie classi o assegnazione inadeguata delle ponderazioni di rischio alle esposizioni.

Gli aspetti più critici emersi nel corso delle ispezioni in tema di ICAAP hanno riguardato: a) debolezza delle metodologie interne di quantificazione (ad esempio per il rischio di credito, il rischio di mercato o il rischio di tasso di interesse); b) mancanza di robustezza del processo di pianificazione patrimoniale pluriennale; c) inadeguatezza della metodologia per l’individuazione dei rischi materiali nell’ambito del processo di identificazione dei rischi e d) assenza o incoerenza dei legami tra ICAAP e strategia aziendale, strategia di rischio e sistema per la determinazione della propensione al rischio.

Modelli imprenditoriali e redditività

Sulla base della campagna ispettiva sui modelli imprenditoriali avviata nel 2021, nel 2022 sono state nuovamente condotte ispezioni in questo ambito, con particolare attenzione agli aspetti fondamentali della campagna (ad esempio il riesame della strategia, l’analisi della redditività, la determinazione dei tassi applicati ai prestiti e le proiezioni finanziarie).

I rilievi più critici hanno riguardato l’eccessivo ottimismo e la scarsa strutturazione delle proiezioni finanziarie elaborate da alcuni istituti finanziari. Inoltre, sono state individuate le seguenti carenze.

  • Fragilità del processo di definizione della strategia, caratterizzato da un monitoraggio insufficiente, con conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi strategici.
  • Inadeguatezza dell’analisi della redditività, con insufficiente capacità di indirizzo a causa della non idoneità dei processi di valutazione degli indicatori chiave di performance (key performance indicator, KPI) strategici e mancata attuazione di tali indicatori nella pratica.
  • Inefficacia del quadro di riferimento per la determinazione dei tassi, con pregiudizio per la redditività effettiva e gli obiettivi strategici.
Rischio di mercato

Le ispezioni sul rischio di mercato condotte nel 2022 si sono incentrate sul rischio di valutazione delle banche interessate dalla Brexit, valutate nell’ambito della campagna sul rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, e sul rischio di controparte.

Le principali carenze individuate nel 2022 hanno riguardato la misurazione del fair value e le rettifiche di valore aggiuntive (insufficienze nell’affidabilità delle fonti dei dati di mercato e nella verifica indipendente dei prezzi, inadeguatezza delle metodologie di classificazione all’interno della gerarchia del fair value e delle rettifiche di valore aggiuntive, criticità relative ai sistemi di ammortamento del day one profit). Sono state inoltre individuate carenze nel quadro di riferimento per la gestione del rischio di modello (in particolare in relazione al processo di convalida dei modelli e alle correzioni dei parametri di rischio) e nella gestione del rischio di controparte (principalmente in relazione ai quadri di riferimento delle prove di stress per la gestione del rischio di controparte, all’individuazione, alla misurazione e alla fissazione dei limiti di tale rischio, nonché alla gestione delle garanzie).

Rischio di liquidità

Non vi è stata alcuna modifica in merito al perimetro delle ispezioni in loco sul rischio di liquidità. La maggior parte dei rilievi di elevata gravità ha riguardato vulnerabilità nella misurazione e nel monitoraggio dei rischi (carenze nella robustezza dei parametri e delle scelte di ipotesi), nelle segnalazioni obbligatorie (errata classificazione delle sotto-componenti dell’indice di copertura della liquidità) e nel quadro di riferimento delle prove di stress (carenze nella definizione degli scenari).

Rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario

La maggior parte dei rilievi critici ha riguardato vulnerabilità nel quadro degli scenari delle prove di stress (carenze nella definizione degli scenari e nell’applicazione degli scenari di stress standardizzati di vigilanza), nonché nella misurazione e nel monitoraggio del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario. In particolare, ciò ha riguardato l’inadeguatezza dei modelli di quantificazione utilizzati per le ipotesi dei modelli comportamentali, le carenze nella convalida dei modelli e nei test retrospettivi.

1.3.2.2 Principali rilievi emersi dalle indagini sui modelli interni

Nel 2022 le indagini sui modelli interni si sono concentrate sui seguenti aspetti.

Programma dell’ABE per la revisione del metodo basato sui rating interni: è stato ricevuto un gran numero di richieste di banche che intendevano modificare i propri modelli al fine di soddisfare i nuovi requisiti stabiliti dall’ABE nell’ambito del programma di revisione regolamentare del metodo basato sui rating interni (internal ratings based approach, IRB), comunemente noto come programma per la revisione dell’IRB. Il termine ultimo per conformarsi alla gran parte di tali requisiti era fissato per la fine del 2021. Pertanto, nel corso del 2022 è stato valutato un numero molto elevato di richieste avanzate dalle banche interessate.

I rilievi di maggiore gravità fanno riferimento ai processi per la qualità dei dati. Con riferimento ai modelli di stima della probabilità di default, i rilievi più critici hanno riguardato il calcolo della media di lungo periodo e i margini di cautela, mentre per la stima delle perdite in caso di default (loss given default, LGD) si è registrato un numero elevato di rilievi gravi per il calcolo delle perdite effettive in caso di default e per la stima della perdita in caso di default in una fase recessiva.

Attività di follow‑up all’analisi mirata dei modelli interni: le 200 indagini in loco condotte nell’ambito dell’analisi mirata dei modelli interni (Targeted Review of Internal Models, TRIM) hanno evidenziato la necessità per le banche di incrementare gli sforzi al fine di migliorare il modo in cui applicano e utilizzano i modelli interni. Una continua attività di vigilanza è considerata importante per assicurare che le banche rimedino con efficacia alle carenze individuate. In generale, per il metodo IRB, le attività di follow‑up all’analisi TRIM sono state abbinate alle indagini sui modelli interni dedicate all’implementazione del citato programma dell’ABE per la revisione dell’IRB.

Nuovi enti sottoposti alla vigilanza bancaria diretta della BCE: a seguito dell’uscita del Regno Unito dall’UE e del trasferimento degli enti all’interno dell’unione bancaria, alcuni istituti hanno richiesto l’approvazione della BCE per continuare a utilizzare i rispettivi modelli interni approvati al di fuori dell’ambito della vigilanza bancaria europea. Nel 2022 un numero significativo di IMI ha mirato alla revisione di tali modelli, in particolare il loro approccio al rischio di mercato e al rischio di controparte.A seguito delle IMI sul rischio di mercato, carenze su governance ed esternalizzazioni sono state riscontrate fra la maggior parte dei rilievi identificati presso le banche interessate dalla Brexit, a causa della loro elevata dipendenza, per quanto concerne il governo dei rischi, lo sviluppo dei modelli e il monitoraggio, da funzioni di gruppo o da altri enti del gruppo al di fuori del perimetro della vigilanza bancaria europea. Inoltre, si è riscontrato come queste banche restino indietro rispetto agli altri enti in termini di conformità agli standard regolamentari e all’interpretazione della BCE di tali requisiti, ad esempio in ambiti quali l’implementazione di un quadro di riferimento per la misurazione dei rischi non presenti nel modello[23] e dei test retrospettivi sui portafogli non ancora scaduti per il rischio di mercato. Per alcune categorie di rischio di mercato, i relativi modelli non coprivano una quota significativa di posizioni e ciò, invece, costituisce un prerequisito per l’utilizzo dei modelli interni.

Analogamente a quanto osservato per il rischio di mercato, le ispezioni sui modelli interni per il rischio di controparte hanno fatto emergere per le banche interessate dalla Brexit rilievi connessi alla governance e alle esternalizzazioni, rivelando che tali banche facevano ampio affidamento sul gruppo per la gestione del rischio, lo sviluppo e il monitoraggio dei modelli. I rilievi hanno incluso anche aspetti dei modelli interni considerati atipici per gli enti coinvolti nella Brexit, ad esempio la convalida (soprattutto in relazione alla copertura dei test retrospettivi), la qualità dei dati, la calibrazione di stress e la modellizzazione dei flussi di cassa scambiati durante il periodo con rischio di margine[24].

Infine, la BCE ha ricevuto e valutato richieste riguardanti il ritorno ad approcci meno sofisticati, soprattutto nel contesto delle iniziative intraprese dalle banche per semplificare il panorama dei modelli in linea con le aspettative di vigilanza della BCE. Si è dedicata particolare attenzione a evitare che il ritorno a tali approcci fosse eventualmente adottato in maniera selettiva.

1.4 Vigilanza indiretta sugli enti creditizi meno significativi

1.4.1 Struttura del settore degli enti meno significativi

Il settore degli enti meno significativi (less significant institutions, LSI) resta nel complesso piuttosto frammentato. Tuttavia, l’83 per cento di tutti gli LSI europei ha sede in Germania, Austria e Italia. A questi paesi, pertanto, è anche riconducibile il consolidamento nel settore degli enti meno significativi.

Nel 2022 il numero di enti meno significativi è sceso ulteriormente a 2.032, confermando la tendenza in atto verso il consolidamento all’interno del settore

Questa tendenza al consolidamento nel settore bancario degli LSI è proseguita nel corso del 2022 con un ulteriore calo del numero complessivo di enti meno significativi, passato da 2.089 alla fine del 2021 (cfr. la tavola 1) a 2.032 nel terzo trimestre del 2022; in Germania si è registrata la quota maggiore di tale flessione. Nei primi dieci mesi del 2022, complessivamente, 39 enti meno significativi (dei quali 33 tedeschi e cinque austriaci) sono stati oggetto di acquisizioni o fusioni. Rispetto all’anno precedente, è sensibilmente diminuito il numero di enti interessati da una revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, passato da dieci nel 2021, in tutti i paesi dell’MVU, a uno soltanto nel 2022. Si è inoltre verificato un solo caso di decadenza dell’autorizzazione. Tale contrazione è stata compensata solo parzialmente dalla concessione di quattro nuove licenze in quattro diverse giurisdizioni e dall’avvio dell’operatività di altri tre enti (succursali o società di partecipazione finanziaria) rientranti nell’ambito della vigilanza bancaria europea.

Tavola 1

Numero di enti meno significativi per paese

Fonte: BCE.
Nota: i dati si riferiscono al massimo livello di consolidamento, ad eccezione delle infrastrutture dei mercati finanziari.

Nonostante la riduzione del numero degli enti meno significativi, questo settore continua a rappresentare una quota rilevante del più ampio settore bancario europeo, detenendo circa il 15 per cento del totale degli attivi bancari, escluse le infrastrutture dei mercati finanziari, e il 18 per cento incluse tali infrastrutture. La quota di attivi degli LSI sul totale degli attivi bancari del rispettivo paese spiega la rilevanza del settore in alcuni Stati membri. Fornisce anche una buona indicazione dell’eterogeneità in termini di composizione dei vari sistemi bancari nazionali nei 21 paesi sottoposti alla vigilanza bancaria europea. In Lussemburgo, Germania e Austria gli attivi degli enti meno significativi rappresentavano oltre un terzo del totale degli attivi detenuti dal settore bancario a livello nazionale. Per contro, nei paesi in cui il settore bancario è più concentrato, il settore degli LSI è relativamente ridotto. Ad esempio, in Francia, Grecia e Belgio il settore rappresentava, rispettivamente, solo il 2,6, il 3,5 e il 5,5 per cento del totale degli attivi bancari.

Grafico 19

Quota di mercato degli enti significativi e meno significativi

(in percentuale del totale degli attivi bancari)

Fonti: elaborazioni della BCE basate su dati FINREP (F 01.01, F 01.01_DP).
Note: il grafico mostra la quota di mercato calcolata al massimo livello di consolidamento. Ciò significa che le succursali e gli enti che sono filiazioni di imprese madri sottoposte all’MVU sono inclusi nel totale degli attivi delle corrispondenti imprese madri e non sono considerati nella rispettiva quota di mercato del settore bancario locale. Dall’applicazione di questa metodologia generale sono escluse Bulgaria, Croazia e Slovacchia; per questi paesi le quote di mercato degli enti significativi includono il totale degli attivi degli istituti che sono filiazioni locali di imprese madri transfrontaliere sottoposte all’MVU. Le percentuali relative alle quote di mercato di Bulgaria, Croazia e Slovacchia seguono pertanto una metodologia diversa e non sono direttamente confrontabili con quelle degli altri paesi nel grafico.

Il settore degli enti meno significativi è composto da una varietà di segmenti di mercato dinamici, che spaziano dal credito al consumo e credito immobiliare, al private banking e alle gestioni patrimoniali. Le attività degli LSI hanno evidenziato la tendenza a essere geograficamente più concentrate rispetto a quelle degli enti significativi, con il credito al dettaglio che rappresenta il modello imprenditoriale prevalente. Di conseguenza, il settore degli enti meno significativi è stato tendenzialmente caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di casse di risparmio e/o banche cooperative regionali; la maggior parte delle banche in Germania e Austria partecipa anche a sistemi di tutela istituzionale (oltre due terzi di tutti gli LSI in Austria e circa il 90 per cento in Germania).

Grafico 20

Classificazione dei modelli imprenditoriali degli enti meno significativi

(valori percentuali in rapporto al numero di enti meno significativi nazionali)

Fonti: elaborazioni della BCE basate su dati FINREP (F 01.01, F 01.01_DP).
Note: il grafico mostra la quota di mercato calcolata al massimo livello di consolidamento. Ciò significa che le succursali e gli enti che sono filiazioni di imprese madri sottoposte all’MVU sono inclusi nel totale degli attivi delle corrispondenti imprese madri e non sono considerati nella rispettiva quota di mercato del settore bancario locale. Dall’applicazione di questa metodologia generale sono escluse Bulgaria, Croazia e Slovacchia; per questi paesi le quote di mercato degli enti significativi includono il totale degli attivi degli istituti che sono filiazioni locali di imprese madri transfrontaliere sottoposte all’MVU. Le percentuali relative alle quote di mercato di Bulgaria, Croazia e Slovacchia seguono pertanto una metodologia diversa e non sono direttamente confrontabili con quelle degli altri paesi nel grafico.

1.4.2 Alcune attività di vigilanza

Il rischio di credito rimane un ambito fondamentale di attenzione per la vigilanza sugli enti meno significativi, nonostante il calo dell’incidenza dei crediti deteriorati sia proseguito anche nel 2022

Nonostante la costante tendenza discendente dei livelli di NPL negli ultimi anni, il rischio di credito rimane una criticità rilevante per gli enti meno significativi, data l’attuale incertezza macroeconomica e geopolitica. A settembre 2022 l’incidenza aggregata dei crediti deteriorati (al netto dei finanziamenti di banca centrale) era pari al 2,1 per cento, in calo rispetto al 2,3 per cento di settembre 2021. Analogamente, il numero di enti meno significativi con elevati livelli di NPL[25] ha continuato a diminuire, passando da 208 a 183 su base annua.

A seguito di numerose attività di vigilanza sul rischio di credito condotte negli ultimi anni, nel 2022 è stato elaborato e introdotto un quadro di riferimento comune per il monitoraggio regolare e strutturato delle tendenze del rischio di credito per gli enti meno significativi. Ciò ha fornito parametri di riferimento più granulari per le autorità nazionali competenti (ANC), consentendo il confronto su base regolare di indicatori fondamentali relativi ad aspetti quali l’individuazione delle esposizioni oggetto di concessioni e delle inadempienze probabili da parte delle banche, nonché le prassi di accantonamento nell’intero settore degli LSI.

Nel 2022 è stata ultimata l’indagine tematica sulla governance interna degli enti meno significativi

La governance interna si è confermata una priorità fondamentale per le autorità di vigilanza europee. Nel 2021/2022 la vigilanza bancaria della BCE ha condotto un’indagine tematica sugli assetti di governance degli enti meno significativi in collaborazione con le autorità di vigilanza nazionali, utilizzando dati provenienti da un campione di quasi 300 LSI nei 21 paesi partecipanti. L’indagine ha riguardato un’ampia varietà di aspetti connessi alla governance interna, incluso il funzionamento degli organi di amministrazione degli enti meno significativi, ed è stata integrata da un’indagine sulle relative prassi di vigilanza nazionali. La vigilanza bancaria della BCE e le autorità nazionali di vigilanza continueranno a promuovere un maggiore allineamento alle aspettative e agli standard di vigilanza in materia di governance interna, affrontando le eventuali carenze individuate lungo il percorso.

La bassa redditività è stata oggetto di numerose attività di vigilanza

Nel contempo, anche la redditività si è confermata un aspetto critico per gran parte del settore degli LSI (cfr. anche la sezione 1.1.2). Pertanto, le autorità di vigilanza europee hanno condotto numerose attività a questo riguardo, incluse alcune connesse alla digitalizzazione in ambiti quali l’utilizzo delle piattaforme di deposito da parte degli enti meno significativi o lo stretto monitoraggio degli LSI che hanno adottato modelli imprenditoriali tipici delle società fintech. Inoltre, le autorità di vigilanza hanno anche svolto analisi settoriali focalizzate su ambiti quali le cooperative di credito e le società di credito edilizio o il monitoraggio delle casse di risparmio e delle reti dei sistemi di tutela istituzionale, nonché sulla Brexit, con particolare attenzione ai modelli imprenditoriali e alla redditività.

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha condotto un esercizio pilota sull’efficacia della vigilanza sugli enti meno significativi

Nel 2022 è stato altresì avviato un esercizio pilota volto a sostenere l’obiettivo generale di migliorare la coerenza dei risultati dell’attività di vigilanza per gli enti meno significativi sottoposti alla vigilanza bancaria europea. L’esercizio è stato concepito per misurare l’efficacia della vigilanza e della supervisione degli LSI sottoposti alla vigilanza bancaria europea sulla base di informazioni quantitative e qualitative. Le principali aree di attenzione hanno incluso le risorse di vigilanza, le attività di vigilanza (ad esempio le ispezioni in loco), l’intensità del dialogo di vigilanza con gli enti meno significativi e il rispetto degli orientamenti dell’ABE.

Sono state intraprese numerose ulteriori iniziative di vigilanza e di supervisione in linea con le priorità di vigilanza generali e con i rischi fondamentali individuati per il settore degli enti meno significativi

Le altre iniziative di supervisione sugli enti meno significativi hanno ricompreso l’indagine tematica sul rischio climatico, la gestione delle crisi e il riesame delle prassi adottate dalle ANC per le prove di stress. Ulteriori dettagli su queste e altre iniziative sono illustrati nel Rapporto di vigilanza sugli enti meno significativi per il 2022.

1.4.3 Ricognizione delle prassi adottate a livello nazionale per le prove di stress sugli enti meno significativi

La vigilanza bancaria della BCE ha continuato a promuovere la complessiva convergenza nell’ambito delle prove di stress di vigilanza sugli enti meno significativi, conducendo una ricognizione delle prassi nazionali in materia. L’analisi comparata degli attuali approcci a livello nazionale ha fornito la base per ulteriori progressi verso la promozione della coerenza, ove opportuno (facilitando ad esempio l’uso di scenari comuni). Lo scambio di buone prassi tra le ANC contribuirà anche all’armonizzazione delle prassi relative alle prove di stress tra gli enti meno significativi, nella misura conciliabile con le specificità nazionali degli LSI e nel pieno rispetto del principio di proporzionalità.

1.5 Compiti macroprudenziali della BCE

Nel 2022 la BCE ha continuato a collaborare attivamente con le autorità nazionali, conformemente ai compiti macroprudenziali a essa conferiti ai sensi dell’articolo 5 del regolamento sull’MVU[26]. In tale contesto, come negli anni precedenti, la BCE ha ricevuto e valutato le notifiche sulle politiche macroprudenziali provenienti dalle relative autorità nazionali. Tali notifiche hanno riguardato le decisioni inerenti alla fissazione delle riserve di capitale anticicliche (Countercyclical Capital Buffers, CCyB), le decisioni riguardanti l’individuazione e il trattamento patrimoniale di enti di importanza sistemica a livello globale (Global Systemically Important Institutions, G‑SII) o di altri enti di rilevanza sistemica (Other Systemically Important Institutions, O‑SII), nonché le decisioni relative ad altre misure macroprudenziali, ad esempio quelle relative alla fissazione delle riserve di capitale a fronte del rischio sistemico e alle misure assunte ai sensi dell’articolo 458 del regolamento sui requisiti patrimoniali (Capital Requirements Regulation, CRR).

Durante la pandemia di COVID‑19, diverse autorità nazionali hanno deciso di liberare riserve di capitale per sostenere i prestiti nel corso di tale periodo. Nel 2021, tuttavia, alcune autorità nazionali hanno iniziato a imporre nuovamente requisiti relativi alle riserve di capitale anticicliche per far fronte ai crescenti rischi ciclici (countercyclical buffer, CCyB). Tale andamento è proseguito nel 2022, quando diverse autorità nazionali hanno stabilito l’incremento delle riserve di capitale cicliche e strutturali in un contesto di crescenti vulnerabilità macrofinanziarie. Le autorità nazionali hanno inoltre individuato 129 O‑SII e per tali banche hanno fissato i coefficienti delle riserve di capitale, in linea con la metodologia che la BCE utilizza dal 2016 per determinare il livello minimo di riserve per gli enti identificati come altri enti a rilevanza sistemica. Il 21 dicembre 2022 la BCE ha annunciato che, a partire dal 1° gennaio 2024, avrebbe adottato una metodologia rivista per la valutazione del livello minimo di riserve degli O‑SII[27]. La nuova metodologia è concepita per rafforzare la capacità degli altri enti a rilevanza sistemica di assorbire le perdite, ridurre ulteriormente il rischio di eterogeneità tra le loro riserve e giungere a un trattamento più coerente degli O‑SII nei paesi sottoposti alla vigilanza bancaria europea.

A marzo 2022 la BCE ha pubblicato la propria risposta alla richiesta di un parere tecnico formulata dalla Commissione europea sulla revisione legislativa del quadro di riferimento macroprudenziale dell’UE[28]. Tale richiesta era stata indirizzata anche all’ABE e al Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS), che hanno pubblicato le loro risposte in parallelo[29].

Si riconoscono i progressi compiuti nello sviluppo dell’unione bancaria europea in una nuova metodologia di valutazione per gli enti a rilevanza sistemica globale

A maggio 2022 il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha modificato la propria metodologia utilizzata per le G‑SIB al fine di riconoscere i progressi compiuti nello sviluppo dell’unione bancaria europea. La nuova metodologia conferisce alle autorità di vigilanza la discrezionalità di ridurre il peso attribuito alle attività e alle passività interne all’unione bancaria nella valutazione dell’importanza sistemica delle banche[30]. Facendo seguito a tale cambiamento, il 27 giugno 2022 la BCE ha pubblicato una dichiarazione sul trattamento dell’unione bancaria europea nella propria metodologia di valutazione delle banche di rilevanza sistemica globale[31]. In linea con la metodologia utilizzata per le G‑SIB, nel 2022 la BCE e le autorità nazionali hanno individuato otto banche di rilevanza sistemica a livello globale sottoposte alla vigilanza bancaria europea cui sarebbe stato richiesto di detenere riserve supplementari di capitale comprese tra l’1,0 e l’1,5 per cento nel 2024[32].

Il 2 novembre 2022 il Consiglio direttivo ha pubblicato una dichiarazione in cui segnalava che alcune autorità nazionali e la BCE stavano valutando la possibile necessità di un aumento delle riserve di capitale macroprudenziali in alcuni paesi, al fine di preservare la capacità di tenuta e assicurare che le banche fossero in grado di resistere ai rischi sistemici, nel caso in cui si fossero manifestati in un momento successivo[33]. La dichiarazione, inoltre, riconosceva e approvava la segnalazione sulle vulnerabilità del sistema finanziario emessa dal CERS il 22 settembre 2022 e indirizzata anche alla BCE[34].

La vigilanza bancaria della BCE ha inoltre partecipato attivamente al lavoro del CERS in vari ambiti, tra i quali il settore degli immobili residenziali e non residenziali[35], i rischi cibernetici e climatici, le cripto‑attività e la finanza decentrata, nonché lo scenario avverso per l’esercizio di stress programmato dall’ABE nel 2023 a livello di UE e la relazione di sintesi sulla conformità nel contesto delle raccomandazioni del CERS relative alla restrizione delle distribuzioni durante la pandemia di COVID‑19[36].

1.6 Rischi e priorità di vigilanza per il periodo 2023‑2025

La vigilanza bancaria della BCE elabora e aggiorna con flessibilità le proprie priorità di vigilanza, a valle di una valutazione approfondita dei rischi e delle vulnerabilità principali del settore bancario europeo.

La vigilanza bancaria della BCE valuta e monitora costantemente i rischi e le vulnerabilità cui sono esposti gli intermediari sui quali esercita la vigilanza diretta. L’esito di tale valutazione, che rispecchia altresì le informazioni ricavate dallo SREP, rappresenta uno strumento per l’elaborazione e l’aggiornamento della strategia di medio termine della vigilanza bancaria della BCE e delle relative priorità. Tali priorità di vigilanza promuovono l’efficacia e la coerenza nella pianificazione delle attività dei GVC, agevolando così un’allocazione più efficiente delle risorse. Aiutano anche le ANC a fissare in maniera proporzionale le rispettive priorità per la vigilanza sugli enti meno significativi (cfr. la sezione 1.4).

La vigilanza bancaria della BCE ha aggiornato le priorità di vigilanza per il periodo 2023‑2025 per affrontare i rischi immediati derivanti dal contesto attuale, nonché le sfide più strutturali

Lo shock geopolitico causato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia a febbraio 2022 e le sue immediate conseguenze macrofinanziarie, concretizzatesi nei rincari dell’energia e delle materie prime, e quindi in un aumento dell’inflazione, hanno acuito le incertezze sull’andamento dell’economia e dei mercati finanziari, che hanno a loro volta accresciuto i rischi per il settore bancario. In questo contesto ricco di sfide, la vigilanza bancaria della BCE, in stretta cooperazione con le ANC, ha aggiornato le proprie priorità strategiche per il periodo 2023‑25. Gli enti vigilati dovranno innanzitutto rafforzare la propria capacità di tenuta alle conseguenze immediate degli shock macrofinanziari e geopolitici (Priorità 1); in secondo luogo, dovranno affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione e rafforzare le capacità di indirizzo degli organi di amministrazione (Priorità 2); infine, intensificare gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico (Priorità 3) (cfr. la figura 1).

Figura 1

Priorità di vigilanza 2023‑2025: affrontare le vulnerabilità individuate nelle banche

Fonte: BCE.
Note: la figura mostra le tre priorità di vigilanza e le relative vulnerabilità che le banche dovrebbero affrontare nei prossimi anni. La vigilanza bancaria della BCE condurrà attività mirate al fine di valutare, monitorare e dare seguito alle vulnerabilità individuate. Ogni vulnerabilità è associata alla rispettiva categoria di rischio generale. I settori vulnerabili sono i settori più sensibili all’attuale contesto macroeconomico.

1.6.1 Priorità 1: Rafforzare la capacità di tenuta agli shock macrofinanziari e geopolitici immediati

Gli enti hanno registrato buoni risultati nel primo semestre del 2022, ma da allora le incertezze e i rischi sono aumentati in misura significativa

Nella prima metà del 2022 gli enti vigilati hanno registrato nel complesso buoni risultati, forti della ripresa economica seguita al progressivo allentamento delle restrizioni legate alla pandemia di coronavirus (COVID‑19), nonché della graduale normalizzazione dei tassi di interesse. Le banche hanno segnalato solidi coefficienti patrimoniali e ampie riserve di liquidità per tutto il periodo, a conferma dell’elevata capacità di tenuta del settore. Sebbene l’impatto diretto della guerra mossa dalla Russia in Ucraina sia rimasto finora contenuto per gran parte degli enti vigilati, si è osservata, soprattutto in Europa, una più ampia diffusione dello shock macroeconomico, che ha esacerbato le pressioni inflazionistiche preesistenti e le perduranti strozzature lungo la catena di approvvigionamento. Di conseguenza, i rischi finanziari e non finanziari per il settore finanziario europeo sono aumentati. Alla luce di ciò, l’obiettivo primario della vigilanza bancaria della BCE per i prossimi mesi è assicurare che le banche sottoposte alla sua vigilanza diretta rafforzino la propria capacità di tenuta agli shock macrofinanziari e geopolitici immediati. Le prove di stress condotte nel 2023 a livello di UE, coordinate dall’ABE, sosterranno tale sforzo e saranno considerate ai fini del prossimo ciclo SREP, contribuendo all’attuazione delle priorità di vigilanza per il 2023.

Le banche dovrebbero colmare le carenze nella gestione del rischio di credito, anche riguardo alle esposizioni verso settori vulnerabili

L’effetto congiunto della minore crescita, dell’inflazione persistentemente elevata e dell’aumento dei tassi di interesse inciderà probabilmente sulla capacità di rimborso del debito delle imprese e delle famiglie, in particolare di quelle con livelli di indebitamento più elevati. L’aumento dei tassi di interesse sta inoltre acuendo le pressioni sul settore immobiliare, dove si sono accumulate vulnerabilità, come mostrano i persistenti segnali di sopravvalutazione dei prezzi delle abitazioni, l’aumento dei costi di costruzione e la preferenza per il lavoro a distanza, che grava soprattutto sul settore degli immobili commerciali. In considerazione di ciò, gli enti dovrebbero essere in grado di individuare e mitigare rapidamente l’eventuale accumulo di rischi nelle esposizioni verso i settori più sensibili all’attuale contesto macroeconomico. Sebbene le banche abbiano compiuto progressi negli ultimi anni, l’esercizio SREP del 2022 ha confermato che persistono carenze nei sistemi di controllo dei rischi degli enti vigilati, con particolare riferimento all’erogazione e al monitoraggio dei prestiti, alla classificazione dei debitori in difficoltà e alle politiche di accantonamento. Di conseguenza, saranno incrementati e intensificati gli sforzi della vigilanza bancaria della BCE in questo ambito e, sebbene gran parte delle attività pianificate per gli anni a venire costituisca la prosecuzione del programma di lavoro sulle priorità dello scorso anno, l’attenzione sarà concentrata anche sui settori che risentono maggiormente delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina (ad esempio i settori ad alta intensità di energia) e del contesto macroeconomico.

Le banche dovrebbero porre rimedio alla scarsa diversificazione delle fonti di provvista e alle carenze nei piani di finanziamento

Le misure straordinarie di politica monetaria introdotte durante la pandemia hanno rifornito gli enti di abbondante liquidità a costo ridotto. In questo periodo le banche hanno accresciuto, in termini relativi, il ricorso al finanziamento della banca centrale, a scapito della quota di finanziamento sul mercato. Il brusco aumento dell’inflazione osservato dall’inizio della guerra russa in Ucraina e il successivo inasprimento delle politiche monetarie nelle economie avanzate hanno segnato la fine dell’era dei tassi “più bassi più a lungo”. La conseguenza diretta per le banche è stata un aumento dei costi di finanziamento presso la banca centrale e dei differenziali nei mercati all’ingrosso. In prospettiva, le banche potrebbero quindi trovarsi di fronte a difficoltà di provvista se si rivolgessero a un maggior numero di fonti di finanziamento all’ingrosso proprio in un momento in cui diventa più costoso farlo e quando la propensione al rischio degli investitori diminuisce. Ciò potrebbe incidere sulla redditività delle banche e sulla loro capacità di mantenere gli attuali coefficienti di liquidità e finanziamento. I rischi derivanti dall’elevato ricorso delle banche al finanziamento nell’ambito delle OMRLT‑III e dalle relative strategie di uscita richiedono il vaglio continuo da parte dell’autorità di vigilanza, come evidenziato da alcuni GVC nello SREP di quest’anno. In tale contesto, la vigilanza bancaria della BCE rafforzerà il proprio impegno in relazione a numero mirato di banche con strutture di finanziamento più vulnerabili e/o con prassi di gestione del rischio di liquidità e di provvista più deboli. Agli enti vigilati sarà richiesto di elaborare, attuare e adeguare, ove necessario, un piano di liquidità e finanziamento solido e affidabile, che tenga conto delle strategie di uscita e dell’attenuazione dei rischi di rinnovo dei finanziamenti, nonché delle concentrazioni nelle strutture di finanziamento.

1.6.2 Priorità 2: Affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione e rafforzare le capacità di indirizzo degli organi di amministrazione

Le banche devono inoltre affrontare le sfide e i rischi strutturali associati al contesto sempre più digitalizzato in cui operano, al fine di assicurare la capacità di tenuta e la sostenibilità dei propri modelli imprenditoriali.

Gli enti devono elaborare e attuare delle solide strategie di digitalizzazione

La digitalizzazione non rappresenta solo una determinante fondamentale per il miglioramento dell’efficienza, ma è anche un elemento indispensabile al mantenimento della capacità concorrenziale degli enti. A tal riguardo, le banche devono adeguare le proprie strategie di trasformazione digitale sia per far fronte alla costante evoluzione delle preferenze dei consumatori, sia per sostenere l’intensificarsi della concorrenza con i principali operatori digitali del settore bancario e con i nativi digitali esterni al settore che offrono servizi bancari. Nei prossimi anni la vigilanza bancaria della BCE si prefigge di aggiornare e pubblicare le aspettative di vigilanza in materia di strategie di trasformazione digitale, valutando gli attuali piani delle banche sia con ispezioni in loco sia con verifiche, entrambe mirate. Inoltre, le autorità di vigilanza monitoreranno eventuali enti con valori anomali, per integrare la strategia complessiva e indurre le banche ad affrontare le carenze strutturali individuate.

I rischi posti dall’esternalizzazione di servizi informatici e le minacce cibernetiche sono elevati

La digitalizzazione può inoltre rappresentare una grave minaccia per le banche in termini di capacità di tenuta operativa. In particolare gli enti devono gestire i rischi derivanti dall’elevato ricorso a terzi per la fornitura di servizi informatici essenziali e le carenze negli accordi di esternalizzazione dei servizi informatici, che potrebbero determinare un incremento delle perdite dovute all’indisponibilità o alla scarsa qualità dei servizi esternalizzati. Devono altresì affrontare in modo proattivo i rischi cibernetici legati alla sicurezza informatica, la cui probabilità è aumentata con l’acuirsi delle tensioni geopolitiche e la guerra mossa dalla Russia all’Ucraina. Alla luce di ciò, la vigilanza bancaria della BCE continuerà a sottoporre a verifica gli accordi di esternalizzazione e le misure di sicurezza cibernetica delle banche, conducendo altresì indagini e ispezioni mirate per la successiva verifica dell’attuazione delle eventuali carenze riscontrate.

Le banche necessitano di organi di amministrazione ben funzionanti e diversificati, con solide capacità di indirizzo strategico

Meccanismi di governance interna solidi ed efficaci linee di indirizzo strategico rivestono un ruolo centrale per assicurare la sostenibilità dei modelli imprenditoriali delle banche. Gli enti hanno compiuto progressi nel migliorare l’idoneità complessiva dei propri organi di amministrazione e nell’adeguamento delle proprie politiche in materia di diversità, ma alcuni ambiti richiedono ancora attenzione, come il rispetto degli obiettivi di rappresentazione di genere oppure l’insufficiente grado di diversità delle competenze. Restano inoltre connotati da debolezze il processo di pianificazione degli avvicendamenti e la capacità di supervisione e di confronto dialettico esercitata dagli organi di amministrazione, nonché l’indipendenza formale degli organi di amministrazione di alcuni enti. La vigilanza bancaria della BCE continuerà a impegnarsi per fare passi avanti in questi ambiti mediante indagini mirate, ispezioni in loco, nonché verifiche mirate dei requisiti di idoneità basati sul rischio. Infine, saranno aggiornate e pubblicate le aspettative di vigilanza in materia di governance e gestione dei rischi.

È necessario colmare le persistenti lacune nell’aggregazione e nella segnalazione dei dati di rischio

L’accesso a dati e reportistica in tempi rapidi e in modo accurato non costituisce soltanto il presupposto di efficaci linee di indirizzo strategico, ma anche della gestione dei rischi e di un solido processo decisionale. Eppure, carenze rilevanti in questi ambiti sono state ripetutamente individuate negli esercizi SREP annuali. Le banche hanno mostrato progressi lenti e insufficienti nel colmare le lacune rispetto a quanto indicato dalle aspettative di vigilanza e dai relativi principi del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Di conseguenza, la vigilanza bancaria della BCE rafforzerà il proprio impegno per assicurare che gli enti vigilati compiano progressi considerevoli nel porre rimedio alle carenze strutturali individuate, sia attraverso un’interlocuzione mirata con le banche, sia attraverso ispezioni in loco.

1.6.3 Priorità 3: Intensificare gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico non può più essere considerato come un rischio di lungo termine o emergente: il suo impatto è già visibile e ci si attende una crescita notevole negli anni a venire. Affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dalla transizione climatica sta quindi diventando un’impellente necessità per le banche.

I rischi associati al cambiamento climatico devono essere affrontati in via prioritaria

L’intensificarsi degli eventi metereologici estremi che hanno colpito l’Europa sta accrescendo la probabilità e la gravità di perdite generate dal rischio fisico. Al tempo stesso, le turbative sui mercati dell’energia causate dal conflitto russo‑ucraino hanno sottolineato ulteriormente la necessità per l’Europa di mantenere lo slancio della transizione verso fonti energetiche rinnovabili. Le banche dovrebbero pertanto integrare in modo adeguato i rischi climatici e ambientali nella strategia aziendale e nei sistemi di governance e di gestione dei rischi, al fine di mitigarli e renderli noti, conformando le proprie prassi ai requisiti regolamentari vigenti e alle aspettative di vigilanza. A tal fine, la vigilanza bancaria della BCE darà seguito alle carenze individuate nella prova di stress sui rischi climatici del 2022[37] e nell’indagine tematica[38], monitorando i progressi delle banche e attuando azioni esecutive, se necessario, per assicurare il pieno allineamento alle proprie aspettative entro la fine del 2024.

2 Autorizzazioni, sanzioni e altre misure amministrative (enforcement)

2.1 Autorizzazioni

2.1.1 Valutazioni di significatività, valutazione approfondita e individuazione degli enti meno significativi ad alto impatto

2.1.1.1 Valutazioni di significatività

A seguito del riesame annuale sulla significatività e di altre valutazioni ad hoc, dal 1º gennaio 2023 la BCE esercita la vigilanza diretta su 113 banche

In linea con il regolamento quadro sull’MVU[39], a novembre 2022 si è conclusa la valutazione annuale sulla conformità di banche o gruppi bancari ai criteri di significatività[40]. A essa si sono aggiunte altre valutazioni ad hoc sulla significatività, che hanno portato a 60 decisioni in merito, e che sono state condotte a seguito di modifiche alle strutture dei gruppi.

Di conseguenza, al 30 novembre 2022 gli enti classificati come significativi erano 113[41], in calo dai 115 rilevati nella precedente valutazione annuale di significatività.

A seguito della valutazione annuale per il 2022, il Gruppo AS LHV è stato classificato come significativo in quanto ha soddisfatto il criterio di rilevanza economica al 31 dicembre 2021. Il 1º gennaio 2023 la BCE ha assunto la vigilanza diretta sul gruppo AS LHV.

Inoltre, poiché quattro imprese di investimento di classe 1 hanno ottenuto l’autorizzazione quali enti creditizi significativi, due nuovi enti significativi (significant institutions, SI) singoli sono stati aggiunti all’elenco dei soggetti vigilati: Citigroup Global Markets Europe AG dal 15 ottobre 2022 e BofA Securities Europe SA dall’8 dicembre 2022. Altri due enti creditizi significativi sono stati aggiunti ai gruppi significativi esistenti: Morgan Stanley Europe SE a Morgan Stanley Europe Holding SE, con effetto dal 2 settembre 2022, e Portzamparc a BPCE S.A., con effetto dal 3 novembre 2022.

Nel contempo, quattro istituti sono stati rimossi dall’elenco degli enti significativi:

  • J.P. Morgan Bank Luxembourg S.A. è stata rimossa a seguito della sua fusione per incorporazione in J.P. Morgan AG con effetto dal 22 gennaio 2022.
  • Banque Degroof Petercam SA, Bank Degroof Petercam NV e le sue filiazioni sono state riclassificate come enti meno significativi (less significant institutions, LSI). La vigilanza diretta della BCE su tali enti si è conclusa il 25 febbraio 2022.
  • L’autorizzazione di Sberbank Europe AG in Abwicklung è scaduta a partire dal 15 dicembre 2022.
  • L’autorizzazione della RCB Bank LTD è stata revocata dalla BCE con decorrenza dal 23 dicembre 2022.

Inoltre, sono state apportate le seguenti modifiche alle strutture di gruppo, con ripercussioni sul numero di enti vigilati significativi.

  • Swedbank Baltics AS è stata classificata come significativa, in base alle dimensioni, a seguito dell’acquisizione di Swedbank AS, “Swedbank” AS e „Swedbank”, AB, divenute filiazioni di Swedbank Baltics AS. È vigilata direttamente dalla BCE a partire dal 4 gennaio 2022.
  • Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e le sue filiazioni sono state acquisite da BPER Banca S.p.A, diventando parte del gruppo vigilato significativo guidato da BPER Banca S.p.A. con decorrenza dal 3 giugno 2022.

Infine, sono state apportate le seguenti modifiche alle strutture di gruppo, senza ripercussioni sul numero di enti vigilati significativi.

  • CrelanCo SC; CrelanCo CV è stata classificata come significativa, in base alle dimensioni, a seguito dell’acquisizione di oltre il 50 per cento del capitale e dei diritti di voto di AXA Bank Belgium SA, divenuta una filiazione di CrelanCo SC; CrelanCo CV. La BCE ha assunto la vigilanza diretta su CrelanCo SC; CrelanCo CV il 1º febbraio 2022.
  • Quintet Private Bank (Europe) S.A. è divenuta la capogruppo del relativo gruppo vigilato significativo in seguito al trasferimento della sede legale e dell’amministrazione centrale di Precision Capital S.A. dal Lussemburgo al Qatar e alla fusione per incorporazione di Banque Puilaetco Dewaay Luxembourg S.A. all’interno di Quintet Private Bank (Europe) S.A., a partire dal 25 febbraio 2022.

L’elenco degli enti vigilati viene aggiornato frequentemente. La versione più recente è disponibile sul sito Internet della vigilanza bancaria della BCE.

Tavola 2

Gruppi bancari o singoli enti significativi sottoposti alla vigilanza bancaria europea in seguito alla valutazione annuale 2022

Fonte: BCE.
Note: il “Totale degli attivi” si riferisce al totale degli attivi degli enti inclusi nell’elenco dei soggetti vigilati pubblicato a dicembre 2022 (con data di riferimento 30 novembre 2022 per quanto riguarda le decisioni di significatività notificate ai soggetti vigilati a seguito della relativa valutazione annuale e 1º novembre 2022 per quanto concerne altre variazioni e cambiamenti nella struttura dei gruppi). La data di riferimento per il totale degli attivi è il 31 dicembre 2021 (o l’ultima disponibile, utilizzata per la valutazione di significatività più recente). Il numero di enti tiene conto di tutti gli andamenti nelle strutture dei gruppi significativi fino al 1º novembre 2022 incluso e di tutti gli andamenti nelle decisioni di significatività fino al 30 novembre 2022 incluso.

2.1.1.2 Valutazioni approfondite ed esami della qualità degli attivi

Nella prima metà del 2022 la BCE ha concluso tre valutazioni approfondite avviate nel 2021. Ciascuna delle tre banche valutate soddisfaceva un criterio utile per essere sottoposta alla vigilanza diretta della BCE: Addiko Bank AG in Austria (attività transfrontaliere significative), Agri Europe Cyprus Limited in Slovenia (tra i tre maggiori enti creditizi dello Stato membro) e Barclays Bank Ireland PLC in Irlanda (dimensioni).

L’esame della qualità degli attivi (asset quality review, AQR) e la prova di stress prudenziale sono stati separati nel 2022 e sono ora gestiti come due esercizi di vigilanza distinti e indipendenti.

Nel 2022 la BCE ha avviato esercizi di esame della qualità degli attivi su quattro banche. Gli esercizi di AS “Citadele banka” in Lettonia (fra i tre maggiori enti creditizi dello Stato membro) e della banca belga Crelan SA (dimensioni) sono stati avviati a maggio 2022 e quelli relativi a Goldman Sachs Bank Europe SE (dimensioni) e Morgan Stanley Europe SE (dimensioni) hanno preso avvio a settembre 2022. Tali esercizi dovrebbero concludersi entro la fine di marzo 2023.

2.1.1.3 Enti meno significativi ad alto impatto

A causa dell’elevato numero di enti meno significativi e delle loro differenze in termini di dimensioni, complessità e profilo di rischio, la vigilanza bancaria europea li classifica in base al loro impatto sul sistema finanziario e al loro profilo di rischio. A partire dal 2022 i criteri di impatto e i criteri di rischio sono valutati separatamente. Gli enti meno significativi ad alto impatto vengono individuati una volta l’anno per ciascuno dei paesi soggetti alla vigilanza bancaria europea.

Un ente meno significativo è considerato ad alto impatto se soddisfa uno qualsiasi dei seguenti criteri:

  • Dimensioni
    Il totale degli attivi dell’ente supera i 15 miliardi di euro.
  • Importanza per l’economia
    Il totale degli attivi dell’ente supera il 15 per cento del PIL del paese, oppure è un “altro ente di rilevanza sistemica” ai sensi della direttiva sui requisiti patrimoniali[42].
  • Ente potenzialmente significativo
    L’ente meno significativo è un “ente di grandi dimensioni” ai sensi del CRR II[43] (ente che soddisfa uno dei criteri di significatività ma non è classificato come significativo).
  • Attività transfrontaliere
    L’ente meno significativo possiede uno o più enti creditizi in uno o più paesi partecipanti all’MVU.
  • Modello imprenditoriale
    L’ente meno significativo è un’infrastruttura dei mercati finanziari (IMF) dotata di un’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, una cassa di risparmio centrale o una banca centrale cooperativa o l’ente centrale di un sistema di tutela istituzionale.
  • Regola di copertura minima
    Se in una giurisdizione che utilizza i criteri di cui sopra sono individuati meno di tre enti meno significativi ad alto impatto, si applica la regola di copertura minima. Tale regola prevede che gli ulteriori enti meno significativi siano selezionati in base alle dimensioni fino all’individuazione di tre enti meno significativi ad alto impatto.

Se un ente meno significativo non soddisfa più i criteri, salvo nei casi in cui le ragioni della classificazione di ente ad alto impatto fossero attività transfrontaliere, modello imprenditoriale o la regola minima di copertura, mantiene lo status di ente ad alto impatto per i due anni successivi, in base alla cosiddetta regola di stabilità.

Un ente meno significativo che sia considerato un ente di piccole dimensioni e non complesso ai sensi del CRR II non può essere designato quale ente meno significativo ad alto impatto, a meno che non sia l’ente meno significativo più grande in una giurisdizione in cui tutti gli enti meno significativi sono di piccole dimensioni e non complessi.

2.1.1.4 Implicazioni della classificazione degli enti meno significativi come ad alto impatto

La classificazione di un ente meno significativo come ad alto impatto è un fattore di cui le autorità nazionali competenti (ANC) tengono conto nel determinare la frequenza e il livello di dettaglio delle attività di vigilanza da esse condotte, come il processo SREP e le ispezioni in loco. Inoltre, ai sensi degli articoli 97 e 98 del regolamento quadro sull’MVU, le ANC sono tenute a notificare alla BCE qualsiasi procedura o decisione di vigilanza rilevante che intendono attuare in relazione a tali enti.

La tavola seguente riporta l’elenco dei soggetti vigilati meno significativi ad alto impatto per il 2023, adottato dal Consiglio di vigilanza della BCE. Per assicurare la trasparenza sono indicati i motivi alla base della classificazione degli enti meno significativi come ad alto impatto.

Tavola 3

Elenco dei soggetti vigilati meno significativi ad alto impatto per il 2023

Belgio
Bulgaria
Germania
Estonia
Irlanda
Grecia
Spagna
Francia
Croazia
Italia
Cipro
Lettonia
Lituania
Lussemburgo
Malta
Paesi Bassi
Austria
Portogallo
Slovenia
Slovacchia
Finlandia

2.1.2 Procedure di autorizzazione

Nel 2022 alla vigilanza bancaria della BCE è stato notificato un totale di 759 procedure di autorizzazione

Nel 2022 alla vigilanza bancaria della BCE è stato notificato un totale di 759 procedure di autorizzazione (cfr. la tavola 4). Tali notifiche hanno riguardato 30 domande di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, 22 revoche delle autorizzazioni, 64 decadenze delle autorizzazioni, 87 acquisizioni o aumenti di partecipazioni qualificate, 549 procedure di passaporto e sette autorizzazioni di società di partecipazione finanziaria. Le ANC e la BCE si sono inoltre adoperate nell’autorizzare le imprese di investimento in qualità di enti creditizi dopo l’entrata in vigore del nuovo quadro di riferimento per la vigilanza sulle imprese di investimento a giugno 2021.

Tavola 4

Notifiche delle procedure di autorizzazione sottoposte alla BCE da parte di enti significativi e meno significativi

Fonte: BCE.

Nel 2022 sono state finalizzate 244 decisioni relative alle procedure di autorizzazione[44]. Di queste, 108 proposte di decisione del Consiglio di vigilanza sono state poi approvate dal Consiglio direttivo. Le restanti 136 sono state approvate dall’alta dirigenza nell’ambito del quadro normativo di delega[45]. Tali numeri includono 98 procedure (quali procedure di decadenza dell’autorizzazione e di passaporto) che sono state implicitamente approvate dalla BCE[46] senza sollevare obiezioni entro i termini di legge.

Le 244 decisioni riguardanti le procedure di autorizzazione rappresentano il 9 per cento di tutte le decisioni di vigilanza su singoli enti adottate dalla BCE nel 2022.

Una procedura di autorizzazione ha portato a una decisione negativa. Inoltre, 14 richieste di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria e sette notifiche di acquisizioni o aumenti di partecipazioni qualificate sono state ritirate prima che fosse raggiunta una decisione a causa di una valutazione negativa. In un caso è stata adottata una misura di vigilanza ai sensi dell’articolo 21 bis, paragrafo 6, della nuova direttiva sui requisiti patrimoniali (Capital Requirements Directive, CRD V)[47] in relazione a una società di partecipazione finanziaria.

Il numero di procedure di autorizzazione notificate nel 2022 è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2021.

2.1.2.1 Evoluzione delle procedure comuni

Il numero delle notifiche riguardanti procedure comuni inviate alla BCE si è mantenuto simile all’anno precedente

Nel complesso, nel 2022 il numero di notifiche riguardanti procedure comuni pervenute alla BCE per l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, le partecipazioni qualificate e le revoche si è mantenuto simile all’anno precedente.

La vigilanza bancaria della BCE ha valutato un numero elevato di partecipazioni qualificate. In alcune delle procedure, a seguito dei timori espressi dalle autorità di vigilanza durante la valutazione iniziale o del pronunciamento negativo da parte della BCE, i richiedenti hanno deciso di ritirare le richieste o di esercitare il loro diritto di udienza. In altri casi, i richiedenti hanno deciso di ritirare la domanda a causa della protratta incertezza del contesto macroeconomico o per ragioni legate a casi specifici. Per la valutazione di molteplici procedure relative a partecipazioni qualificate, determinate da riorganizzazioni interne, è stato utilizzato un approccio semplificato. Analogamente agli anni precedenti, e nonostante siano emerse dinamiche attive di consolidamento e trasformazione, è stato osservato un numero esiguo di operazioni di consolidamento transfrontaliero.

Nel 2022 gran parte delle procedure di rilascio dell’autorizzazione all’attività bancaria ha riguardato l’istituzione di nuovi enti meno significativi. Le poche procedure di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria riguardanti gli enti significativi sono principalmente riconducibili alla necessità di estendere tale autorizzazione per ulteriori attività regolamentate in via di programmazione da parte della banca. Inoltre, diverse autorizzazioni sono state concesse ai sensi del nuovo quadro regolamentare dell’UE per le imprese di investimento, introdotto con l’applicazione del regolamento e della direttiva sulle imprese di investimento a partire dal 26 giugno 2021.

Come negli anni precedenti, l’accresciuto ricorso alle innovazioni digitali per fornire servizi ai clienti dell’UE (ad esempio i modelli imprenditoriali tipici delle società fintech) ha rappresentato un’importante determinante delle nuove domande di autorizzazione all’esercizio delle attività bancarie. La maggior parte delle domande che riguardavano modelli imprenditoriali comprendenti attività e servizi legati alle cripto‑attività sono state presentate da enti creditizi con sede in Germania, a causa dello specifico requisito di autorizzazione all’esercizio dell’attività previsto dal diritto tedesco. Alcune di queste richieste di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in Germania sono state ritirate durante la valutazione iniziale. Inoltre, un ente con sede in Lussemburgo ha presentato una domanda di autorizzazione relativa a un modello imprenditoriale connesso alle cripto‑attività.

I quadri di riferimento nazionali in materia di cripto‑attività variano in misura piuttosto significativa. Pertanto, la BCE si sta adoperando per armonizzare la valutazione delle richieste di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria che coinvolgono le cripto‑attività.

Riquadro 4
Autorizzazione all’impiego di cripto‑attività

All’interno dell’UE, la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo hanno recentemente raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta riguardante i mercati delle cripto‑attività, che regolerà l’impiego di queste ultime in un quadro normativo. Al tempo stesso, i mercati delle cripto‑attività si stanno sviluppando a ritmo sostenuto, con le banche che stanno valutando l’opportunità di prendervi parte. Spetta alla BCE contribuire ad assicurare che le banche che decidono di intraprendere tali attività lo facciano in modo sicuro e solido. Come per qualunque altra procedura di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, la BCE e le autorità nazionali (ANC) di riferimento applicano i criteri della Direttiva CRD nel valutare le richieste di autorizzazione riguardanti operazioni e servizi legati alle cripto‑attività.

Le cripto‑attività sono considerate soggette a rischi associati all’antiriciclaggio e al contrasto al finanziamento del terrorismo (AML/CFT). Nella gestione di queste problematiche la BCE si avvale del contributo delle autorità nazionali competenti in materia di antiriciclaggio e delle unità di informazione finanziaria[48].

Nel 2022 la BCE ha continuato a ricevere un elevato numero di richieste di autorizzazione all’esercizio dell’attività per banche con un modello imprenditoriale fintech. Le valutazioni hanno mostrato che le imprese fintech tendono a fare ampio affidamento su servizi critici esternalizzati a causa dei loro limitati livelli di organico. L’esternalizzazione di servizi critici accresce il rischio operativo, in particolare nell’ambito dei servizi informatici e della conservazione dei dati cloud, ma anche nelle procedure di autenticazione e conoscenza del cliente. Le imprese fintech hanno spesso fatto ricorso al regime di passaporto, che consente agli enti creditizi dell’UE di fornire servizi o di stabilire succursali in qualsiasi altro paese dell’UE in base all’autorizzazione inizialmente concessa.

Diverse procedure di revoca sono scaturite dal fatto che gli enti sono stati sottoposti, direttamente o indirettamente, al regime sanzionatorio attuato dall’UE e dagli Stati Uniti in risposta alla guerra russa in Ucraina. Gli enti interessati presentavano modelli imprenditoriali divenuti non sostenibili o non conformi ai requisiti prudenziali. Altre revoche dell’autorizzazione sono state dovute all’assenza di solidità finanziaria o all’impiego di modelli imprenditoriali non sostenibili degli enti oppure ad altre gravi carenze prudenziali o connesse al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. Un ente meno significativo è uscito dal mercato attraverso procedure di insolvenza. Alcune revoche sono state inoltre determinate anche dalla cessazione volontaria dell’attività o da fusioni e altri tipi di ristrutturazione.

2.1.2.2 Evoluzione delle procedure di passaporto e delle società di partecipazione finanziaria (mista)

La BCE e le ANC hanno gestito 549 procedure di passaporto nel 2022.

Le autorizzazioni e le esenzioni per le società madre di partecipazione finanziaria (mista) sono state introdotte ai sensi dell’articolo 21 bis della CRD V. Nel 2021 la BCE ha assunto principalmente decisioni in merito alle società di partecipazione finanziaria (mista) esistenti[49]. Nel 2022 la BCE ha approvato 11 società di partecipazione finanziaria, una delle quali di nuova costituzione nel gruppo vigilato. Altre autorizzazioni hanno riguardato ritardi nel recepimento dell’articolo 21 bis nell’ordinamento nazionale (ossia dopo il 29 dicembre 2020), che a loro volta hanno ritardato le notifiche. La BCE ha inoltre assunto la sua prima “decisione congiunta” in qualità di autorità competente di uno Stato membro in cui la società di partecipazione finanziaria (mista) è stata istituita con un’altra autorità competente in qualità di autorità di vigilanza su base consolidata ai sensi dell’articolo 21 bis, paragrafo 8, della CRD V. Infine, si sono verificate varie riorganizzazioni all’interno di gruppi vigilati che hanno eliminato le società di partecipazione finanziaria (mista) dalla struttura del gruppo.

2.1.2.3 Nuovo quadro di riferimento della BCE per le imprese di investimento

La BCE e le ANC hanno inoltre continuato a lavorare alle autorizzazioni delle imprese di investimento. A giugno 2021 è entrato in vigore un nuovo quadro di riferimento per la vigilanza delle imprese di investimento, che introduce criteri in base ai quali le imprese devono presentare domanda di autorizzazione in qualità di enti creditizi. Tale autorizzazione deve essere ottenuta sulla base di criteri sia qualitativi (attività svolte) sia quantitativi (valore degli attivi), a livello di singolo ente o di gruppo. Nel 2021 e nel 2022 si è applicato un regime di salvaguardia (legacy regime) alle imprese di investimento che hanno ottenuto l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in qualità di enti creditizi. Ci si attende che circa 20 enti rientrino nell’ambito di applicazione del requisito per tale autorizzazione. Finora, le ANC hanno informato la BCE di 11 domande presentate e nel 2022 cinque imprese sono state autorizzate, principalmente in Germania, Francia e Paesi Bassi.

Al fine di promuovere una valutazione coerente tra le imprese di investimento e i paesi partecipanti alla vigilanza bancaria europea, la BCE ha sviluppato una metodologia specifica volta a trovare un equilibrio tra: a) la necessità di valutare tali imprese come qualsiasi altro ente che richiede l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria e b) il fatto che tali imprese di investimento sono state sottoposte ai requisiti prudenziali imposti dalle autorità nazionali prima di diventare enti creditizi.

2.1.2.4 Portale IMAS

Il portale IMAS è la piattaforma online che agevola le interazioni e lo scambio di informazioni tra autorità di vigilanza e soggetti vigilati/controparti terze. Il portale IMAS si inquadra nella strategia mirata a digitalizzare i processi di vigilanza e copre l’intero ciclo di vigilanza[50].

Nel 2022 le restanti procedure di autorizzazione, ovvero le richieste di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, le revoche volontarie delle autorizzazioni e le esenzioni delle società di partecipazione finanziaria sono state aggiunte al portale. Una quota significativa delle procedure di verifica dei requisiti di idoneità continua a essere elaborata attraverso il portale IMAS.

2.2 Procedure di verifica dei requisiti di idoneità

Nel 2022 si sono osservate tendenze positive nelle procedure di verifica dei requisiti di idoneità

Nel 2022 alla vigilanza bancaria della BCE è stato notificato un totale di 2.445 procedure individuali di verifica dei requisiti di idoneità (valutazioni individuali di esponenti degli organi con funzione di gestione e di controllo, di responsabili delle principali funzioni aziendali e di responsabili delle succursali situate in paesi terzi, e approvazioni di assunzioni di incarichi aggiuntivi non esecutivi, cfr. la tavola 5).

Tavola 5

Procedure di verifica dei requisiti di idoneità notificate alla BCE

Fonte: BCE.
Nota: il campione include tutti gli enti significativi, nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico, che hanno presentato istanza di verifica di idoneità.

Circa il 67 per cento di tutte le procedure di verifica dei requisiti di idoneità ricevute nel 2022 ha riguardato membri dell’organo di gestione nella sua funzione di supervisione strategica e di controllo e il 27 per cento ha riguardato componenti dell’organo di gestione nella sua funzione esecutiva. Le restanti procedure hanno riguardato responsabili delle principali funzioni aziendali (4 per cento), i responsabili delle succursali situate in paesi terzi (1 per cento) e le assunzioni di incarichi aggiuntivi non esecutivi (1 per cento).

Proseguendo una tendenza positiva iniziata nel 2019, i tempi complessivi di elaborazione delle procedure di verifica dei requisiti di idoneità si sono ridotti a una media di 102 giorni, al di sotto del periodo massimo di 4 mesi indicato al paragrafo 179 degli Orientamenti congiunti ESMA e ABE sulla valutazione dell’idoneità dei membri dell’organo di gestione e del personale che riveste ruoli chiave.

2.2.1 Evoluzione delle verifiche dei requisiti di idoneità

Nel 2022 la BCE ha individuato problematiche riguardanti uno o più criteri di idoneità nel 32 per cento delle procedure. Analogamente agli anni precedenti, le questioni più comuni hanno riguardato la disponibilità di tempo, l’esperienza e i conflitti di interesse dei membri degli organi di amministrazione e controllo. Al fine di attenuare tali criticità, la BCE ha imposto agli enti significativi delle disposizioni accessorie, in particolare 58 condizioni, 225 obblighi e 95 raccomandazioni. La politica della BCE che disciplina tali disposizioni accessorie è stata rivista nel 2022 (cfr. il riquadro 5).

In caso di seri dubbi circa l’idoneità di un esponente nominato per una carica all’interno di un organo di amministrazione e controllo o per rivestire un ruolo di responsabile delle principali funzioni aziendali, la richiesta di verifica di idoneità viene spesso revocata. In tali casi, il dialogo di vigilanza con le banche può prevenire decisioni negative in merito all’idoneità da parte della BCE. Nel 2022 in questo modo sono state ritirate 16 richieste.

La BCE ha inoltre effettuato 15 riesami dei membri degli organi di amministrazione e controllo degli enti creditizi. Sette di questi riesami hanno riguardato questioni reputazionali e quattro hanno riguardato carenze nel settore dell’antiriciclaggio. Quattro membri dei consigli di amministrazione hanno rassegnato le dimissioni a seguito di tali riesami[51]. Nel valutare l’idoneità degli esponenti, sono state inoltre prese in considerazione informazioni relative al contrasto al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo in un totale di 23 casi.

Per promuovere la diversità all’interno delle banche da essa vigilate, nell’ambito delle procedure di valutazione di idoneità la BCE effettua anche una valutazione di idoneità complessiva degli organi che tiene conto di criteri quali la diversità di genere, l’esperienza e il contesto di provenienza. In tale contesto, le decisioni sull’idoneità fanno riferimento ai pertinenti rilievi in materia di diversità e vengono imposte disposizioni accessorie ove le leggi nazionali lo consentano.

Per accrescere l’efficienza delle valutazioni dei requisiti di idoneità, la BCE continua a sviluppare i propri strumenti informatici. Alla fine del 2022 tutti i paesi partecipanti alla vigilanza bancaria europea sono stati abilitati al portale IMAS, che consente agli enti significativi di presentare le loro richieste di verifica dei requisiti di idoneità e di monitorare i progressi compiuti fino a quando non viene assunta una decisione definitiva. Nel 2022 l’utilizzo da parte delle banche del portale IMAS per le richieste di verifica dei requisiti di idoneità è aumentato dall’84 all’89 per cento, migliorando i tempi complessivi di elaborazione di tali procedure. La BCE continuerà a promuovere il pieno utilizzo del portale IMAS da parte di tutte le banche significative.

Inoltre, sono stati compiuti progressi importanti nello sviluppo dello strumento Heimdall, che razionalizza il processo di verifica dei requisiti di idoneità leggendo automaticamente i questionari compilati dalle banche e segnalando i problemi sulla base dei loro contenuti. Lo strumento utilizza il riconoscimento ottico dei caratteri, la traduzione automatica e l’analisi dei dati per ridurre il carico di lavoro manuale e la possibilità di errori umani.

Riquadro 5
La revisione del quadro di riferimento della BCE sulle disposizioni accessorie

Per accrescere l’efficacia delle decisioni in materia di idoneità, la BCE ha rivisto la propria politica sulle disposizioni accessorie. Come illustrato nella Supervision Newsletter di novembre 2022, a partire dal 1º gennaio 2023 le disposizioni accessorie (condizioni, obblighi o raccomandazioni) connesse alle decisioni in materia di idoneità prevedranno scadenze e requisiti specifici che rispondono alle esigenze correttive necessarie a garantire l’idoneità dei membri degli organi di amministrazione. Le disposizioni accessorie risulteranno più chiare e per le banche e le autorità di vigilanza sarà più semplice dar loro seguito; di conseguenza, le decisioni in materia di idoneità avranno maggiore efficacia. Inoltre, in base alla politica così rivista, la BCE non imporrà più obblighi senza indicare una scadenza, né si limiterà a richiamare vincoli giuridici che le banche sono tenute a rispettare in ogni caso. Di conseguenza, il numero complessivo di disposizioni accessorie diminuirà, e quelle che saranno adottate impegneranno le banche e le autorità di vigilanza in maniera più puntuale, rendendo tali disposizioni uno strumento più efficace. La revisione della politica sull’utilizzo delle disposizioni accessorie rappresenta un ulteriore passo della BCE verso un approccio più capillare e snello in materia di verifica dei requisiti di idoneità, nonché verso il miglioramento della governance delle banche.

2.3 Segnalazioni di violazioni, sanzioni e altre misure amministrative (enforcement)

2.3.1 Misure sanzionatorie e altre misure amministrative (enforcement)

La BCE ha gestito dieci procedimenti nel 2022, otto dei quali si sono conclusi a fine anno

Ai sensi del regolamento sull’MVU e del regolamento quadro sull’MVU, la ripartizione dei poteri di enforcement e sanzionatori tra la BCE e le ANC dipende dalla natura della presunta violazione, dal soggetto coinvolto e dalla misura che deve essere adottata (cfr. il Rapporto annuale della BCE sulle attività di vigilanza 2014). Conformemente al quadro normativo vigente, le sanzioni irrogate dalla BCE nell’ambito dei suoi compiti di vigilanza sono pubblicate sul sito Internet della vigilanza bancaria della BCE. Le sanzioni irrogate dalle ANC su richiesta della BCE sono pubblicate sullo stesso sito Internet.

Nel 2022 la BCE ha gestito dieci procedimenti sanzionatori, che hanno condotto a otto decisioni (cfr. la tavola 6).

Tavola 6

Procedimenti sanzionatori e altre misure amministrative della BCE nel 2022

Fonte: BCE.

Nel 2022 la BCE ha irrogato sei sanzioni pecuniarie per un importo pari a 12.240.000 euro

Nel 2022, otto dei dieci procedimenti gestiti hanno riguardato sospette violazioni di leggi dell’UE direttamente applicabili (comprese decisioni e disposizioni regolamentari della BCE) da parte di enti significativi. Sei di questi procedimenti si sono conclusi nel 2022 con decisioni della BCE che hanno irrogato sanzioni per un importo pari a 12.240.000 euro. Tre di questi hanno confermato decisioni sanzionatorie adottate inizialmente nel 2018, ma successivamente annullate in parte dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nel 2020. Due procedimenti erano ancora in corso alla fine del 2022.

I due rimanenti procedimenti gestiti nel 2022 hanno riguardato sospette violazioni della normativa nazionale di attuazione della direttiva sui requisiti patrimoniali e acquisizioni di partecipazioni qualificate in due enti meno significativi. I procedimenti si sono conclusi con le richieste da parte della BCE alle ANC interessate di avviare altri procedimenti.

Il grafico 21 riporta una ripartizione completa per ambito di pertinenza delle sospette violazioni oggetto delle procedure relative a sanzioni e altre misure amministrative gestite dalla BCE nel 2022.

Grafico 21

Sospette violazioni oggetto di procedure sanzionatorie e altre misure amministrative nel 2022

Fonte: BCE.

In seguito alle richieste di avvio di procedimenti precedentemente avanzate dalla BCE, e dopo aver valutato i singoli casi ai sensi della normativa nazionale, nel 2022 una ANC ha irrogato tre sanzioni pecuniarie per un importo di 6.000 euro

In seguito alle richieste di avvio di procedimenti precedentemente avanzate dalla BCE, e dopo aver valutato i singoli casi ai sensi della normativa nazionale, nel 2022 una ANC ha irrogato tre sanzioni pecuniarie per un importo di 6.000 euro.

Inoltre nel caso in cui la BCE abbia motivo di sospettare che sia stato commesso un illecito di possibile rilevanza penale, viene richiesto alla relativa ANC di deferire la questione alle autorità competenti per l’avvio delle indagini e per l’esercizio di possibili azioni penali, ai sensi della normativa nazionale. Una richiesta di questo tipo è stata inoltrata alla rispettiva ANC nel corso del 2022.

Informazioni più dettagliate, comprese statistiche esaustive sulle attività sanzionatorie relative alle violazioni dei requisiti prudenziali condotte nel 2022 dalla BCE e dalle ANC nell’ambito della vigilanza bancaria europea, saranno presentate nel Rapporto annuale sulle attività sanzionatorie nell’MVU nel 2022. Il rapporto sarà pubblicato nel secondo trimestre del 2023 sul sito Internet della BCE dedicato alla vigilanza bancaria.

2.3.2 Segnalazione delle violazioni

Nel 2022 la BCE ha ricevuto 204 segnalazioni, il 34 per cento in più rispetto all’anno precedente.

Ai sensi dell’articolo 23 del regolamento sull’MVU la BCE è tenuta ad assicurarsi che siano instaurati meccanismi efficaci per la segnalazione, da parte di qualsiasi soggetto, di violazioni della normativa pertinente dell’Unione europea: una procedura comunemente definita “whistleblowing”. A tal fine, la BCE impiega un meccanismo di segnalazione delle irregolarità che comprende una piattaforma web prestrutturata, accessibile tramite il sito Internet della vigilanza bancaria della BCE.

La BCE garantisce la piena riservatezza delle segnalazioni ricevute attraverso la piattaforma web o altri canali (ad esempio posta elettronica o corrispondenza cartacea) e tiene conto di tutte le informazioni disponibili nello svolgimento dei suoi compiti di vigilanza.

Nel 2022 la BCE ha ricevuto 204 segnalazioni, il 34 per cento in più rispetto all’anno precedente. Di queste, 86 si riferivano a presunte violazioni delle leggi dell’Unione europea, 78 delle quali sono state considerate riconducibili ai compiti di vigilanza della BCE e otto di competenza delle ANC. Le restanti segnalazioni riguardavano soprattutto sospette violazioni di requisiti non prudenziali (ad esempio in materia di tutela dei consumatori) che pertanto non rientravano nel perimetro del meccanismo di segnalazione delle violazioni.

Tra le sospette violazioni segnalate più di frequente, riconducibili ai compiti di vigilanza della BCE, vi sono state questioni di governance (90 per cento) e di calcolo inadeguato dei fondi propri e dei requisiti patrimoniali (5 per cento). Una ripartizione di dettaglio è illustrata nel grafico 22. Le questioni legate alla governance riguardavano principalmente la gestione dei rischi e i controlli interni, le funzioni degli organi di gestione, i requisiti di idoneità e la struttura organizzativa[52].

Grafico 22

Presunte violazioni segnalate tramite il meccanismo di whistleblowing

(valori percentuali)

Fonte: BCE.

Le informazioni ottenute tramite il meccanismo di segnalazione delle violazioni sono state portate all’attenzione dei gruppi di vigilanza congiunta competenti. Le informazioni sono state opportunamente esaminate e sottoposte ad approfondimenti da parte della BCE nell’ambito dei propri compiti di vigilanza.

Le indagini avviate nel 2022 a seguito di segnalazioni di violazioni della normativa UE pertinente, ricevute nel corso dell’anno, o in precedenza, hanno riguardato principalmente:

  • richieste di documenti o chiarimenti rivolte ai soggetti vigilati (52 per cento);
  • valutazioni interne basate sulla documentazione esistente (36 per cento);
  • richieste di revisioni interne o ispezioni (7 per cento).
  • interviste della/e persona/e oggetto di accuse (5 per cento).

3 Il contributo alla gestione delle crisi

3.1 L’impatto della guerra russa in Ucraina sulle banche vigilate: casi di crisi nel 2022

La situazione geopolitica in Russia e Ucraina ha interessato sia gli enti significativi sia quelli meno significativi. Alcune banche sono state sottoposte a misure, nell’ambito del quadro di riferimento per la gestione delle crisi, che si sono dimostrate efficaci.

3.1.1 Il caso di Sberbank Europe AG

La BCE ha stabilito che Sberbank Europe AG e le sue filiazioni in Croazia e Slovenia fossero in dissesto o a rischio di dissesto

Nell’ambito del quadro normativo dell’UE per la gestione delle crisi, la BCE, previa consultazione del Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, SRB) può dichiarare un soggetto vigilato in dissesto o a rischio di dissesto (failing or likely to fail, FOLTF). Il 28 febbraio 2022 la BCE ha stabilito che l’ente significativo austriaco Sberbank Europe AG e le sue due filiazioni nell’unione bancaria, Sberbank d.d. in Croazia e Sberbank banka d.d. in Slovenia, fossero in dissesto o a rischio di dissesto ai sensi dell’articolo 18, paragrafo 1, lettera a), e dell’articolo 18, paragrafo 4, lettera c) del regolamento relativo al Meccanismo di risoluzione unico[53], a causa di un deterioramento irreversibile della loro situazione di liquidità[54].

3.1.1.1 Preparazione della valutazione sullo stato di dissesto o rischio di dissesto

Le banche hanno registrato significativi deflussi di depositi a seguito dell’impatto reputazionale dovuto alle tensioni geopolitiche culminate nell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022. Ciò ha determinato un rapido e sostanziale deterioramento della loro posizione di liquidità. Non vi erano misure disponibili che avessero possibilità realistiche di ripristinare la posizione di liquidità a livello di gruppo e in ciascuna delle filiazioni di Sberbank Europe AG all’interno dell’unione bancaria. Il 28 febbraio 2022 la BCE ha concluso che gli enti sarebbero stati probabilmente inadempienti alla scadenza dei propri debiti o altre passività.

3.1.1.2 Cooperazione e scambio di informazioni con il Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, SRB) e con altre autorità

La BCE ha intensificato le interazioni con l’SRB in seguito all’acuirsi delle tensioni geopolitiche e ha adottato misure preparatorie iniziali. I gruppi della BCE e dell’SRB direttamente responsabili di Sberbank Europe AG hanno collaborato strettamente e la situazione di liquidità della banca è stata discussa in dettaglio con i rappresentanti dell’SRB nel corso di riunioni sulla gestione delle crisi organizzate dalla BCE. L’SRB è stato inoltre invitato a partecipare in qualità di osservatore alle riunioni del Consiglio di vigilanza della BCE sul tema. Un rappresentante della BCE ha partecipato come osservatore a tutte le sessioni esecutive dell’SRB relative a questo caso, compresa la riunione in cui l’SRB ha deliberato sulle azioni di risoluzione. La BCE e l’SRB hanno espresso apprezzamento per il clima di stretta ed efficace cooperazione mantenuto nella situazione di crisi.

Data la presenza di Sberbank Europe AG in diverse giurisdizioni, la BCE ha inoltre collaborato con una serie di autorità nazionali competenti dell’Unione europea e dei paesi non appartenenti all’UE. Tale cooperazione è stata sostenuta dall’esistenza di un quadro di riferimento comune per la gestione delle crisi: la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche. Tuttavia, la frammentazione delle disposizioni normative nazionali ha aggiunto complessità al processo.

3.1.1.3 Azioni intraprese dopo la valutazione relativa al dissesto o al rischio di dissesto

Dopo una moratoria di due giorni, il 1º marzo 2022 l’SRB ha adottato decisioni di risoluzione per le filiazioni croate e slovene e ha deciso che non era necessaria alcuna azione di risoluzione per la società capogruppo in Austria[55]. Lo stesso giorno, la BCE ha dato mandato all’Autorità austriaca per la vigilanza finanziaria di nominare un commissario del governo e di vietare la prosecuzione dell’attività a Sberbank Europe AG. Tutte le azioni della filiazione croata Sberbank d.d. sono state trasferite alla Hrvatska Poštanska Banka d.d. (Croatian Postbank) e tutte le quote della filiazione slovena Sberbank banka d.d. sono state trasferite alla Nova ljubljanska banka d.d. (NLB d.d.). Le precedenti filiazioni di Sberbank Europe AG sono state regolarmente riaperte il 2 marzo 2022, senza interruzioni per depositanti o clienti. La società capogruppo austriaca ha evitato le procedure fallimentari e ha stabilito di perseguire una liquidazione volontaria ai sensi della normativa nazionale. Il 21 aprile 2022 l’Assemblea generale di Sberbank Europe AG ha approvato il piano di liquidazione, lo scioglimento e la liquidazione della banca e la nomina di quattro membri del Consiglio di amministrazione come liquidatori, incaricandoli di rinunciare all’autorizzazione all’attività bancaria al termine delle procedure di liquidazione. Nell’autunno del 2022 Sberbank Europe AG aveva portato quasi a termine il proprio piano di liquidazione, venduto la grande maggioranza delle sue attività e rimborsato quasi tutti i depositanti; ciò le ha consentito di rimettere l’autorizzazione all’attività bancaria nel dicembre 2022.

3.1.2 Il caso di RCB Bank LTD

RCB Bank LTD è una banca cipriota della quale la banca con sede russa VTB era, fino a poco tempo fa, un azionista significativo.

A marzo 2022, a seguito dell’irrogazione di sanzioni dovute all’invasione russa dell’Ucraina, la BCE ha assunto diverse decisioni in relazione alle operazioni di RCB Bank. Nello specifico, la BCE ha a) approvato la cessione di parte del portafoglio prestiti di RCB Bank a Hellenic Bank Public Company Ltd; b) limitato l’attività di RCB Bank, impedendole di accettare nuovi depositi, concedere nuovi crediti o effettuare nuovi investimenti e c) nominato un commissario straordinario per lavorare con la dirigenza e monitorarne attentamente la liquidità e il capitale.

Il mutato contesto geopolitico ha indotto RCB Bank a rivedere la sua strategia aziendale complessiva e a decidere per una liquidazione volontaria della propria attività bancaria, al fine di rimborsare completamente tutti i depositanti e rinunciare all’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria alla fine del processo[56]. Entro l’autunno 2022 RCB Bank aveva rimborsato, trasferito o trasformato tutti i suoi depositi e ha richiesto la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, approvata dalla BCE con decisione del 22 dicembre 2022[57].

3.2 Interazione con il Comitato di risoluzione unico

La stretta cooperazione tra la vigilanza bancaria della BCE e l’SRB è proseguita nel 2022

Nel 2022 è proseguita la stretta collaborazione a tutti i livelli tra la vigilanza bancaria della BCE e l’SRB. Il Consiglio di vigilanza della BCE ha invitato il presidente dell’SRB a partecipare alle riunioni del Consiglio stesso in qualità di osservatore per i punti relativi alle responsabilità del Comitato. Analogamente, un rappresentante della BCE ha partecipato in qualità di osservatore a tutte le sessioni esecutive e plenarie dell’SRB. Inoltre, vi sono stati confronti periodici tra presidenti, alti dirigenti e personale direttivo della BCE e dell’SRB su questioni di interesse comune, quali l’aggiornamento del protocollo d’intesa tra l’SRB e la BCE, la pianificazione del risanamento e della risoluzione e i lavori sulle politiche di gestione delle crisi. Infine, in linea con il protocollo d’intesa, entrambe le organizzazioni hanno condiviso un’ampia serie di dati e informazioni rilevanti già a loro disposizione. Ciò ha alleggerito le banche di un significativo onere di doppia segnalazione.

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE e l’SRB hanno avviato la seconda revisione del protocollo d’intesa bilaterale. La revisione si propone di attingere all’esperienza maturata negli ultimi anni e di tenere conto dei nuovi interventi normativi e dei nuovi ambiti di cooperazione. La revisione determinerà un ulteriore rafforzamento della collaborazione e dello scambio di informazioni tra la vigilanza bancaria della BCE e l’SRB. Inoltre, come in passato, la BCE ha partecipato all’esercizio di simulazione di crisi (dry‑run) condotto dall’SRB e all’esercizio trilaterale di livello principale, che ha coinvolto autorità di risoluzione, autorità di vigilanza, banche centrali e ministeri delle finanze degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’unione bancaria. L’obiettivo di tale serie di esercizi e scambi regolari è quello di migliorare la comprensione dei regimi di risoluzione adottati in ciascuna giurisdizione e rafforzare il coordinamento in materia di pianificazione e di procedure di risoluzione delle crisi transfrontaliere.

Inoltre, la periodica interazione tra i gruppi di vigilanza congiunti della BCE e i gruppi interni per la risoluzione dell’SRB ha continuato a svolgere un ruolo fondamentale nella cooperazione tra le due organizzazioni. La collaborazione è stata particolarmente stretta per le banche che rientrano nel quadro di gestione delle crisi della BCE, ovvero quelle con situazioni finanziarie deteriorate, al fine di assicurare il pieno allineamento delle autorità di vigilanza e di risoluzione in una situazione di crisi (cfr. la Sezione 3.1).

In linea con il quadro giuridico di riferimento, l’SRB è stato consultato in merito ai piani di risanamento presentati alla vigilanza bancaria della BCE dagli enti significativi. Delle osservazioni espresse dall’SRB si è tenuto conto nella valutazione di tali piani e nella preparazione di riscontri per i soggetti vigilati. Tali osservazioni hanno riguardato, tra l’altro, la calibrazione delle soglie degli indicatori di risanamento relative al requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (minimum requirement for own funds and eligible liabilities, MREL), nonché l’impatto delle opzioni di risanamento sulla possibilità di risoluzione.

Infine, l’SRB ha consultato la vigilanza bancaria della BCE in merito alle proposte di piani di risoluzione ai sensi del regolamento sul Meccanismo di risoluzione unico. Come in passato, tale consultazione ha riguardato, tra l’altro, la determinazione del MREL, inclusa l’applicazione di deroghe interne allo stesso, e le valutazioni di fattibilità della risoluzione. Inoltre, la BCE è stata consultata anche in merito alle richieste avanzate dalle autorità nazionali di risoluzione ai sensi dell’articolo 12 quinquies, paragrafo 5 del regolamento sul Meccanismo di risoluzione unico. Come negli anni precedenti, l’SRB ha consultato la vigilanza bancaria della BCE anche sulla proposta di calcolo dei contributi ex ante che gli enti significativi dovrebbero corrispondere al Fondo di risoluzione unico; nel valutare la proposta, la BCE ha espresso osservazioni in una prospettiva di vigilanza e di continuità operativa.

3.3 Gestione delle crisi che coinvolgono enti meno significativi

La gestione delle crisi che coinvolgono enti meno significativi (less significant institutions, LSI) richiede una stretta cooperazione tra l’ANC, incaricata della vigilanza diretta, e la BCE. Sebbene l’ANC sia direttamente responsabile delle azioni di vigilanza rivolte agli enti meno significativi, la necessità di intensificare la cooperazione e la condivisione delle informazioni si verifica quando un ente meno significativo si avvicina a una situazione che ne pregiudica la sopravvivenza. In tale fase la BCE, in quanto autorità competente per le procedure comuni, collabora con l’ANC per una eventuale revoca dell’autorizzazione.

La BCE e le ANC hanno collaborato strettamente per gestire 20 enti meno significativi soggetti a deterioramento finanziario

Nel 2022 la BCE e le ANC hanno collaborato strettamente e scambiato informazioni su numerosi enti meno significativi risultati esposti a un possibile deterioramento finanziario o una possibile crisi. Le ANC hanno notificato alla BCE otto nuovi casi di deterioramento finanziario di enti meno significativi. La BCE e le ANC hanno inoltre continuato a collaborare strettamente e a scambiarsi informazioni su 20 casi di deterioramento finanziario, di cui nove hanno richiesto l’istituzione di gruppi di contatto dedicati per la gestione delle crisi. Come negli anni precedenti tali gruppi, composti da rappresentanti sia della BCE sia delle ANC interessate, hanno assicurato che le crisi fossero monitorate con attenzione e che le azioni e le decisioni di vigilanza fossero adottate in modo tempestivo e coordinato. Nel 2022, nell’ambito del piano di lavoro sugli enti meno significativi del 2022/2023, è stato istituito un gruppo di lavoro congiunto BCE‑ANC, incaricato di esaminare e migliorare ulteriormente la cooperazione sui casi di crisi di enti meno significativi.

Nel 2022 le ANC hanno inoltre notificato alla BCE tre casi di revoca dell’autorizzazione per enti meno significativi. In tutti e tre i casi la BCE ha disposto la revoca dell’autorizzazione.

Le principali cause del deterioramento finanziario di enti meno significativi nel 2022 sono state: i modelli imprenditoriali non sostenibili, la redditività persistentemente bassa che ha portato a problematiche di solvibilità e assetti di governance carenti (fra cui presidi inadeguati contro il riciclaggio di denaro).

Riquadro 6
La revisione del quadro normativo per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi

Nella sua dichiarazione del 16 giugno 2022, l’Eurogruppo ha invitato la Commissione europea a valutare la possibilità di anticipare la presentazione delle proposte legislative per la revisione del quadro normativo per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi. L’Eurogruppo ha convenuto che un quadro normativo rafforzato per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi dovrebbe includere una valutazione chiara e armonizzata dell’interesse pubblico, una più ampia applicazione degli strumenti di risoluzione nella gestione delle crisi a livello europeo e nazionale, una maggiore armonizzazione del ricorso ai fondi nazionali di garanzia dei depositi nell’ambito della gestione delle crisi, nonché l’armonizzazione di specifichi aspetti delle normative nazionali in materia di insolvenza bancaria.

Un efficace quadro normativo europeo è essenziale per prevenire e affrontare il fallimento di banche di qualsiasi dimensione, all’interno degli Stati membri dell’UE e in ambito transfrontaliero. Le priorità della vigilanza bancaria della BCE e le preliminari raccomandazioni per la revisione del quadro normativo per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi sono state illustrate nel contributo della BCE alla consultazione mirata condotta dalla Commissione europea.

Per quanto riguarda i possibili miglioramenti al quadro normativo per la gestione delle crisi, è particolarmente importante rendere più chiaro le previsioni in materia di intervento precoce già esistenti, così da agevolarne l’attuazione pratica. Occorre inoltre far fronte al rischio residuale di possibili situazioni di “limbo”: un ente dichiarato in dissesto o a rischio di dissesto ma per il quale non sia avviata la risoluzione dovrebbe essere sottoposto a una procedura che preveda la liquidazione delle sue attività e conduca a una tempestiva uscita dal mercato bancario.

Una più ampia applicazione del quadro normativo in materia di risoluzione accrescerebbe la parità di trattamento e l’attuazione delle migliori prassi nell’utilizzo degli strumenti di risoluzione. Nel contempo, vi è anche la necessità di rivedere e armonizzare ulteriormente il quadro normativo in materia di liquidazione. Un utilizzo più estensivo delle risorse del sistema di garanzia dei depositi potrebbe agevolare il ricorso a strategie di cessione, sia in caso di risoluzione, sia in caso di liquidazione. Per fare ciò, il test del minor onere (“least‑cost test”) dovrebbe essere ricalibrato e armonizzato. Si potrebbe inoltre valutare la possibilità di eliminare la cosiddetta “super‑preference” a favore del sistema di garanzia dei depositi, che sarebbe quindi messo in condizione di finanziare maggiormente sia interventi in risoluzione, sia interventi in liquidazione. In tal modo si faciliterebbe l’uscita dal mercato delle banche in dissesto, con modalità che preserverebbero il valore delle loro attività.

La vigilanza bancaria della BCE è pronta a contribuire, nell’ambito delle proprie competenze, al processo legislativo in procinto di essere avviato per la revisione del quadro normativo per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi.

4 La cooperazione interistituzionale

4.1 Cooperazione a livello europeo e internazionale

Un risultato importante raggiunto nel 2022 è stata l’adozione di norme di approvazione più semplici riguardo la trasmissione di informazioni di vigilanza alle autorità che non fanno parte del Meccanismo di vigilanza unico (MVU). Il relativo atto giuridico[58] semplifica e rende più trasparenti le norme di autorizzazione alla trasmissione, in linea con la normativa applicabile.

4.1.1 Cooperazione con le altre autorità di vigilanza dell’UE e le autorità dei paesi al di fuori dell’UE

4.1.1.1 La BCE e i collegi delle autorità di vigilanza bancaria

Per esercitare un’efficace vigilanza sui gruppi bancari transfrontalieri, è fondamentale che ci sia una buona cooperazione tra le autorità di vigilanza, sia a livello di UE, sia mondiale. La BCE svolge il ruolo di autorità di vigilanza su base consolidata per i gruppi bancari significativi con sede legale in un paese partecipante alla vigilanza bancaria europea. Per i gruppi bancari significativi che operano su base transfrontaliera all’interno dell’unione bancaria, la BCE è l’autorità di vigilanza unica responsabile dell’impresa madre e di tutte le filiazioni o succursali transfrontaliere.

Per i gruppi bancari significativi che operano al di fuori dell’unione bancaria, la BCE partecipa ai collegi delle autorità di vigilanza: strutture permanenti ma flessibili, deputate alla collaborazione, al coordinamento e alla condivisione delle informazioni, che riuniscono le autorità competenti coinvolte nella vigilanza dei gruppi bancari transfrontalieri. I collegi delle autorità di vigilanza consentono alla BCE di sviluppare approcci e decisioni di vigilanza coordinati e di assicurare programmi di lavoro comuni con altre autorità coinvolte nella vigilanza dello stesso gruppo bancario transfrontaliero. La BCE organizza collegi nei casi in cui, in qualità di autorità di vigilanza del paese di origine, essa è l’autorità responsabile della vigilanza di un gruppo bancario su base consolidata. Se la BCE è autorità di vigilanza del paese ospitante e vigila su specifici enti di un gruppo bancario, partecipa ai collegi delle autorità di vigilanza su invito dell’autorità di vigilanza del paese di origine.

Come autorità del paese ospitante, la BCE partecipa ai collegi dei gruppi bancari la cui impresa madre è insediata al di fuori dell’unione bancaria

Nel 2022 è stato istituito un collegio delle autorità di vigilanza per 43 delle banche sottoposte alla vigilanza diretta della BCE. La BCE è stata l’autorità di vigilanza del paese di origine del collegio in 25 casi, in 18 dei quali i collegi erano composti esclusivamente da autorità di vigilanza dell’UE. In qualità di autorità del paese ospitante, la BCE ha partecipato ad altri sette collegi dell’UE, nonché a 11 collegi istituiti da autorità di paesi terzi. Inoltre, sono stati stipulati 29 accordi scritti di cooperazione e coordinamento, ossia quadri di cooperazione concordati tra un’autorità di vigilanza e altri membri del collegio per coordinare il contributo e lo scambio di informazioni riservate. Nel 2023 la BCE si attende l’istituzione di circa otto nuovi collegi delle autorità di vigilanza, nel rispetto della regolamentazione applicabile.

Un gruppo trasversale, composto da rappresentanti di tre Direzioni responsabili della vigilanza cartolare diretta degli enti individuali, assiste costantemente i gruppi di vigilanza congiunti nell’adempimento degli obblighi di cooperazione previsti dalla normativa e dalle direttive europee (ad esempio, censimento degli intermediari appartenenti al medesimo gruppo, scambio dei principali indicatori finanziari tra autorità competenti, programma di revisione dei collegi di vigilanza). Il gruppo trasversale favorisce inoltre l’armonizzazione e promuove le migliori prassi di vigilanza in materia di cooperazione internazionale.

4.1.1.2 Rafforzamento della cooperazione con le autorità di vigilanza dell’UE che non partecipano all’MVU

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha sottoscritto protocolli di intesa con le autorità di vigilanza degli Stati membri dell’UE che non partecipano all’MVU

La BCE intende rafforzare ulteriormente la cooperazione in materia di vigilanza a livello europeo promuovendo una cultura di vigilanza comune e cercando di allineare le prassi e le metodologie di vigilanza. A tal fine, nel 2022 la BCE ha concluso un protocollo di intesa (memorandum of understanding, MoU) multilaterale con le autorità nazionali competenti dei sei Stati membri dell’UE non partecipanti all’MVU (Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Polonia, Romania e Svezia) ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 6, del regolamento sull’MVU. Tale protocollo di intesa prevede il rafforzamento della cooperazione tra la BCE e le citate autorità ai fini dell’assolvimento dei rispettivi compiti di vigilanza sugli enti creditizi e sulla loro operatività transfrontaliera. Ciò contribuirà ad assicurare una maggiore condivisione delle informazioni, ad esempio sugli incidenti cibernetici, nonché un rafforzamento della cooperazione per ridurre i rischi di frammentazione dei mercati bancari europei nei periodi di stress[59]. I protocolli di intesa sono pubblicati sul sito Internet della vigilanza bancaria della BCE.

4.1.1.3 Cooperazione con altre autorità di vigilanza settoriali nell’UE e con autorità di vigilanza prudenziale di paesi terzi

I conglomerati finanziari sono gruppi o sottogruppi finanziari che forniscono servizi e prodotti in diversi settori dei mercati finanziari, quali quello bancario, quello assicurativo o quello degli investimenti. Alcuni di questi conglomerati sono tra i maggiori gruppi finanziari attivi sui mercati finanziari e offrono servizi su scala mondiale.

La direttiva sui conglomerati finanziari prevede che l’autorità di coordinamento e le altre rispettive autorità competenti della vigilanza supplementare sui conglomerati finanziari adottino degli accordi di coordinamento al fine di facilitare la cooperazione tra loro. Per i gruppi con a capo enti per cui la BCE è l’autorità di vigilanza su base consolidata, essa è la responsabile della costituzione di tali accordi di coordinamento. Nel 2022 il Consiglio di vigilanza e il Consiglio direttivo hanno approvato gli accordi di coordinamento per la vigilanza supplementare sui conglomerati finanziari gestiti da 16 enti significativi.

Nel 2022 la BCE ha altresì continuato a intensificare la cooperazione con le autorità nazionali di supervisione sui mercati dell’UE. In tale contesto, la BCE e la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa italiana (CONSOB) hanno aggiornato il protocollo d’intesa bilaterale.

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha sottoscritto protocolli di intesa con le autorità di vigilanza di Canada e Giappone

Infine, sono stati sottoscritti due protocolli di intesa in materia di vigilanza con le autorità di vigilanza prudenziale di paesi terzi: uno con l’autorità di vigilanza canadese (Office of the Superintendent of Financial Institutions of Canada) e l’altro con quella giapponese (Japanese Financial Services Agency).

4.1.2 Programmi di valutazione del settore finanziario dell’FMI

I programmi di valutazione del settore finanziario (Financial Sector Assessment Programmes, FSAP) del Fondo monetario internazionale (FMI) prevedono una valutazione esaustiva e approfondita del settore finanziario di un paese.

La vigilanza bancaria della BCE ha attuato molte delle raccomandazioni del programma FSAP dell’FMI per l’area dell’euro

Il programma FSAP dell’FMI del 2018 per l’area dell’euro ha esaminato l’architettura di vigilanza e di risoluzione delle crisi bancarie all’interno dell’area. La vigilanza bancaria della BCE ha attuato molte delle raccomandazioni dell’FMI nelle sue prassi di vigilanza; nel contempo i colegislatori dell’UE hanno dato seguito, e continuano a farlo, alle raccomandazioni che richiedono modifiche al diritto comunitario. L’avvio del prossimo programma FSAP dell’FMI relativo all’area dell’euro è previsto per il 2024.

Gli FSAP nazionali non includono valutazioni della vigilanza bancaria europea

Nel 2022 l’FMI ha concluso gli FSAP relativi a Germania, Irlanda e Finlandia; ha inoltre avviato lo FSAP per il Belgio. Tali FSAP nazionali esaminano tematiche non bancarie quali i settori assicurativi e gli assetti macroprudenziali nazionali e comportano una valutazione olistica delle questioni bancarie, in particolare quelle che rientrano nella sfera di competenza delle autorità nazionali preposte alla vigilanza degli enti meno significativi o gli aspetti legati all’antiriciclaggio e al contrasto al finanziamento del terrorismo.

La BCE partecipa alle consultazioni nazionali dell’FMI ai sensi dell’articolo IV

Il coinvolgimento della BCE nelle consultazioni nazionali dell’FMI ai sensi dell’articolo IV per i paesi che partecipano alla vigilanza bancaria europea riguarda questioni microprudenziali e macroprudenziali, coerentemente con le responsabilità della BCE in tali settori.

Riquadro 7
L’attuazione di Basilea III nell’UE preservandone la funzionalità: pareri della BCE sul pacchetto per il settore bancario (Capital Requirements Regulation III/Capital Requirements Directive VI) del 2021

La proposta

A ottobre 2021 la Commissione europea ha pubblicato un articolato pacchetto di emendamenti alla normativa dell’UE contenuta nel regolamento e nella direttiva sui requisiti patrimoniali. Le modifiche si sono incentrate sull’attuazione del pacchetto definitivo di riforme di Basilea III nell’UE, sul rafforzamento della capacità di tenuta del settore bancario ai rischi ambientali, sociali e di governance e sull’ulteriore armonizzazione delle norme e dei poteri di vigilanza. Inoltre, su richiesta del Parlamento europeo e del Consiglio, la BCE ha emesso tre pareri che definiscono le proprie indicazioni politiche sul pacchetto e formulano suggerimenti su tali emendamenti destinati ai colegislatori[60].

Gli orientamenti di policy della BCE sul pacchetto di riforme proposte

In generale la BCE ha accolto con favore le proposte della Commissione, che danno attuazione nell’UE alle riforme di Basilea III in via di definizione, rafforzano il corpus unico di norme dell’UE e migliorano il quadro prudenziale per gli enti creditizi in vari ambiti. La BCE ha ritenuto che tali riforme affrontassero le principali carenze presenti nel quadro di riferimento e fossero pertanto essenziali per assicurare la solidità del settore bancario europeo.

In due dei pareri, la BCE ha valutato e sostenuto, tra l’altro, l’introduzione dell’output floor nell’UE, una componente importante delle riforme di Basilea III. La BCE ha inoltre accolto con favore il miglioramento dei quadri di riferimento in materia di rischi ambientali, sociali e di governance e di verifica dei requisiti di idoneità, nonché l’armonizzazione del regime sanzionatorio, delle norme che disciplinano le succursali di paesi terzi e i poteri nazionali relativi all’acquisizione di partecipazioni finanziarie, ai trasferimenti di attività o passività, alle fusioni e alle scissioni[61].

Nel contempo, la BCE ha anche espresso alcune preoccupazioni e ha suggerito modifiche alla proposta della Commissione. Per quanto riguarda l’attuazione delle riforme di Basilea III, la BCE ha rilevato che la proposta includeva diverse deviazioni dagli standard di Basilea III non giustificate da un punto di vista prudenziale o di stabilità finanziaria e che avrebbero lasciato scoperte alcune aree di rischio.

Nei suoi pareri, pertanto, la BCE ha esortato i colegislatori dell’UE ad attuare Basilea III in maniera tempestiva, completa e fedele. Questo messaggio chiave è stato riportato in un post congiunto BCE‑ABE pubblicato a novembre 2022[62].

Infine, nel terzo parere la BCE ha altresì accolto con favore le proposte di adeguamenti tecnici incluse nella proposta della Commissione sulla catena partecipativa (“Daisy Chain”), che assicurerebbero un migliore allineamento tra il regolamento sui requisiti patrimoniali e la direttiva sul risanamento e sulla risoluzione delle banche.

4.2 Contributo allo sviluppo del quadro normativo europeo e internazionale

4.2.1 Il contributo ai lavori del Consiglio per la stabilità finanziaria

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha sostenuto gli sforzi dell’FSB in aree prioritarie quali il quadro di riferimento per le G‑SIB; i rischi climatici e la relativa informativa; le operazioni in cripto‑attività

Nel 2022 il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) ha focalizzato la propria attenzione sul coordinare le risposte in materia di politiche finanziarie alle conseguenze della pandemia di COVID‑19 e dell’invasione russa dell’Ucraina; sul rafforzare la capacità di tenuta dell’intermediazione finanziaria non bancaria; sul reagire alle sfide poste dall’innovazione tecnologica e sull’affrontare i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici. Alla luce dei mutamenti del contesto macroeconomico e finanziario, l’FSB ha intensificato il monitoraggio delle vulnerabilità e si è adoperato al fine di rafforzare la capacità di tenuta del sistema finanziario.

In qualità di membro dell’FSB, la vigilanza bancaria della BCE è stata attivamente coinvolta in varie aree di lavoro, quali a) l’individuazione annuale delle banche di rilevanza sistemica a livello globale (Global Systemically Important Banks, G‑SIB), che ha riflesso il lavoro di riesame del trattamento delle esposizioni transfrontaliere all’interno dell’unione bancaria europea condotto dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria; b) il lavoro sugli approcci prudenziali e regolamentari dei rischi legati al clima e la relativa informativa, nonché sulle analisi di scenario in ambito climatico svolte dalle giurisdizioni; c) il pacchetto di misure relative alle operazioni in cripto‑attività, pubblicato per consultazione; d) il documento di consultazione volto a favorire una maggiore convergenza tra gli schemi di segnalazione degli incidenti cibernetici.

Nel corso dell’anno la vigilanza bancaria della BCE ha partecipato alle riunioni dell’FSB in sessione plenaria, del Comitato permanente per l’attuazione delle norme e del Comitato permanente per la cooperazione in materia di vigilanza e regolamentazione, nonché del gruppo direttivo per la risoluzione e del Regional Consultative Group for Europe dell’FSB.

La vigilanza bancaria della BCE continuerà a contribuire al programma di lavoro dell’FSB, in particolare per le aree citate. Coopererà inoltre con l’FSB sui rischi da dipendenza da terze parti e questioni relative all’esternalizzazione, su una prova di stress da condurre sugli enti creditizi a livello mondiale in collaborazione con il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, nonché su un nuovo esercizio volto a valutare gli effetti delle riforme adottate dal G20 in materia di cartolarizzazione.

4.2.2 Il contributo al processo di Basilea

La vigilanza bancaria della BCE ha cooperato a livello internazionale e ha contribuito alle misure di policy in materia di rischi finanziari legati a clima, cripto‑attività e trattamento delle esposizioni transfrontaliere a livello europeo, tra altre tematiche

Nel 2022 la BCE ha continuato a fornire un contributo significativo all’operato del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (CBVB). Ha partecipato a diverse aree di lavoro, mettendo a disposizione le proprie competenze in gruppi di lavoro del CBVB, cooperando con i membri del Comitato stesso all’interno dell’UE e nel resto del mondo.

Traguardi chiave di tale operato hanno incluso: a) completamento dell’esame specifico del trattamento delle esposizioni transfrontaliere all’interno dell’unione bancaria nella metodologia per l’individuazione delle banche di rilevanza sistemica a livello globale, che rappresenta un chiaro riconoscimento dei progressi compiuti verso il completamento dell’unione bancaria[63]; b) pubblicazione dei principi per una gestione e una vigilanza efficaci dei rischi finanziari legati al clima, che mira a promuovere un approccio basato su una serie di principi per migliorare sia la gestione dei rischi da parte delle banche, sia le prassi delle autorità di vigilanza, relativamente ai rischi finanziari legati al clima; c) pubblicazione di uno standard prudenziale a livello mondale per le esposizioni bancarie verso le cripto‑attività e d) pubblicazione del secondo rapporto di valutazione dell’impatto e dell’efficacia delle riforme di Basilea in materia di fruibilità delle riserve e ciclicità.

Inoltre, la BCE ha partecipato alla Task Force del CBVB sulla revisione dei Principi fondamentali di Basilea, che mira a valutare se siano necessarie modifiche, e in caso affermativo quali, ai presupposti per un’efficace vigilanza bancaria, ai principi fondamentali e alla metodologia di valutazione.

Inoltre, la BCE ha partecipato a una serie di riunioni mirate del CBVB per discutere rischi e vulnerabilità del sistema bancario mondiale e l’impatto della guerra russa in Ucraina.

Infine, la BCE ha continuato a co‑presiedere la task force del CBVB sui rischi finanziari legati al clima e il Gruppo per le politiche e gli standard (Policy and Standards Group) del CBVB, responsabile dell’elaborazione e dell’attuazione di standard prudenziali comuni. A ottobre 2022 la BCE ha ospitato a Francoforte sul Meno la prima riunione in presenza del Gruppo per le politiche e gli standard dall’insorgere della pandemia.

4.2.3 Il contributo ai lavori dell’Autorità bancaria europea

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha proseguito la stretta collaborazione con l’Autorità bancaria europea (ABE) per promuovere una vigilanza coerente in tutto il settore bancario europeo e rafforzare la sicurezza e la solidità degli enti creditizi, nonché la stabilità del sistema finanziario. La forte cooperazione con l’ABE in materia di prove di stress a livello di UE è continuata nel 2022, con il contributo della BCE per l’esercizio del 2023. La BCE è stata inoltre coinvolta nell’attività di regolamentazione dell’ABE, fornendo contributi e sostegno a una serie di progetti, fra cui l’elaborazione degli Orientamenti dell’ABE sui rischi di tasso di interesse per le posizioni del portafoglio bancario e sul rischio di differenziale creditizio derivante da attività diverse dalla negoziazione. La BCE ha inoltre partecipato attivamente ai lavori dell’ABE in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, monitorando i rischi, la volatilità dei mercati energetici e gli effetti delle sanzioni e della guerra sull’economia. Ha anche continuato a contribuire all’operato dell’ABE sul suptech e sulle proposte relative ai mercati delle cripto‑attività (Regulation on Markets in Crypto assets) e all’atto sulla resilienza operativa digitale (Digital Operational Resilience Act).

Inoltre, la BCE ha contribuito alla conclusione degli esercizi di trasparenza a livello di UE condotti dall’ABE nel 2022 assicurando la tempestiva trasmissione di dati di vigilanza accurati relativi a 98 enti significativi direttamente vigilati. L’esercizio ha fornito informazioni dettagliate sulle banche sottoposte alla vigilanza bancaria europea.

La BCE ha continuato a partecipare in qualità di osservatore al Comitato permanente dell’ABE per il contrasto al riciclaggio del denaro e al finanziamento del terrorismo e ha partecipato a vari gruppi di attività, contribuendo in una prospettiva di vigilanza allo sviluppo di prodotti regolamentari, quali gli orientamenti sulla cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità di vigilanza prudenziale, le autorità di vigilanza per l’antiriciclaggio e la lotta al finanziamento del terrorismo (AML/CFT) e le unità di informazione finanziaria e gli orientamenti SREP rivisti, che forniscono indicazioni alle autorità di vigilanza prudenziale su come integrare nello SREP i rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Dopo la finalizzazione degli orientamenti, la BCE ha attuato le modifiche derivanti dal quadro giuridico e, ove necessario, ha istituito nuovi processi interni per conformarsi alle disposizioni (cfr. il riquadro 8).

La BCE ha collaborato con l’ABE e altre parti interessate allo sviluppo di una proposta per l’istituzione di un comitato consultivo e di coordinamento congiunto, come previsto nello studio di fattibilità dell’ABE, al fine di agevolare i preparativi per un sistema integrato di segnalazione, volto a ridurre l’onere per le banche. Il 18 novembre e il 1º dicembre 2022 si sono tenuti due seminari per le autorità nazionali, al secondo dei quali sono intervenuti anche esponenti del settore. Tutti i partecipanti hanno espresso forte sostegno all’iniziativa e si aspettano che nel 2023 il Comitato congiunto per le segnalazioni bancarie venga istituito con un mandato e un piano di lavoro.

Con riferimento alla procedura “conformità o spiegazione” (comply or explain), nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE, come documentato sul suo sito Internet, ha notificato all’ABE il proprio stato di conformità a 15 orientamenti. La vigilanza bancaria della BCE si impegna a rispettare tutti gli orientamenti applicabili emanati dall’ABE o dal Comitato congiunto delle autorità europee di vigilanza.

Riquadro 8
La BCE e l’antiriciclaggio: ultimi sviluppi

Ulteriori miglioramenti nel modo in cui la BCE recepisce gli aspetti relativi al contrasto al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo (anti‑money laundering and combating the financing of terrorism, AML/CTF) nei propri compiti di vigilanza prudenziale

Il contrasto al riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (money laundering and terrorist financing, ML/TF) è essenziale per il mantenimento della stabilità e dell’integrità del sistema finanziario, in quanto queste attività criminose rappresentano un rischio considerevole per la sostenibilità economica delle banche. In tema di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo, la competenza per la vigilanza su istituti creditizi e finanziari spetta agli Stati membri e la vigilanza AML/CFT esula esplicitamente dai compiti della BCE, secondo il quadro normativo applicabile[64]. Ciononostante, la BCE dovrebbe includere in maniera costante le implicazioni prudenziali dei rischi relativi al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo nelle pertinenti attività di vigilanza. Nello specifico, la BCE dovrebbe assicurare che i controlli interni e gli assetti di governance degli enti siano adeguati e, a tal fine, dovrebbe tenere conto del modo in cui gli enti creditizi gestiscono i rischi legati al riciclaggio del denaro e al finanziamento del terrorismo. A tal fine, la BCE deve prendere in considerazione il contributo delle autorità di vigilanza competenti in materia di AML/CFT. Nella stessa ottica, la BCE deve anche condividere con le autorità competenti in materia di AML/CFT le informazioni rilevanti raccolte o create nel corso della propria attività di vigilanza[65].

Nel 2022 la BCE ha continuato a rafforzare le modalità di inclusione dei rischi legati al riciclaggio del denaro e al finanziamento del terrorismo nelle proprie attività di vigilanza prudenziale.

  • La BCE ha semplificato le proprie procedure di scambio di informazioni nel quadro dell’accordo multilaterale sottoscritto dalla BCE e dalle autorità nazionali di vigilanza degli enti creditizi e finanziari competenti in materia di AML/CFT ai sensi della direttiva AML[66] e nell’ambito dei collegi AML/CFT. A tale riguardo, la BCE ha formalizzato la propria partecipazione a questi collegi in qualità di osservatore sulla base di termini di partecipazione condivisi con tutte le autorità competenti in materia di AML/CFT. La BCE ha altresì migliorato il proprio quadro per lo scambio di informazioni in materia di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, al fine di conformarsi agli orientamenti dell’ABE sulla cooperazione di cui alla Direttiva 2013/36/UE[67] e ha anche sviluppato un processo per rendere operative le segnalazioni nella banca dati centrale europea per carenze significative in materia di CFT/AML (European reporting system for material CFT/AML weaknesses, EuReCA).
  • In seguito alla pubblicazione degli orientamenti aggiornati dell’ABE in materia di SREP, la BCE ha aggiornato la propria metodologia SREP per gli enti significativi, al fine di includere le linee guida operative riviste per includere il rischio di riciclaggio del denaro e finanziamento del terrorismo nei vari elementi dello SREP. Nei primi mesi del 2023 è previsto l’aggiornamento della metodologia SREP per gli enti creditizi meno significativi. Inoltre, nella versione aggiornata della Guida alla verifica dei requisiti di idoneità, la BCE ha chiarito come gli episodi rilevanti ai fini AML/CFT vengano presi in considerazione nei riesami dell’idoneità e ha altresì sviluppato un nuovo approccio per la valutazione della responsabilità individuale dei componenti dell’organo di amministrazione di un ente alla luce di gravi rilievi di vigilanza, inclusi quelli in materia di AML/CFT. La BCE ha inoltre formulato delle indicazioni politiche per la valutazione delle procedure di autorizzazione all’attività bancaria relative a enti che operano con cripto‑attività e potrebbero essere esposti a un rischio più elevato di riciclaggio del denaro e di finanziamento del terrorismo. Sono in fase di aggiornamento anche le politiche interne in materia di autorizzazioni, al fine di applicare i nuovi strumenti di cooperazione, in particolare gli orientamenti dell’ABE sulla cooperazione di cui alla Direttiva 2013/36/UE e la banca dati centrale dell’ABE in materia di AML/CFT.

Tali azioni hanno anche consentito alla BCE completare il recepimento delle raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti europea nel 2021.

Nel 2021 la Commissione ha presentato delle proposte legislative ambiziose al fine di rafforzare il quadro normativo dell’UE in tema di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo[68]. Nel 2022 la BCE ha continuato a seguire con attenzione i dibattiti politici e normativi nei relativi consessi. In particolare ha: a) emanato due pareri sulle proposte legislative a febbraio 2022[69]; b) partecipato al Gruppo di lavoro del Consiglio in qualità di osservatore; c) fornito supporto tecnico agli Stati membri, alla presidenza del Consiglio e alla Commissione europea sulla base della sua esperienza nell’istituzione della vigilanza prudenziale a livello dell’UE nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico; d) pubblicato due post sul blog della vigilanza (The Supervision Blog) scritti da membri del Consiglio di vigilanza nei mesi di febbraio e maggio[70].

La BCE si attende che il futuro sistema di vigilanza in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo migliorerà ulteriormente la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità coinvolte e faciliterà un’applicazione uniforme delle norme relative a AML/CFT, creando condizioni di parità concorrenziale. In particolare, la BCE confida di cooperare con la nuova autorità europea per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.

5 Struttura organizzativa della vigilanza bancaria della BCE

5.1 Adempimento degli obblighi di responsabilità

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha proseguito la sua stretta collaborazione con il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE

Il Rapporto annuale rappresenta uno dei principali canali utilizzati dalla funzione di vigilanza bancaria della BCE per adempiere all’obbligo di rendere conto del proprio operato nei confronti del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea (Consiglio dell’UE), come stabilito dal regolamento sull’MVU. Ai sensi di tale regolamento, le attività di vigilanza della BCE devono essere soggette ad adeguati obblighi di trasparenza e rendiconto. La BCE attribuisce grande importanza al mantenimento e alla piena applicazione dell’obbligo di rendiconto descritto in maggior dettaglio nell’Accordo interistituzionale fra il Parlamento europeo e la BCE e nel protocollo di intesa fra la BCE e il Consiglio dell’UE.

Nel 2022, per la prima volta dall’insorgere della pandemia di coronavirus (COVID‑19), le interazioni tra la Commissione per i problemi economici e monetari (ECON) del Parlamento europeo e il Presidente del Consiglio di vigilanza si sono svolte di persona a Bruxelles. Il Presidente del Consiglio di vigilanza è intervenuto dinanzi alla Commissione ECON il 31 marzo 2022 in un’audizione pubblica per presentare il Rapporto annuale della BCE sulle attività di vigilanza per il 2021 e in occasione di due audizioni pubbliche ordinarie (il 30 giugno e il 1° dicembre 2022). Il dibattito ha riguardato principalmente i rischi per il settore finanziario derivanti dalla guerra russa in Ucraina, il contesto macroeconomico, l’inflazione elevata, la normalizzazione della politica monetaria e la crisi energetica. Si è inoltre discusso del rafforzamento dell’unione bancaria, compresa l’attuazione delle riforme di Basilea III, del piano d’azione della vigilanza bancaria della BCE per integrare nella propria attività le considerazioni relative ai cambiamenti climatici e della vigilanza sui servizi connessi alle cripto‑attività.

Nel 2022 il Presidente del Consiglio di vigilanza ha risposto a sei interrogazioni scritte presentate dai deputati al Parlamento europeo

Nel 2022 il Presidente del Consiglio di vigilanza ha risposto a sei interrogazioni scritte presentate dai deputati al Parlamento europeo in materia di vigilanza bancaria. Tutte le lettere di risposta sono state pubblicate. Esse hanno riguardato una molteplicità di argomenti, quali l’impatto sul settore bancario della guerra della Russia contro l’Ucraina, i rischi climatici e ambientali e i tassi di interesse sui mutui ipotecari.

Inoltre, in linea con l’Accordo interistituzionale, la BCE ha messo a disposizione del Parlamento europeo i resoconti delle riunioni e le sintesi dei seminari del Consiglio di vigilanza.

Nell’ambito del forte impegno a rendere conto del proprio operato e per promuovere ulteriormente il dialogo con il Parlamento europeo, la BCE ha altresì risposto ai commenti e ai suggerimenti espressi da quest’ultimo nella sua Risoluzione sull’unione bancaria - Rapporto annuale 2021. Nella sua risposta[71], la BCE ha commentato lo stato generale del sistema bancario europeo, l’impatto dell’euro digitale, l’equilibrio di genere nelle istituzioni finanziarie, i rischi climatici e ambientali, i tassi sui prestiti ai titolari di mutui ipotecari e alle piccole e medie imprese, l’antiriciclaggio, la trasparenza e il completamento dell’unione bancaria.

Quanto alle interlocuzioni con il Consiglio dell’UE nel 2022, il Presidente del Consiglio di vigilanza ha partecipato (in presenza) a due scambi di opinioni con l’Eurogruppo, il 4 aprile e il 7 novembre. Prima delle discussioni con l’Eurogruppo, la BCE ha pubblicato una rassegna delle proprie attività di vigilanza pertinenti[72]. Lo stato generale del sistema bancario europeo nello straordinario contesto macroeconomico e geopolitico del 2022 e le priorità di vigilanza sono stati fra i principali argomenti trattati.

Nel 2022 la BCE ha contribuito all’audit della Corte dei conti europea (CCE) sull’efficienza operativa della BCE stessa nella vigilanza sulla gestione dei crediti deteriorati da parte delle banche

Nel 2022 la BCE ha contribuito anche agli audit della Corte dei conti europea (CCE) relativi alla vigilanza bancaria, in particolare all’audit sull’efficienza operativa della BCE stessa nella vigilanza sulla gestione dei crediti deteriorati da parte delle banche, la cui conclusione è prevista per il 2023.

Inoltre, il protocollo d’intesa firmato dalla BCE e dalla Corte dei conti europea nel 2019 ha agevolato le modalità operative di condivisione delle informazioni tra le due istituzioni, nel contesto del seguito dato agli audit della CCE sulla vigilanza bancaria. Lo stato di attuazione delle raccomandazioni della Corte dei conti europea indirizzate alla BCE è verificato regolarmente da quest’ultima; anche la CCE svolge esercizi di verifica sull’attuazione delle raccomandazioni emanate in precedenza. In tale contesto, nel 2022 la Corte dei conti europea ha continuato la sua verifica delle azioni intraprese dalla BCE per dare seguito ai rilievi e alle raccomandazioni contenuti nella prima relazione della CCE sul funzionamento del Meccanismo di vigilanza unico e nella seconda relazione della CCE sulla gestione delle crisi[73]. I risultati del seguito dato alla relazione della Corte dei conti europea sulla gestione delle crisi sono stati inclusi nella relazione della Corte sulla performance del bilancio dell’UE, pubblicata nel novembre 2022[74].

5.2 Trasparenza e comunicazione

La vigilanza bancaria della BCE si affida in ampia misura a canali e piattaforme digitali per diffondere le informazioni in modo tempestivo, trasparente ed efficace. Per stabilire una comunicazione più diretta con il grande pubblico, la BCE ha continuato a far ricorso al linguaggio visivo e a testi chiari e accessibili. Ha inoltre utilizzato vari formati, come swipe post sui social media, video, podcast e post pubblicati nel blog per illustrare la vigilanza e l’attività bancaria a un pubblico con formazione e specializzazione eterogenee.

Questi strumenti di comunicazione hanno inoltre contribuito ad amplificare i principali messaggi diffusi attraverso mezzi tradizionali, quali discorsi e interviste. Nel 2022 il Presidente e il Vicepresidente hanno tenuto 26 discorsi, mentre i rappresentanti della BCE nel Consiglio di vigilanza ne hanno tenuti 13. Complessivamente, hanno rilasciato 29 interviste ai mezzi di informazione e pubblicato nove contributi, fra post nel blog ed editoriali. Il Presidente del Consiglio di vigilanza ha inoltre tenuto una conferenza stampa sui risultati del processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) del 2021. La vigilanza bancaria della BCE ha pubblicato tre episodi di podcast e ha pubblicato 23 comunicati stampa e altre comunicazioni, fra cui lettere ai deputati del Parlamento europeo, linee guida per le banche e statistiche di vigilanza. La newsletter trimestrale di vigilanza, una pubblicazione digitale con quasi 9.000 iscritti, ha diffuso informazioni e aggiornamenti sui progetti in corso e sui risultati di vigilanza.

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha pubblicato i risultati aggregati della prima prova di stress sul rischio climatico e ha avviato una consultazione pubblica su una proposta di Guida alle procedure relative alle partecipazioni qualificate. Ha inoltre reagito rapidamente alle situazioni di crisi, anche fornendo una comunicazione trasparente circa la valutazione sul dissesto o rischio di dissesto realizzata nei confronti di Sberbank Europe AG. Come negli anni precedenti, la vigilanza bancaria della BCE ha condiviso informazioni su vari casi in cui sono state adottate sanzioni. Inoltre, la BCE e il Comitato di risoluzione unico hanno ospitato la loro prima conferenza congiunta, nell’ambito della quale sono stati tenuti discorsi e dibattiti tra esperti su temi quali i dieci anni dell’unione bancaria, la resilienza operativa, la gestione delle crisi e il futuro del settore bancario.

Al fine di promuovere il dialogo tra la vigilanza bancaria della BCE e i professionisti di tutto il comparto operanti sul mercato e coinvolti in questioni attinenti al settore bancario, la BCE ha tenuto due riunioni del Gruppo di contatto fra il mercato e la vigilanza bancaria (Banking Supervision Market Contact Group, BSMCG). Il gruppo ha discusso, tra l’altro, le prospettive di rischio per il settore bancario europeo.

Nel 2022 la BCE ha risposto a 1.007 richieste di informazioni dei cittadini su temi di vigilanza bancaria, ad esempio per informazioni di carattere generale sulla vigilanza, reclami inerenti alle banche o presunte violazioni del diritto europeo, autorizzazioni, la prova di stress sul rischio climatico e la risposta alla guerra della Russia contro l’Ucraina. La BCE ha ospitato sei conferenze sulla vigilanza bancaria in presenza e cinque virtuali, alle quali hanno partecipato rispettivamente 182 e 187 persone, e ha accolto 963 visitatori (617 in loco e 346 virtuali), ai quali sono stati illustrati i compiti fondamentali della BCE e i concetti basilari della vigilanza bancaria europea.

5.3 Personale addetto alla vigilanza bancaria della BCE

5.3.1 Assunzioni

In generale, la vigilanza bancaria della BCE pubblicizza dapprima internamente le posizioni vacanti, ad eccezione di quelle a livello di ingresso che sono invece pubblicizzate sul mercato esterno. Nel 2022 la vigilanza bancaria ha assunto 24 candidati esterni per posizioni con contratti a più lungo termine.

Grafico 3

Numero di nomine per gruppo di dipendenti nel 2022

Fonte: BCE.

Per i nuovi ingressi nelle posizioni di analista, la vigilanza bancaria della BCE assume spesso candidati con esperienza acquisita attraverso tirocini. Nel 2022 gli ex tirocinanti con esperienza iniziale in materia di vigilanza bancaria hanno continuato a rappresentare un bacino di talenti per queste posizioni.

Nel 2022 ne sono stati assunti 131, alcuni dei quali sono stati formati grazie a due nuove tipologie di programmi. Nell’ambito della prima sono stati selezionati sei tirocinanti ucraini per lavorare su temi di vigilanza bancaria legati all’invasione russa dell’Ucraina. Nel quadro della seconda sono stati invece selezionati quattro tirocinanti con disturbi dello spettro autistico, in linea con la strategia della BCE per la diversità.

Nell’ambito dell’esercizio annuale di rotazione, 45 unità del personale sono passate a un nuovo gruppo di vigilanza congiunto, con l’obiettivo di prevenire il radicamento nei rispettivi ruoli e proseguire lo sviluppo personale e professionale. Per la prima volta è stata inclusa nell’esercizio la Direzione Generale Vigilanza orizzontale, al fine di rafforzare ulteriormente la cooperazione tra vigilanza orizzontale e verticale.

5.3.2 Programmi di scambio

Oltre a partecipare al programma di scambio riservato al personale dell’MVU (cfr. la sezione 5.4), le aree operative della vigilanza bancaria hanno aderito al Programma Schuman, che consente al personale di tutto il Sistema europeo di banche centrali e della vigilanza bancaria europea di lavorare in diverse istituzioni su progetti comuni. La vigilanza bancaria della BCE ha proposto due progetti e ha assicurato il proprio sostegno a dipendenti interessati a partecipare ad altri progetti.

5.3.3 Sviluppo delle capacità

Nel 2022 la vigilanza bancaria della BCE ha svolto una valutazione della propria capacità di risposta organizzativa, individuando tre ambiti di miglioramento: rischio informatico e cibernetico, rischio climatico e trasformazione digitale.

Questa analisi delle lacune ha fornito la base di partenza per il piano di sviluppo delle capacità dell’MVU per il 2023. Il piano includerà misure per migliorare l’individuazione dei talenti e la loro corrispondenza alle esigenze organizzative, le opportunità di formazione e di apprendimento di altro genere e per rendere più fruttuosa la selezione dei nuovi talenti. In tale contesto, per il 2023 sono state assegnate 17,5 posizioni alla riserva di personale in ruoli flessibili dell’MVU, allo scopo di sostenere le iniziative nei tre ambiti in cui sono stati riscontrati margini di miglioramento.

Alla fine del 2022 è stato avviato un programma di scambio tra la BCE e l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (European Insurance and Occupational Pensions Authority, EIOPA) per promuovere la cooperazione in materia di vigilanza sui conglomerati finanziari; tale programma prevede lo scambio di due dipendenti da ciascuna delle due organizzazioni a partire dal 1º febbraio 2023.

5.3.4 Diversità e inclusione

La diversità fa parte della natura intrinseca della vigilanza bancaria della BCE, i cui dipendenti provengono da tutta l’Europa; il 9 per cento di essi ha più di una nazionalità, il 56 per cento ha figli e il 46 per cento è di genere femminile. Se da un lato la vigilanza bancaria della BCE si impegna a promuovere la diversità e l’inclusione in una prospettiva olistica, dall’altro l’equilibrio di genere resta una priorità strategica fondamentale. La componente femminile nell’ambito della vigilanza bancaria della BCE varia lievemente a seconda dei livelli gerarchici. Per quanto riguarda le posizioni di analista, essa è rimasta invariata al 50 per cento; tra gli esperti è aumentata di 2 punti percentuali, al 43 per cento; a livello di capi di team di lavoro, la quota è scesa di 1 punto percentuale, toccando il 32 per cento, mentre per i dirigenti è aumentata di 2 punti percentuali, salendo al 34 per cento.

5.4 Integrazione nell’MVU

Il progetto di integrazione dell’MVU, avviato nel 2022, ha registrato progressi significativi in diverse iniziative

Il progetto di integrazione dell’MVU, approvato dal Consiglio di vigilanza della BCE nel 2021, è stato avviato nel 2022 ed è aperto ai rappresentanti di tutte le autorità nazionali competenti (ANC), delle banche centrali nazionali e delle aree operative della vigilanza bancaria della BCE. Sono state progettate una serie di iniziative per promuovere ulteriormente una cultura e percorsi professionali comuni all’interno dell’MVU, creare opportunità per lavorare a più stretto contatto durante l’intero ciclo di vigilanza, migliorare l’integrazione dei progetti, sviluppare ulteriormente gli strumenti dell’MVU per la collaborazione e introdurre tecnologie comuni per la vigilanza e la formazione.

Progressi significativi sono stati compiuti nell’agevolare l’accesso alle informazioni e agli strumenti informatici comuni, compreso un ampliamento della possibilità di accedere ai documenti di vigilanza (con opportune salvaguardie). Ciò ha migliorato l’esperienza della condivisione su SSMnet, la piattaforma intranet per tutti i membri del personale che lavorano alla vigilanza bancaria europea. La piattaforma, grazie ai contributi provenienti da tutte le autorità nazionali di vigilanza e dalla vigilanza bancaria della BCE, ha continuato ad arricchirsi di nuovi contenuti, tra cui i principali risultati condivisi della prima indagine sulla collaborazione all’interno dell’MVU e la creazione di una nuova sezione che consente al personale di trovare opportunità di mobilità all’interno della vigilanza bancaria europea. Per la realizzazione di SSMnet la vigilanza bancaria della BCE ha vinto l’edizione 2022 del premio Central Banking Award nella categoria delle iniziative per la stabilità finanziaria.

Nell’ambito della mobilità del personale all’interno dell’MVU, dopo un progetto pilota nel 2021, quattro coppie di dipendenti del Banco de España e della BCE nel 2022 hanno partecipato a uno scambio della durata di un anno. Sono state create inoltre numerose opportunità affinché il personale di vigilanza delle ANC collabori in modalità virtuale all’interno di gruppi di esperti dedicati a temi di rilievo. Sulla scorta di questa esperienza positiva, si stanno valutando ulteriori occasioni di collaborazione di breve durata con le autorità di vigilanza nazionali nell’ambito di progetti idonei.

L’hub dell’MVU sulla cartolarizzazione, una nuova forma di collaborazione tra la BCE e le ANC, è divenuto operativo come previsto il 1º aprile 2022 e dà ora supporto alla BCE nella vigilanza sui requisiti in materia di mantenimento del rischio, trasparenza e ricartolarizzazione[75].

È stata inoltre favorita una più stretta collaborazione all’interno del gruppo dei dipendenti impegnati nelle ispezioni in loco, basandosi sulla collaborazione transfrontaliera già esistente. Inoltre, nel quadro di un progetto pilota sono stati istituiti due centri di competenza, uno per i modelli imprenditoriali e la redditività e un altro per il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, con l’obiettivo di promuovere una più stretta cooperazione in queste aree di rischio.

Nell’ambito della formazione in materia di vigilanza, grazie alla collaborazione con fornitori come INSEAD e Coursera, sono stati introdotti nuovi formati per studiare la trasformazione e l’innovazione digitali (cfr. la sezione 5.5). Ulteriori opportunità per la formazione e la condivisione delle conoscenze dovrebbero essere create attraverso la collaborazione tra la vigilanza bancaria della BCE e l’Istituto universitario europeo.

Per creare le premesse per una più stretta collaborazione, il processo di pianificazione della vigilanza è stato rivisitato e prevede ora legami più stretti con le ANC, contatti periodici con il Consiglio di vigilanza e con le ANC per l’analisi dei rischi e la definizione delle priorità, nonché indicazioni tempestive sulle vulnerabilità prioritarie per la pianificazione operativa e la preparazione organizzativa.

5.5 Agenda digitale dell’MVU

Nel 2022 sono entrati in funzione 14 strumenti di tecnologie dedicate alla vigilanza (suptech), che hanno dato supporto all’attività di oltre 1.100 supervisori

Il settore bancario è diventato sempre più orientato alla tecnologia e ai dati; la vigilanza bancaria europea deve quindi tenere il passo, promuovendo l’uso di tecnologie dedicate (suptech). Nel 2022 la vigilanza bancaria europea ha beneficiato in misura significativa della trasformazione digitale iniziata nel 2020. L’entrata in funzione di 14 strumenti di suptech ha segnato una tappa fondamentale per l’agenda digitale dell’MVU. Alla fine del 2022 più di 1.100 supervisori utilizzavano attivamente nuovi strumenti di suptech per la loro attività quotidiana.

Un esempio degno di nota è rappresentato dal Virtual Lab che, grazie alla sua moderna piattaforma basata sul cloud e a un’unica serie di strumenti di collaborazione e comunicazione per il personale della BCE e delle ANC, ha incrementato la collaborazione e gli scambi digitali all’interno della vigilanza bancaria europea. Il Virtual Lab promuove l’innovazione anche offrendo ambienti di condivisione di codici e modelli per lo sviluppo di progetti di data science e di intelligenza artificiale (IA). Analogamente Athena, la piattaforma di analisi testuale per i dati non strutturati, ha permesso di svolgere nuove attività quali modellazione dei contenuti (topic modelling), analisi del sentiment, traduzione automatica, sintesi dei testi e motori di insight. Ciò ha consentito al personale di vigilanza di elaborare e analizzare immediatamente i numerosi documenti di lavoro che devono trattare nella loro attività. Agora offre inoltre una fonte unica per tutti i dati prudenziali utilizzati nella vigilanza bancaria europea mentre grazie a Navi, la piattaforma self‑service per l’analisi di rete e le visualizzazioni avanzate, si stanno ricavando importanti indicazioni dai dati disponibili, ad esempio riguardo agli assetti proprietari degli enti significativi. Questi strumenti rispondono alle esigenze degli addetti di tutto l’MVU e ne favoriscono l’integrazione.

Programmi di formazione per tutti i dipendenti sui temi della digitalizzazione e dell’innovazione contribuiscono a promuovere una cultura digitale nell’ambito della vigilanza bancaria europea

Nel contesto della trasformazione digitale sono state anche realizzate iniziative di riqualificazione e aggiornamento per consentire al personale di far fronte alle esigenze digitali presenti e future. Nel 2022, in collaborazione con importanti istituzioni accademiche, oltre mille esperti di vigilanza delle ANC e della BCE hanno partecipato a iniziative formative, come il programma di formazione sull’intelligenza artificiale dell’MVU e la scuola di data science. Diversi formati di carattere misto, comprendenti sessioni in persona e moduli di formazione a distanza, hanno assicurato un’esperienza formativa all’avanguardia.

Quest’impegno per la trasformazione digitale è stato ampiamente riconosciuto all’esterno: per il secondo anno consecutivo la BCE ha vinto, per la realizzazione del Virtual Lab, uno dei premi FinTech RegTech Global Awards assegnati da Central Banking, nella categoria dedicata alle innovazioni per il cloud.

Nell’ambito del Project Olympus, la BCE e le autorità nazionali di vigilanza collaborano per creare un ambiente informatico comune e orientato al futuro

Nel 2022 la vigilanza bancaria europea ha avviato un’ambiziosa iniziativa denominata Project Olympus. L’obiettivo è quello di gettare le basi per una architettura informatica condivisa ed integrata per la BCE e le autorità di vigilanza nazionali. Nell’ambito del progetto, gli esperti hanno definito punti di azione concreti per assicurare strumenti comuni e connessi, accesso e navigazione tra i sistemi senza soluzione di continuità, standard informatici comuni e vigilanza basata sui dati.

La vigilanza bancaria europea sta infine sviluppando una funzione di suptech che a regime permetterà di rispondere alle crescenti esigenze in termini di strumenti tecnologici e di vigilanza basata sui dati. L’obiettivo principale è assicurare un’elevata qualità dei risultati, una continua innovazione e l’effettiva adozione e sviluppo di soluzioni suptech in tutto l’MVU.

5.6 Processo decisionale

5.6.1 Riunioni e decisioni del Consiglio di vigilanza e del Comitato direttivo

Nel 2022 il Consiglio di vigilanza si è riunito 23 volte

Nel 2022 il Consiglio di vigilanza della BCE si è riunito 23 volte. In seguito all’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, due riunioni si sono svolte a Francoforte sul Meno e una ad Atene. Tutte le altre riunioni si sono tenute in videoconferenza. Il Consiglio di vigilanza ha inoltre organizzato cinque seminari per lo scambio di opinioni preliminari su questioni rilevanti ai fini della vigilanza. Inoltre, su invito della Deutsche Bundesbank, nel mese di ottobre 2022 il Consiglio di vigilanza ha tenuto un ritiro strategico a Berlino, durante il quale i membri hanno incontrato esponenti della comunità fintech locale e scambiato opinioni su come procedere con il progetto di integrazione dell’MVU e sui possibili modi di aumentare l’efficacia della vigilanza.

Il Comitato direttivo[76] del Consiglio di vigilanza si è riunito sette volte nel 2022 e tutte le riunioni si sono tenute in videoconferenza.

Il Comitato direttivo ha tenuto sette riunioni periodiche e 12 riunioni aggiuntive per discutere di temi specifici

Il Comitato direttivo ha tenuto 12 riunioni aggiuntive, incentrate sulla digitalizzazione, sulla semplificazione dei processi dell’MVU e sull’integrazione dell’MVU. Le riunioni si sono svolte tutte in videoconferenza e la partecipazione è stata aperta a tutti i membri del Consiglio di vigilanza che avevano manifestato interesse.

Consiglio di vigilanza

Nel 2022 la BCE ha emesso 2.582 decisioni di vigilanza[77] riguardanti specifici soggetti vigilati (cfr. la figura 2). Di queste, 1.360 decisioni sono state adottate dai capi delle unità operative della BCE ai sensi del quadro generale di delega di poteri decisionali inerenti a strumenti giuridici relativi a compiti di vigilanza. Altre 1.222 decisioni sono state adottate dal Consiglio direttivo mediante la procedura di non obiezione sulla base di un progetto di proposta del Consiglio di vigilanza. Tali cifre includono 213[78] procedure (come l’istituzione di succursali) che la BCE ha implicitamente approvato non obiettando entro i termini di legge.

La maggior parte delle decisioni di vigilanza hanno riguardato la verifica dei requisiti di idoneità (44,9 per cento), lo SREP (8,7 per cento), i poteri nazionali (9,7 per cento), i modelli interni (8,5 per cento), i fondi propri (7,7 per cento) e le segnalazioni ad hoc (4,7 per cento).

Il Consiglio di vigilanza ha deliberato su una serie di questioni trasversali, inclusa la risposta di vigilanza alla guerra russa in Ucraina.

Oltre che sui progetti di decisione finali riguardanti uno specifico intermediario presentati per l’adozione da parte del Consiglio direttivo, il Consiglio di vigilanza ha deliberato su una serie di questioni trasversali. In particolare, tali decisioni hanno riguardato le misure di vigilanza volte a contrastare le conseguenze del peggioramento della situazione geopolitica all’inizio dell’anno, la preparazione e l’attuazione della prova di stress sul rischio climatico, la semplificazione delle valutazioni dei piani di risanamento e le revisioni della metodologia di esame della qualità degli attivi. Alcune di queste decisioni sono state predisposte da organi temporanei costituiti su mandato del Consiglio di vigilanza. Tali strutture, cui partecipano rappresentanti della BCE e delle ANC, hanno svolto lavori preparatori su argomenti quali la revisione della metodologia SREP per il rischio di mercato, il rischio di credito e gli orientamenti di secondo pilastro.

Inoltre, alcune decisioni del Consiglio di vigilanza sono confluite in guide, rapporti e revisioni di documenti pubblici, come la versione rivista della guida della BCE sulle opzioni e sulle discrezionalità previste dal diritto dell’Unione, la guida sulla notifica delle operazioni di cartolarizzazione e il rapporto della BCE sui progressi compiuti dalle banche in materia di comunicazione trasparente dei profili di rischio correlati al clima e all’ambiente.

Il Consiglio di vigilanza ha adottato la maggioranza delle decisioni mediante procedura scritta[79].

Sui 113 gruppi bancari vigilati direttamente dalla BCE nel 2022, 32 hanno richiesto che le decisioni finali fossero trasmesse in una lingua ufficiale dell’UE diversa dall’inglese (stesso numero di decisioni del 2021).

Figura 2

Decisioni del Consiglio di vigilanza nel 2022

Note:
1) oltre alle riunioni, nel 2022 il Consiglio di vigilanza ha tenuto cinque seminari.
2) Sono incluse procedure scritte che riguardano sia singole decisioni di vigilanza sia altre questioni, come metodologie comuni e consultazioni del Consiglio di vigilanza. Ciascuna procedura scritta può contenere diverse decisioni di vigilanza.
3) Si tratta di decisioni individuali in materia di vigilanza nei confronti di soggetti vigilati o di loro potenziali acquirenti e di istruzioni ad autorità nazionali competenti su enti significativi o meno significativi. Ciascuna decisione può contenere diverse autorizzazioni di vigilanza.
4) Le 1.160 decisioni sulle verifiche dei requisiti di idoneità riguardano 2.445 procedure individuali (cfr. la sezione 2.2).

5.6.2 Attività della Commissione amministrativa del riesame

La Commissione amministrativa del riesame (Administrative Board of Review, ABoR) è un organo della BCE i cui membri sono individualmente e collettivamente indipendenti dalla BCE stessa e hanno il compito di riesaminare le decisioni adottate dal Consiglio direttivo su questioni di vigilanza a seguito di una richiesta di riesame ammissibile.

Nel 2022 l’ABoR ha ricevuto tre richieste di riesame amministrativo di decisioni di vigilanza della BCE (cfr. la tavola 7). Una delle istanze è stata ritirata dal richiedente dopo i chiarimenti sulla questione forniti dalla BCE al di fuori delle procedure dell’ABoR. In un secondo caso, l’ABoR ha giudicato la richiesta inammissibile perché l’istanza di riesame era incompleta e non rispettava i requisiti formali definiti nel regolamento sull’MVU o nella decisione che ha istituito l’ABoR.

Nell’ultimo caso, l’ABoR ha emesso un parere in cui proponeva al Consiglio di vigilanza di modificare la decisione contestata perché meglio riflettesse, in particolare, il principio di proporzionalità. In questo caso, durante la fase di accertamento, l’ABoR ha condotto un’audizione nei locali della BCE offrendo al richiedente e alla BCE un’ulteriore opportunità di presentare osservazioni sulla decisione contestata.

A dicembre 2022 l’ABoR ha pubblicato un documento sugli otto anni di esperienza nel riesame delle decisioni di vigilanza della BCE. Il documento delinea la procedura di riesame dell’ABoR ed elenca le principali questioni e problematiche procedurali e sostanziali analizzate e i criteri che informano i suoi pareri.

Il 2022 è stato caratterizzato da modifiche alla composizione dell’ABoR

Nel 2022 l’ABoR è stato presieduto da Concetta Brescia Morra. Gli altri membri sono stati Pentti Hakkarainen (dal 1° febbraio 2022, Vicepresidente), F. Javier Aríztegui Yáñez, André Camilleri e René Smits. I supplenti sono stati Christiane Campill e Damir Odak. Dal 1° gennaio 2023 è stato nominato Presidente Pentti Hakkarainen. L’attuale composizione dell’ABoR è disponibile sul sito Internet della vigilanza bancaria della BCE.

Tavola 7

Numero di riesami effettuati dall’ABoR

Fonte: BCE.
* Un parere ha riguardato due decisioni della BCE.

5.6.3 Revisione delle aree di interesse dei rappresentanti della BCE nel Consiglio di vigilanza

Le aree di interesse dei rappresentanti della BCE sono state riviste in seguito a una nuova nomina nel 2022

Ai sensi del regolamento sull’MVU e della Decisione della BCE 2014/4[80], il Consiglio direttivo nomina quattro rappresentanti della BCE nel Consiglio di vigilanza, nessuno dei quali svolge compiti direttamente connessi alla funzione monetaria della BCE o per un’ANC.

Gli attuali rappresentanti della BCE nel Consiglio di vigilanza sono Kerstin af Jochnick, Edouard Fernandez‑Bollo, Elizabeth McCaul e Anneli Tuominen. Nell’ordinario svolgimento della propria attività, tali rappresentanti assistono il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio di vigilanza e rappresentano la vigilanza bancaria della BCE all’interno e all’esterno.

In seguito alla nomina di Anneli Tuominen il 15 giugno 2022, le aree di interesse dei rappresentanti della BCE nel Consiglio di vigilanza sono state sottoposte a revisione e ripartite come indicato nella tavola 8.

Tavola 8

Aree di interesse dei rappresentanti della BCE nel Consiglio di vigilanza

5.7 Attuazione del Codice di condotta

Ai sensi dell’articolo 19, paragrafo 3, del regolamento sull’MVU, la BCE ha definito un quadro etico per i propri funzionari di alto livello, la dirigenza e il personale. Esso comprende il Codice di condotta per le alte cariche della BCE, un capitolo ad hoc delle norme sul personale della BCE e l’indirizzo che stabilisce i principi del quadro etico dell’MVU. L’attuazione e l’ulteriore sviluppo del quadro etico sono supportati dal Comitato etico della BCE, dall’Ufficio conformità e governance (Compliance and Governance Office, CGO) e dal Comitato in materia di etica e conformità.

La BCE ha rafforzato le regole sulle operazioni finanziarie private delle sue alte cariche

Su proposta del Comitato etico indipendente della BCE, a novembre 2022 il Consiglio direttivo ha adottato un nuovo Codice di condotta per le alte cariche della BCE che introduce ulteriori restrizioni alle operazioni finanziarie private e più stringenti obblighi di trasparenza[81]. Dal 1° gennaio 2023 alle alte cariche è consentito acquistare solo strumenti ampiamente diversificati con un orizzonte di investimento da medio a lungo termine ed è fatto loro obbligo di presentare l’elenco delle operazioni finanziarie effettuate nel corso del precedente anno solare.

In conformità al proprio mandato, il Comitato etico ha effettuato la valutazione annuale delle dichiarazioni di interesse dei membri del Consiglio di vigilanza, prima della loro pubblicazione sul sito Internet della vigilanza bancaria della BCE. Ha inoltre risposto a richieste di pareri inviate da alte cariche della BCE coinvolte nella vigilanza bancaria e, in tale contesto, ha emesso 15 pareri, la maggior parte dei quali riguardanti attività svolte dopo la cessazione del rapporto di lavoro. In linea con le politiche di trasparenza, la BCE ha continuato a pubblicare i pareri del Comitato etico relativi a tutti i casi di conflitto di interessi e di attività lavorative remunerate svolte dopo la fine del mandato e, da febbraio 2022, di attività private previste per il futuro[82].

La nuova chat automatica sulle questioni etiche fornisce risposte in tempo reale al personale della BCE

Nel 2022 il CGO ha attivato una chat automatica sui temi correlati all’etica per fornire al personale assistenza rapida su questioni etiche di natura non complessa. Tale strumento ha ridotto il numero di richieste che necessitano dell’intervento del personale del CGO di quasi il 20 per cento, dalle 2.050 richieste del 2021 alle 1.690 del 2022. Circa il 42 per cento delle richieste di parere sono state inviate da personale della vigilanza bancaria della BCE.

Grafico 24

Quadro delle richieste ricevute dal personale della vigilanza bancaria della BCE nel 2022

Fonte: BCE.

Il CGO ha continuato a fornire al personale corsi specialistici e programmi di formazione a distanza, organizzando anche campagne informative sul quadro etico, come la settimana della consapevolezza in materia di etica (Ethics Awareness Week) e le giornate aperte sull’etica (Open Ethics Days) per i neoassunti. La campagna di sensibilizzazione del 2022 si è concentrata, tra l’altro, sulle restrizioni che si applicano in ambito BCE al termine del rapporto di lavoro e sulle norme relative alla negoziazione delle future attività lavorative[83]. Con l’intento di evitare situazioni di “porte girevoli” reali o percepite, il CGO ha valutato i possibili conflitti di interesse derivanti dalla considerazione, da parte dei dipendenti, di offerte di lavoro provenienti da esponenti del settore privato e ha fornito consulenza sulle regole applicabili e sulle misure di mitigazione.

Tra i dipendenti con incarichi di vigilanza bancaria che hanno rassegnato le dimissioni nel 2022, tre casi hanno dato luogo a un temporaneo divieto di assunzione di un altro rapporto di lavoro, in base ai principi delineati nel quadro etico. In nove casi sono state imposte ulteriori misure cautelative, quali la riassegnazione ad altri compiti, il trasferimento di personale ad altre posizioni e/o la limitazione dei diritti di accesso, per evitare situazioni di “porte girevoli”, di fatto internalizzando il periodo di incompatibilità (cooling‑off).

Il CGO ha organizzato gli ordinari cicli di controlli sulla conformità delle operazioni finanziarie private del personale e delle alte cariche della BCE. Come negli anni precedenti, è emerso solo un numero limitato di casi di non conformità, circa la metà dei quali relativi a personale della vigilanza bancaria della BCE. Nessuno di essi ha riguardato l’adozione intenzionale di comportamenti impropri o altri casi gravi di non conformità.

Il Comitato in materia di etica e conformità ha sostenuto un’attuazione coerente del quadro etico dell’MVU

Per riflettere l’importanza crescente dei principi etici e di conformità, la Conferenza su etica e conformità è stata trasformata nel Comitato in materia di etica e conformità (Ethics and Compliance Committee, ECC). In seguito all’adozione, nel 2021, del quadro etico rafforzato per l’MVU, l’ECC ha promosso un’applicazione armonizzata e coerente delle nuove regole da parte delle ANC dei paesi partecipanti all’MVU. A tal fine, l’ECC ha sostenuto il processo di attuazione in corso partecipando a regolari scambi di opinioni al riguardo e fornendo consulenza e informazioni sulle migliori prassi.

5.8 Applicazione del principio di separazione tra la funzione di politica monetaria e la funzione di vigilanza

Nel 2022 l’applicazione del principio di separazione tra la funzione di politica monetaria e la funzione di vigilanza ha riguardato in particolare lo scambio di informazioni tra diverse funzioni.

In linea con la Decisione BCE/2014/39 sull’attuazione della separazione tra la funzione di politica monetaria e la funzione di vigilanza della BCE[84], lo scambio di informazioni è soggetto a un principio di riservatezza (“need‑to‑know”) in base al quale ciascuna funzione deve dimostrare che l’informazione richiesta è necessaria al raggiungimento dei propri obiettivi. Nella maggior parte dei casi, l’accesso a informazioni riservate è stato concesso direttamente dalla funzione della BCE titolare dell’informazione stessa, conformemente alla Decisione BCE/2014/39, che prevede che tale accesso possa essere accordato direttamente dalla funzione interessata nel caso di dati anonimizzati o non sensibili in termini di policy. Non è stato necessario alcun intervento da parte del Comitato esecutivo per risolvere conflitti di interesse.

Secondo quanto disposto dalla citata decisione, in alcuni casi il coinvolgimento del Comitato esecutivo è stato comunque necessario per consentire la condivisione di dati non anonimizzati relativi a singole banche o di valutazioni sensibili in termini di policy. Al fine di garantire in ogni momento il rispetto del principio di riservatezza, l’accesso ai dati è stato concesso previa valutazione del caso in esame, sulla base della necessità di disporre delle informazioni richieste e per un periodo di tempo limitato.

Nel 2022 è stata attivata una disposizione di emergenza a causa dell’invasione russa in Ucraina

Riguardo ai dati relativi all’impatto dell’invasione russa in Ucraina sul settore bancario, la disposizione di emergenza di cui all’articolo 8 della Decisione BCE/2014/39 è stata attivata dal Comitato esecutivo a febbraio 2022. Pertanto è venuto meno l’obbligo, da parte del Comitato esecutivo, di approvare separatamente la condivisione delle informazioni collegate, sempre che la richiesta sia motivata dalla necessità di disporre delle informazioni. Tale deroga era stata applicata nel 2021 a diversi scambi di dati bancari raccolti nel contesto della pandemia di COVID‑19. Come già illustrato, per garantire in ogni momento il rispetto del principio di riservatezza, l’accesso ai dati è stato concesso previa valutazione del caso in esame, sulla base della necessità di disporre delle informazioni richieste e per un periodo di tempo limitato.

Non si sono verificati problemi legati alla separazione a livello decisionale e non si è quindi reso necessario alcun intervento da parte del Gruppo di mediazione.

5.9 Quadro di riferimento per la segnalazione dei dati

5.9.1 Sviluppi nell’ambito del quadro di riferimento per la segnalazione dei dati

È stata introdotta una nuova piattaforma centralizzata per la raccolta di dati ad hoc

La piattaforma centralizza della BCE (Centralised Submission Platform, CASPER) consente alle organizzazioni esterne di trasmettere dati strutturati alla BCE in maniera sicura, attraverso il portale Identity della BCE, che effettua l’autenticazione a livello centrale. I dati sono convalidati automaticamente, e i risultati possono essere discussi con i team della BCE attraverso la piattaforma. Nel 2022 la piattaforma CASPER contava 3.100 utenti interni ed esterni, che rappresentano un test di utilizzo significativamente solido. La BCE continuerà a utilizzare CASPER per raccogliere le richieste ad hoc da parte delle banche, in sostituzione di altri processi meno efficienti come scambi di email o cartelle condivise.

Nel 2022 la BCE e le ANC hanno compiuto progressi significativi nell’attuare misure volte ad armonizzare ulteriormente le prassi comuni per la raccolta dei dati di vigilanza utilizzando l’“approccio sequenziale”[85]. Tali requisiti mirano a definire una serie minima di standard comuni volti ad armonizzare gli approcci adottati in tutto l’MVU per la raccolta, la convalida e la diffusione dei dati di vigilanza e a creare condizioni di parità concorrenziale per gli enti vigilati.

Il database per la raccolta dei dati a livello di MVU (SSM‑wide data collection database)[86] mira a identificare soluzioni per ridurre gli oneri di segnalazione per le banche, eliminando duplicazioni delle richieste di dati inviate dalle autorità di vigilanza. Nel 2022, il database è stato aggiornato regolarmente e utilizzato nelle indagini tematiche sulla semplificazione degli obblighi segnaletici e prima di presentare nuove richieste orizzontali agli enti significativi.

La BCE ha migliorato il contenuto e la visibilità delle statistiche bancarie di vigilanza

Nel 2022 la BCE ha ampliato il contenuto delle statistiche bancarie di vigilanza trimestrali pubblicate nella sezione dedicata ai dati di vigilanza del sito Internet della vigilanza bancaria, con l’inclusione, a partire da aprile 2022, di nuovi indicatori sui prestiti e sulle anticipazioni soggetti a valutazione delle rettifiche di valore (classi). Inoltre, a partire dal secondo trimestre del 2022 la BCE ha iniziato a pubblicare l’indicatore strutturale (net stable funding ratio, NSFR) e l’incidenza dei crediti deteriorati al netto delle disponibilità liquide presso le banche centrali e di altri depositi a vista. La visibilità delle statistiche è stata significativamente migliorata grazie all’inserimento di un banner nella pagina iniziale del sito Internet della BCE dedicato alla vigilanza bancaria, che fornisce una visione d’insieme delle principali metriche. Per la prima volta, la BCE ha pubblicato anche informazioni relative al terzo pilastro a livello di singole banche su alcuni modelli di informativa sul rischio di credito di controparte. La BCE ha condotto un esercizio di raccordo tra le specifiche informative di terzo pilastro e le segnalazioni obbligatorie, che ha prodotto un notevole miglioramento nella coerenza dei dati.

5.9.2 Gestione delle informazioni

Il sistema di gestione delle informazioni (applicativo IMAS) dell’MVU è un insieme integrato di sistemi informatici centrali utilizzati quotidianamente dalle autorità di vigilanza europee e dagli enti da esse vigilati. La suite comprende le applicazioni di processo che consentono alle autorità di vigilanza di espletare le attività quotidiane (applicativo IMAS), un servizio di reporting e analisi per recuperare le segnalazioni di vigilanza da utilizzare per il lavoro (servizio IDRA) e un’applicazione Internet che permette agli enti vigilati di collegarsi in modalità digitale con le autorità di vigilanza per l’invio di istanze e notifiche attraverso moduli online (portale IMAS). L’applicativo IMAS integra nuove tecnologie di vigilanza (suptech) laddove pertinente e necessario.

Nel 2022 l’applicativo IMAS ha continuato a evolvere in linea con i cambiamenti del sistema finanziario e del relativo quadro regolamentare, nonché con le variazioni della metodologia e della strategia dell’MVU. I nuovi sviluppi del 2022 hanno interessato alcuni dei principali processi di vigilanza, tra cui: a) nuove procedure aggiunte all’applicativo IMAS in seguito all’aggiornamento della metodologia SREP per il 2022; b) miglioramenti delle segnalazioni ricevute dagli organi decisionali dell’MVU; c) un nuovo modulo per la valutazione della significatività e la registrazione anagrafica degli enti; d) una nuova versione del modulo per il tracciamento e il monitoraggio dei rilievi di vigilanza e delle misure di vigilanza correlate; e) implementazione di elementi speciali connessi alla verifica dei requisiti di idoneità. In parallelo, significativi sviluppi tecnici hanno interessato l’infrastruttura centrale dell’applicativo IMAS per consentirne l’integrazione con altri sistemi della BCE, come le applicazioni suptech.

Nel 2022 il portale IMAS è stato arricchito con l’inserimento di nuovi processi di vigilanza, in particolare la presentazione delle domande di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria da parte di enti creditizi e imprese di investimento, le approvazioni e le esenzioni di holding finanziarie per i gruppi significativi vigilati, la revoca volontaria delle autorizzazioni e le notifiche sulle modifiche non sostanziali apportate ai modelli e sugli accordi di esternalizzazione. Ulteriori sviluppi delle procedure già elaborate dal portale IMAS comprendono un modulo di inserimento unificato per le richieste di valutazione dei requisiti di idoneità e un più efficiente modulo di inserimento delle domande per le procedure di passaporto, in linea con i nuovi orientamenti dell’Autorità Bancaria Europea.

6 Relazione sull’utilizzo del budget

6.1 Spese relative al 2022

Nel 2022 la spesa della BCE è stata lievemente inferiore alle stime

Il regolamento sull’MVU stabilisce che la BCE debba destinare risorse adeguate per svolgere efficacemente i suoi compiti di vigilanza. Tali risorse sono finanziate attraverso un contributo a carico degli enti creditizi sottoposti alla vigilanza diretta e indiretta della BCE.

Le spese sostenute per l’assolvimento dei compiti di vigilanza trovano separata evidenza nel budget della BCE. Esse consistono in spese direttamente collegate alla funzione di vigilanza bancaria della BCE. La funzione di vigilanza si avvale altresì dei servizi condivisi offerti dalle aree operative di supporto esistenti presso la BCE[87].

L’organo responsabile dell’approvazione del budget annuale della BCE è il Consiglio direttivo, che lo adotta su proposta del Comitato esecutivo e previa consultazione con il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio di vigilanza per le questioni inerenti alla vigilanza bancaria. Il Consiglio direttivo è assistito dal Comitato per il bilancio preventivo (Budget Committee, BUCOM), costituito dai rappresentanti di tutte le banche centrali nazionali dell’Eurosistema e della BCE. Tale comitato assiste il Consiglio direttivo fornendo valutazioni sui documenti riguardanti il budget della BCE e il relativo monitoraggio.

Nel 2022 le spese effettive sostenute dalla BCE per le attività di vigilanza sono state pari a 593,8 milioni di euro, inferiori del 4,9 per cento rispetto alla stima di 624,1 milioni di euro comunicata a marzo 2022.

Le spese sostenute per l’assolvimento dei compiti di vigilanza sono lievemente aumentate nel 2022, a testimonianza di un graduale ritorno a livelli di attività nella norma

La spesa relativa ai compiti di vigilanza nel 2022 è aumentata del 2,8 per cento rispetto al 2021, anno in cui era pari a 577,5 milioni di euro. La crescita riflette il graduale ritorno a livelli di attività più normali nell’ambito della vigilanza bancaria, in particolare in relazione alla vigilanza diretta sugli enti significativi, dove il numero di ispezioni in loco è tornato ai livelli precedenti la pandemia (cfr. la sezione 1.3.2). L’aumento dei costi relativi a compiti trasversali e servizi specialistici è attribuibile all’andamento e ai miglioramenti in atto nei sistemi informatici dedicati alla vigilanza bancaria. Ulteriori informazioni su tali attività sono riportate nella sezione 5.9.

Tavola 9

Costo delle attività di vigilanza della BCE per funzione (2020‑2022)

(milioni di euro)

Fonte: BCE.
Nota: il totale generale e i totali parziali riportati nella tavola potrebbero non quadrare per effetto degli arrotondamenti.

La classificazione definita nella tavola 9 viene utilizzata per identificare la suddivisione degli importi annuali da riscuotere, attraverso contributi annuali, dagli enti creditizi vigilati sulla base della loro significatività. La metodologia per la suddivisione dei contributi, delineata nell’articolo 8 del regolamento in materia[88], stabilisce che le spese collegate a compiti trasversali e a servizi specialistici siano ripartite in misura proporzionale rispettivamente sulla base del costo pieno per la vigilanza diretta sugli enti significativi e di quello per la supervisione della vigilanza sugli enti meno significativi. Per ciascun gruppo, le spese riportate includono la ripartizione dei servizi condivisi forniti dalle aree operative di supporto della BCE.

La tavola 10 fornisce informazioni più dettagliate sulle spese in base alle attività svolte, in particolare:

  • vigilanza cartolare e informativa, che include i costi relativi alla partecipazione della BCE ai gruppi di vigilanza congiunti (GVC) e alle attività di supervisione di banche o gruppi bancari meno significativi;
  • partecipazione della BCE a ispezioni in loco, comprese le missioni transfrontaliere;
  • funzioni di policy, consultive e normative, che comprendono valutazioni di significatività, autorizzazioni, cooperazione con altre agenzie, metodologia e pianificazione, verifiche di qualità della vigilanza, procedure sanzionatorie e altre misure amministrative (enforcement);
  • gestione delle crisi;
  • attività macroprudenziali, incluse quelle connesse alle prove di stress e alle politiche di vigilanza;
  • statistiche di vigilanza collegate al quadro di riferimento per la segnalazione dei dati;
  • processo decisionale del Consiglio di vigilanza, del relativo Segretariato e dei servizi legali.

Tavola 10

Spese sostenute per le attività di vigilanza della BCE

(milioni di euro)

Fonte: BCE.
Nota: il totale generale e i totali parziali riportati nella tavola potrebbero non quadrare per effetto degli arrotondamenti.

La spesa per ispezioni in loco è aumentata di quasi il 60 per cento nel 2022, a testimonianza di un ritorno a livelli più normali per questo tipo di attività, concluso il periodo delle misure di chiusura (lockdown), con un numero di ispezioni in loco attestatosi nuovamente ai livelli antecedenti la pandemia. I miglioramenti in atto sui sistemi informatici dedicati alla vigilanza bancaria hanno accresciuto i costi nell’ambito delle funzioni di policy, consultive e normative. In tali funzioni rientra inoltre una riallocazione dei costi relativi alle tecnologie di vigilanza (progetti suptech) del Consiglio di vigilanza, del Segretariato e della legislazione di vigilanza nel 2022. Gli incrementi della spesa nell’ambito della vigilanza prudenziale sono stati in parte compensati dai minori oneri per compiti macroprudenziali, poiché nel 2022 l’Autorità bancaria europea non ha condotto la prova di stress biennale.

In aggiunta alle risorse interne, la BCE ricorre a servizi di consulenza esterna che forniscono competenze specialistiche o consulenze integrate, con la supervisione di una guida interna qualificata, per far fronte a temporanee carenze di risorse. Nel 2022 la BCE ha speso 40,8 milioni di euro in servizi di consulenza per i principali compiti di vigilanza, 2,0 milioni in più rispetto al 2021. Di questi, 13,2 milioni di euro sono stati impiegati per lo sviluppo dei sistemi informatici, 7,0 per valutazioni approfondite e 20,0 milioni di euro per lo svolgimento di compiti di vigilanza ispettiva, incluse le missioni transfrontaliere. Ulteriori informazioni su tali attività sono riportate nel capitolo 1. Inoltre, costi di consulenza per 10,4 milioni di euro sono stati imputati direttamente alla vigilanza bancaria. Tali costi derivano dalle funzioni a supporto della vigilanza bancaria, principalmente connesse alla gestione e alla manutenzione evolutiva dei sistemi informatici.

Nel 2022 la spesa per viaggi di lavoro connessi alle attività di vigilanza sugli enti significativi e meno significativi è risultata pari a 6,8 milioni di euro, in netto aumento rispetto agli 0,3 milioni di euro del 2021, a causa del ritorno a livelli più normali di attività di vigilanza ispettiva in loco.

La ripartizione dei costi tra spese direttamente attribuibili alla vigilanza bancaria della BCE e spese per i servizi condivisi è stata sostanzialmente analoga a quella dell’anno precedente (cfr. il grafico 25).

Grafico 25

Costo delle attività di vigilanza della BCE per categoria di spesa

(milioni di euro)

Fonte: BCE.

Le spese direttamente attribuibili sono costituite dai costi sostenuti per il personale adibito ai principali compiti di vigilanza, le iniziative di vigilanza (incluse le spese correlate alle valutazioni approfondite), altre spese operative quali le spese di viaggio e di formazione, nonché quelle per le tecnologie informatiche dedicate, come IMAS e la piattaforma STAR (Stress Test Account Reporting) con i relativi progetti e il suptech.

La categoria dei servizi condivisi comprende i servizi utilizzati sia per le funzioni di banca centrale sia per quelle di vigilanza bancaria, raggruppati come segue: servizi di gestione degli stabili, servizi connessi con le risorse umane, servizi informatici condivisi, servizi legali, di revisione e amministrativi condivisi, servizi di comunicazione e traduzione, altri servizi. Il costo di tali servizi condivisi viene ripartito tra le diverse funzioni utilizzando un meccanismo di allocazione dei costi che applica metriche standard del settore come gli equivalenti a tempo pieno, gli spazi occupati dagli uffici e il numero di richieste di traduzione. Poiché la BCE è rigorosamente impegnata a perseguire una maggiore efficienza, le metriche di allocazione dei costi vengono perfezionate periodicamente.

Nel 2022 la spesa effettiva totale è stata di 593,8 milioni di euro. Le spese direttamente attribuibili sono state pari a 351,4 milioni di euro e i servizi condivisi a 242,4 milioni di euro, corrispondenti, rispettivamente, al 59,2 e al 40,8 per cento delle spese sostenute; tali quote sono sostanzialmente analoghe a quelle osservate nel 2021, che sono state pari rispettivamente al 58,5 e al 41,5 per cento.

L’ammortamento dei sistemi IMAS e STAR ha contribuito ad accrescere la spesa direttamente attribuibile per le tecnologie informatiche e i progetti connessi, per un totale di 22,9 milioni di euro nel 2022. La spesa direttamente attribuibile in ambito suptech ammonta a 20,8 milioni di euro. L’aumento delle altre spese operative riflette i maggiori costi derivanti dal graduale ritorno a livelli più normali di attività di vigilanza ispettiva in loco.

Rispetto al 2021, nel 2022 le spese per i servizi condivisi sono lievemente aumentate, di 2,8 milioni di euro. L’aumento è osservabile per la maggior parte delle categorie di costo, anche in questo caso principalmente per effetto del ritorno a livelli più normali di attività.

6.2 Prospettive sul regime di contribuzione per la vigilanza bancaria nel 2023

La BCE stima di spendere 649,0 milioni di euro per i compiti di vigilanza nel 2023

Considerando i valori storici e quelli attesi della spesa prevista, la BCE ha deciso di confermare il proprio approccio prudenziale alla previsione delle spese per il 2023, stimando contributi pari a 649,0 milioni di euro. Il totale della spesa pianificata della BCE per i compiti di vigilanza nel 2023 è pari a 705,6 milioni di euro. La stima tiene conto delle previsioni di un ritorno dell’attività a livelli nella norma, dell’introduzione di nuovi sistemi informatici connessi agli attuali investimenti in progetti suptech, nonché dell’internalizzazione dei costi di consulenza relativi alle ispezioni in loco e alle indagini sui modelli interni, compensati dalla riduzione delle spese per consulenza.

In linea con il proprio impegno a perseguire la stabilità dei costi per l’intera organizzazione per il 2023, la BCE prevede di stabilizzare le spese programmate per i suoi attuali mandati, pur restando flessibile nella risposta a fattori esterni inattesi. Sono state adottate misure volte ad assicurare che la BCE resti entro l’obiettivo della stabilizzazione, anche in considerazione dell’impatto dell’inflazione.

Tavola 11

Costo stimato della vigilanza bancaria della BCE nel 2023 per funzione

(milioni di euro)

Fonte: BCE.
Nota: il totale generale e i totali parziali riportati nella tavola potrebbero non quadrare per effetto degli arrotondamenti.

I contributi annuali per le attività di vigilanza del 2023, da riscuotersi nel 2024, saranno noti solo alla fine del periodo di contribuzione e comprenderanno la spesa effettiva per l’intero anno 2023, corretta per gli importi rimborsati alle singole banche o riscossi da queste ultime per i precedenti periodi di contribuzione, gli interessi di mora e i contributi che finora non è stato possibile riscuotere. Si stima che la quota della somma complessiva da riscuotere per ciascuna categoria nel 2023 sia del 95,3 per cento per gli enti significativi e del 4,7 per cento per gli enti meno significativi.

Tavola 12

Stima delle spese per le attività di vigilanza della BCE nel 2023

(milioni di euro)

Fonte: BCE.
Nota: il totale generale e i totali parziali riportati nella tavola potrebbero non quadrare per effetto degli arrotondamenti.

6.3 Regime di contribuzione per il 2022

Insieme al regolamento sull’MVU, il regolamento sui contributi per le attività di vigilanza fornisce il quadro normativo di riferimento in virtù del quale la BCE riscuote i contributi annuali a copertura delle spese sostenute durante lo svolgimento dei propri compiti di vigilanza. Il regolamento sui contributi e la relativa decisione[89] definiscono i criteri per: a) determinare l’importo complessivo della contribuzione annuale; b) calcolare l’importo dovuto da ciascun ente vigilato; c) riscuotere il contributo annuale per le attività di vigilanza.

6.3.1 Importo complessivo da riscuotere per il periodo di contribuzione 2022

La BCE riscuoterà 593,7 milioni di euro in contributi per le attività di vigilanza per il 2022

Il contributo per le attività di vigilanza da riscuotere per il periodo di contribuzione 2022 ammonta a 593,7 milioni di euro. Tale importo è quasi interamente costituito dal costo annuale effettivo per il 2022, pari a 593,8 milioni di euro, con rettifiche di 37.690 per un rimborso (netto) ad alcuni enti creditizi per precedenti periodi di contribuzione e di 133.955 per gli interessi di mora percepiti, per un importo totale di rettifiche pari a 96.265 euro.

Il contributo annuale per le attività di vigilanza può essere adeguato anche in funzione di importi cancellati perché considerati inesigibili, ma tale adeguamento non si è reso necessario nel 2022.

L’importo da recuperare tramite i contributi annuali per le attività di vigilanza è suddiviso in due parti. La suddivisione fa riferimento alla classificazione dei soggetti vigilati in enti significativi o meno significativi e riflette i diversi livelli di attività di vigilanza cui gli enti sono sottoposti da parte della BCE. L’allocazione della spesa per categoria è supportata da una metodologia che può essere potenziata costantemente e adattata tempestivamente, consentendo un’allocazione sempre migliore.

Nel 2022 l’importo totale da riscuotere per gli enti significativi ammonta a 566,7 milioni di euro e per gli enti meno significativi a 27,0 milioni di euro, pari rispettivamente al 95,5 e al 4,5 per cento del costo totale della vigilanza bancaria.

Tavola 13

Proventi complessivi derivanti dalle attività di vigilanza bancaria

(milioni di euro)

Fonte: BCE.
Nota: il totale generale e i totali parziali riportati nella tavola potrebbero non quadrare per effetto degli arrotondamenti.

6.3.2 Singoli contributi per le attività di vigilanza

A livello di singolo ente creditizio, i contributi sono calcolati in base alla rilevanza e al profilo di rischio della banca, utilizzando i fattori per il calcolo del contributo annuale degli enti vigilati. Per la maggior parte delle banche la data di riferimento per i dati è il 31 dicembre dell’anno precedente. Per i nuovi istituti vigilati al massimo livello di consolidamento all’interno del periodo di contribuzione, la BCE tiene conto del totale degli attivi e dell’esposizione complessiva al rischio segnalata dalla banca alla data di riferimento più prossima al 31 dicembre e utilizza tali cifre nel calcolo di una componente variabile del contributo per tutti i mesi in cui questo è esigibile da parte del soggetto obbligato al pagamento[90]. Il contributo calcolato per singola banca verrà poi acquisito tramite versamenti annuali.

Figura 3

La componente variabile del contributo è determinata dalla rilevanza e dal profilo di rischio di una banca

Il contributo di vigilanza è fissato al più elevato livello di consolidamento nell’ambito degli Stati membri partecipanti al Meccanismo di vigilanza unico ed è costituito da una componente variabile e da una componente minima. Quest’ultima si applica a tutte le banche in misura uguale e corrisponde al 10 per cento dell’importo totale da recuperare. Per gli enti significativi più piccoli, con un totale degli attivi pari o inferiore a 10 miliardi di euro, e gli enti meno significativi di dimensioni inferiori, con un totale degli attivi pari o inferiore a 1 miliardo di euro, il contributo minimo è dimezzato.

Ai sensi dell’articolo 7 del regolamento sui contributi, le seguenti variazioni nella situazione delle singole banche richiedono una rettifica dei corrispondenti contributi di vigilanza: a) modifica della classificazione dell’ente vigilato, ossia l’ente viene riclassificato da significativo a meno significativo, o viceversa; b) rilascio di un’autorizzazione a un nuovo ente, c) revoca di un’autorizzazione esistente. Il passaggio alla fatturazione ex post ha fatto sì che la maggior parte delle modifiche relative all’articolo 7 verificatesi nel corso dell’anno sia inclusa nel calcolo standard dei contributi. Di conseguenza, le nuove decisioni da parte della BCE in merito ai contributi di vigilanza sono state pari solo a 37.690 euro nel 2022, che saranno inclusi nei contributi per le attività di vigilanza da fatturare nel 2022.

Ulteriori informazioni sui contributi per le attività di vigilanza sono disponibili sul sito Internet della vigilanza bancaria della BCE. Queste pagine sono aggiornate periodicamente con utili informazioni pratiche e sono pubblicate in tutte le lingue ufficiali dell’UE.

6.4 Altri introiti legati a compiti di vigilanza bancaria

La BCE è autorizzata a imporre sanzioni amministrative ai soggetti vigilati in caso di inosservanza della vigente normativa bancaria dell’UE riguardante i requisiti prudenziali (incluse le decisioni di vigilanza della BCE). Il relativo introito non viene computato nel calcolo del contributo annuale di vigilanza, né lo sono i rimborsi di tali sanzioni nel caso in cui le decisioni sanzionatorie precedenti siano state modificate o annullate. I relativi importi sono invece iscritti nel conto economico della BCE. Nel 2022 l’introito derivante dalle sanzioni irrogate agli enti vigilati è stato pari a 12,2 milioni di euro.

7 Strumenti giuridici adottati dalla BCE

Gli strumenti giuridici adottati dalla BCE comprendono regolamenti, decisioni, indirizzi, raccomandazioni e istruzioni per le ANC (menzionate nell’articolo 9, paragrafo 1, comma 3 del regolamento sull’MVU e nell’articolo 22 del regolamento quadro sull’MVU). La presente sezione elenca gli strumenti giuridici in materia di vigilanza bancaria adottati dalla BCE nel 2022 e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e sul sito EUR‑Lex. Comprende gli strumenti giuridici adottati ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 3, del regolamento sull’MVU, nonché altri atti rilevanti.

7.1 Regolamenti della BCE

BCE/2022/14
Regolamento (UE) 2022/504 della Banca centrale europea, del 25 marzo 2022, che modifica il Regolamento (UE) 2016/445 sull’esercizio delle opzioni e delle discrezionalità previste dal diritto dell’Unione (BCE/2016/4) (BCE/2022/14) (GU L 102 del 30.3.2022, pag. 11)

7.2 Altri strumenti giuridici della BCE

BCE/2022/2
Decisione (UE) 2022/134 della Banca centrale europea, del 19 gennaio 2022, che stabilisce norme comuni sulla trasmissione da parte della Banca centrale europea di informazioni di vigilanza ad autorità e organi al fine di assolvere i compiti attribuitile dal regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio (BCE/2022/2) (GU L 20 del 31.1.2022, pag. 275)

BCE/2022/6
Decisione (UE) 2022/368 della Banca centrale europea, del 18 febbraio 2022, che modifica la decisione (UE) 2015/2218 sulla procedura di esclusione dei membri del personale dalla presunzione di avere un impatto sostanziale sul profilo di rischio di un ente creditizio vigilato (BCE/2022/6) (GU L 69 del 4.3.2022, pag. 117)

BCE/2022/7
Decisione (UE) 2022/514 della Banca centrale europea, del 1° marzo 2022, sull’importo complessivo dei contributi annuali per le attività di vigilanza per l’anno 2021 (BCE/2022/7) (GU L 103 del 31.3.2022, pag. 14)

BCE/2022/12
Indirizzo (UE) 2022/508 della Banca centrale europea, del 25 marzo 2022, che modifica l’Indirizzo (UE) 2017/697 della Banca centrale europea sull’esercizio di opzioni e discrezionalità previste dal diritto dell’Unione da parte delle autorità nazionali competenti in relazione agli enti meno significativi (BCE/2017/9) (BCE/2022/12) (GU L 102 del 30.3.2022, pag. 34)

BCE/2022/13
Raccomandazione della Banca centrale europea, del 25 marzo 2022, che modifica la Raccomandazione BCE/2017/10 relativa a specifiche comuni per l’esercizio di talune opzioni e discrezionalità previste dal diritto dell’Unione da parte delle autorità nazionali competenti in relazione agli enti meno significativi (BCE/2022/13) (GU C 142 del 30.3.2022, pag. 1)

BCE/2022/33
Decisione (UE) 2022/1981 della Banca centrale europea, del 10 ottobre 2022, sull’utilizzo dei servizi del Sistema europeo di banche centrali da parte delle autorità competenti (BCE/2022/33) (GU L 272 del 20.10.2022, pag. 22)

BCE/2022/34
Decisione (UE) 2022/1982 della Banca centrale europea, del 10 ottobre 2022, sull’utilizzo dei servizi del Sistema europeo di banche centrali da parte delle autorità competenti e delle autorità cooperanti e che modifica la decisione BCE/2013/1 (BCE/2022/34) (GU L 272 del 20.10.2022, pag. 29)

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Per la terminologia tecnica, è disponibile sul sito della BCE dedicato alla vigilanza bancaria un glossario.

HTML ISBN 978-92-899-5531-7, ISSN 2443-5848, doi:10.2866/132118, QB-BU-23-001-IT-Q


  1. Cfr. anche la lettera della vigilanza bancaria della BCE alle banche “Statement regarding supervisory cooperation on operational resilience”, dicembre 2020.

  2. Cfr. “Identificazione e misurazione del rischio di credito nell’ambito della pandemia di coronavirus (COVID19)”, Lettera alle banche, vigilanza bancaria della BCE, 4 dicembre 2020.

  3. Per informazioni dettagliate sui risultati dell’analisi mirata del settore degli immobili commerciali, cfr. “Commercial real estate: connecting the dots”, Supervision Newsletter, vigilanza bancaria della BCE, agosto 2022.

  4. Il campione si riferisce ai 29 enti significativi soggetti a obblighi di segnalazione trimestrale nel Leveraged Finance Dashboard.

  5. Operazioni con livello di leva finanziaria (definito come rapporto tra debito totale ed EBITDA) 6,0 volte superiore a quello inizialmente definito.

  6. Parere della Banca centrale europea del 19 febbraio 2021 su una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai mercati delle cripto-attività e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 (CON/2021/4) (GU C 152 del 29.4.2021, pag. 1).

  7. Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla resilienza operativa digitale per il settore finanziario e che modifica i regolamenti (CE) n. 1060/2009, (UE) n. 648/2012, (UE) n. 600/2014 e (UE) n. 909/2014.

  8. Proposta di regolamento che stabilisce regole armonizzate in materia di intelligenza artificiale, Commissione Europea, aprile 2021.

  9. Nota dell’MVU sulla governance e sulla propensione al rischio, giugno 2016

  10. Cfr. “Strengthening smaller banks’ governance”, Supervision Newsletter, vigilanza bancaria della BCE, maggio 2022.

  11. L’atto sulla resilienza operativa digitale stabilisce un nuovo quadro di riferimento per migliorare la resilienza operativa delle istituzioni finanziarie.

  12. Cfr. Walking the talk - Banks gearing up to manage risks from climate change and environmental degradation, BCE, novembre 2022.

  13. Cfr. Good practices for climate-related and environmental risk management, osservazioni dall’indagine mirata del 2022, BCE, novembre 2022.

  14. Cfr. il comunicato stampa della BCE ECB sets deadlines for banks to deal with climate risks, 2 novembre 2022.

  15. Cfr. “2022 climate risk stress test”, vigilanza bancaria della BCE, luglio 2022.

  16. Cfr. il Rapporto della BCE sulle buone prassi per le prove di stress sul rischio climatico, vigilanza bancaria della BCE, dicembre 2022.

  17. Ove consentito dalle condizioni sanitarie e su base volontaria per i gruppi ispettivi, dando priorità alla tutela della salute e della sicurezza del personale.

  18. Una campagna accorpa diverse ispezioni in loco che analizzano uno stesso aspetto e fornisce ai gruppi ispettivi un quadro all’interno del quale coordinarsi e collaborare, allineando gli obiettivi e sfruttando al meglio le sinergie.

  19. Per maggiori dettagli sulle attività della vigilanza bancaria della BCE nel settore degli immobili commerciali, cfr. l’articolo “Commercial real estate: connecting the dots”, pubblicata nella Supervision Newsletter, agosto 2022.

  20. L’analisi è stata condotta su un campione di 132 ispezioni in loco i cui rapporti definitivi sono stati trasmessi ai soggetti ispezionati tra ottobre 2021 e settembre 2022.

  21. Alcuni dei rilievi più critici relativi alla governance interna sono stati individuati in ispezioni incentrate principalmente sulle altre aree di rischio (come il rischio informatico, il rischio patrimoniale e il rischio di modello imprenditoriale e di redditività).

  22. Per ulteriori dettagli sul rischio informatico e cibernetico, cfr. la presentazione “IT and cyber risk – key observations”, BCE, 2022.

  23. Il rischio non presente nel modello è un concetto introdotto e definito nella sezione 7 della Guida della BCE sui modelli interni, BCE, ottobre 2019.

  24. Il periodo con rischio di margine (margin period of risk) indica “il periodo di tempo che intercorre tra l’ultimo scambio di garanzie reali a copertura di un insieme di attività soggette a compensazione delle operazioni con una controparte in default e il momento in cui la posizione è liquidata per default e il corrispondente rischio di mercato è nuovamente coperto”. Cfr. articolo 272, paragrafo 9, del Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento e che modifica il Regolamento (UE) n. 648/2012 (GU L 176 del 27.6.2013, pag. 1).

  25. Le banche con elevati livelli di crediti deteriorati sono gli enti per i quali l’incidenza degli NPL è superiore al 5 per cento. Cfr. gli Orientamenti dell’ABE sulla gestione di esposizioni deteriorate e oggetto di concessioni, ABE, ottobre 2018.

  26. Cfr. il Regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio, del 15 ottobre 2013, che attribuisce alla Banca centrale europea compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi (GU L 287 del 29.10.2013, pag. 63).

  27. Cfr. la dichiarazione del Consiglio direttivo sulle politiche macroprudenziali, BCE, dicembre 2022.

  28. Cfr. ECB response to the European Commission’s call for advice on the review of the EU macroprudential framework, BCE, marzo 2022.

  29. Cfr. EBA advice on the review of the macroprudential framework, ABE, aprile 2022 e Review of the EU Macroprudential Framework for the Banking Sector - Response to the call for advice, Comitato europeo per il rischio sistemico, marzo 2022.

  30. Cfr. il comunicato stampa della Banca dei regolamenti internazionali Basel Committee finalises principles on climate-related financial risks, progresses work on specifying cryptoassets’ prudential treatment and agrees on way forward for the G-SIB assessment methodology review del 31 maggio 2022.

  31. Cfr. la dichiarazione del Consiglio direttivo sul trattamento dell’unione bancaria europea nella metodologia di valutazione delle banche di rilevanza sistemica globale, BCE, giugno 2022.

  32. BNP Paribas, Deutsche Bank, Groupe BPCE, Groupe Crédit Agricole, ING Bank, Santander, Société Générale e UniCredit. Rispetto all’anno precedente, il requisito di riserva di capitale assegnato a BNP Paribas è diminuito dal 2,0 all’1,5 per cento ed è in vigore a partire dal 1º gennaio 2023.

  33. Cfr. la dichiarazione del Consiglio direttivo sulle politiche macroprudenziali, BCE, novembre 2022.

  34. Cfr. la Segnalazione del Comitato europeo per il rischio sistemico, del 22 settembre 2022, sulle vulnerabilità del sistema finanziario dell’Unione (CERS/2022/7).

  35. Cfr. la Raccomandazione del Comitato europeo per il rischio sistemico, del 1 dicembre 2022, sulle vulnerabilità nel settore degli immobili non residenziali nello Spazio economico europeo (CERS/2022/9)

  36. Cfr. la Raccomandazione del Comitato europeo per il rischio sistemico, del 27 maggio 2020 sulla restrizione delle distribuzioni nel corso della pandemia di COVID‑19 (CERS/2020/7) e la Raccomandazione del Comitato europeo per il rischio sistemico, del 15 dicembre 2020 che modifica la raccomandazione CERS/2020/7 sulla restrizione delle distribuzioni nel corso della pandemia di COVID‑19 (CERS/2020/15).

  37. Cfr. 2022 climate risk stress test, vigilanza bancaria della BCE, luglio 2022.

  38. Cfr. Walking the talk - Banks gearing up to manage risks from climate change and environmental degradation, vigilanza bancaria della BCE, novembre 2022.

  39. Regolamento (UE) n. 468/2014 della Banca centrale europea, del 16 aprile 2014, che istituisce il quadro di cooperazione nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico tra la Banca centrale europea e le autorità nazionali competenti e con le autorità nazionali designate (regolamento quadro sull’MVU) (BCE/2014/17), (GU L 141 del 14.5.2014, pag. 1).

  40. I criteri sono definiti dall’articolo 6, paragrafo 4, del regolamento sull’MVU.

  41. L’elenco degli enti significativi e meno significativi pubblicato il 21 dicembre 2022 riflette a) le decisioni sulla significatività notificate agli enti vigilati prima del 30 novembre 2022 e b) altre modifiche ed evoluzioni nelle strutture dei gruppi entrate in vigore prima del 1° novembre 2022.

  42. Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE (GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338).

  43. Regolamento (UE) 2019/876 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2019, che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto riguarda il coefficiente di leva finanziaria, l’indicatore strutturale (net stable funding ratio, NSFR), i requisiti di fondi propri e passività ammissibili, il rischio di controparte, il rischio di mercato, le esposizioni verso controparti centrali, le esposizioni verso organismi di investimento collettivo, le grandi esposizioni, gli obblighi di segnalazione e informativa e il regolamento (UE) n. 648/2012 (GU L 150 del 7.6.2019, pag. 1).

  44. Alcune decisioni riguardano più di una valutazione per autorizzazione (ad esempio acquisizioni di partecipazioni qualificate in diverse filiazioni derivanti da una singola operazione). Alcune procedure di autorizzazione non richiedono una decisione formale da parte della BCE, incluse le procedure di passaporto e di decadenza dell’autorizzazione.

  45. Si tratta di procedure soggette ai quadri normativi di delega approvati a norma della Decisione (UE) 2021/1438 della Banca centrale europea, del 3 agosto 2021, che modifica la decisione (UE) 2017/935 sulla delega del potere di adottare decisioni in materia di idoneità e sulla verifica dei requisiti di idoneità (BCE/2021/34) (GU L 314 del 6.9.2021, pag. 3) e della Decisione (UE) 2021/1440 della Banca centrale europea, del 3 agosto 2021, che modifica la decisione (UE) 2019/1376 sulla delega del potere di adottare decisioni concernenti il passaporto, l’acquisizione di partecipazioni qualificate e la revoca delle autorizzazioni degli enti creditizi (BCE/2021/36) (GU L 314 del 6.9.2021, pag. 14).

  46. Di queste, 85 sono state approvate dall’alta dirigenza nell’ambito del quadro normativo di delega.

  47. Direttiva (UE) 2019/878 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2019, che modifica la direttiva 2013/36/UE per quanto riguarda le entità esentate, le società di partecipazione finanziaria, le società di partecipazione finanziaria mista, la remunerazione, le misure e i poteri di vigilanza e le misure di conservazione del capitale (GU L 150 del 7.6.2019, pag. 253).

  48. Cfr. “Licensing of crypto-asset activities”, Supervision Newsletter, vigilanza bancaria della BCE, agosto 2022.

  49. Delle 23 decisioni assunte dalla BCE nel 2021, solo una ha riguardato una società di partecipazione finanziaria (mista) di nuova costituzione.

  50. Nel 2022 le autorità di vigilanza e le banche hanno iniziato a utilizzare il portale IMAS anche per altre procedure quali, ad esempio, le modifiche non sostanziali ai modelli, come descritto nella sezione 5.9.2.

  51. Reassessing the suitability of bank directors – lessons from 2021, newsletter della vigilanza bancaria della BCE, febbraio 2022.

  52. La voce “Gestione del rischio/controlli interni” comprende i meccanismi o i processi che un ente deve porre in essere per un’adeguata individuazione, gestione e comunicazione dei rischi a cui è o potrebbe essere esposto. Con “Funzioni degli organi di gestione” ci si riferisce alla misura in cui coloro che dirigono di fatto l’attività di un ente o che hanno il potere di definirne la strategia, gli obiettivi e l’indirizzo generale, e che controllano e monitorano il processo decisionale della dirigenza, adempiono alle proprie responsabilità.

  53. Regolamento (UE) n. 806/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 luglio 2014, che fissa norme e una procedura uniformi per la risoluzione degli enti creditizi e di talune imprese di investimento nel quadro del Meccanismo di risoluzione unico e del Fondo di risoluzione unico e che modifica il regolamento (UE) n. 1093/2010 (GU L 225 del 30.7.2014, pag. 1).

  54. Cfr. il comunicato stampa della vigilanza bancaria della BCE ECB assesses that Sberbank Europe AG and its subsidiaries in Croatia and Slovenia are failing or likely to fail del 28 febbraio 2022. Cfr. inoltre FOLTF assessment of Sberbank Europe AG, FOLTF assessment of Sberbank d.d. (Croatia) e FOLTF assessment of Sberbank banka d.d. (Slovenia).

  55. Cfr. il comunicato stampa del Single Resolution Board Sberbank Europe AG: Croatian and Slovenian subsidiaries resume operations after being sold while no resolution action is required for Austrian parent company del 1° marzo 2022.

  56. Cfr. il comunicato stampa della vigilanza bancaria della BCE ECB takes decisions related to RCB Bank phasing out its banking operations del 24 marzo 2022. Cfr. anche la lettera del 6 aprile 2022 da parte di Andrea Enria, Presidente del Consiglio di vigilanza, agli On. Grant, Rinaldi e Zanni sulla vigilanza bancaria.

  57. Cfr. il comunicato stampa della vigilanza bancaria della BCE ECB withdraws banking licence of RCB Bank del 22 dicembre 2022.

  58. Decisione (UE) 2022/134 della Banca centrale europea, del 19 gennaio 2022, che stabilisce norme comuni sulla trasmissione da parte della Banca centrale europea di informazioni di vigilanza ad autorità e organi al fine di assolvere i compiti attribuitile dal regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio (BCE/2022/2) (GU L 20 del 31.1.2022, pag. 275).

  59. Cfr. il comunicato stampa della vigilanza bancaria della BCE ECB boosts cooperation with the six EU Member States not part of European banking supervision del 25 gennaio 2023.

  60. Parere della Banca centrale europea, del 27 aprile 2022, su una proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2013/36/UE per quanto riguarda i poteri di vigilanza, le sanzioni, le succursali di paesi terzi e i rischi ambientali, sociali e di governance (CON/2022/16) (GU C 248, del 30.6.2022, pag. 87); Parere della Banca centrale europea, del 24 marzo 2022, su una proposta di modifica del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto concerne i requisiti per il rischio di credito, il rischio di aggiustamento della valutazione del credito, il rischio operativo, il rischio di mercato e l’output floor (CON/2022/11) (GU C 233, del 16.6.2022, pag. 14); Parere della Banca centrale europea, del 13 gennaio 2022, su una proposta di modifica del regolamento (UE) n. 575/2013 relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento per quanto riguarda la risoluzione (CON/2022/3) (GU C 122, del 17.3.2022, pag. 33).

  61. Cfr. anche Elderson, F., “Mind the gap, close the gap – the ECB’s views on the banking package reforms”, The Supervision Blog, 28 aprile 2022.

  62. Cfr. Campa, J.M. e Enria, A., “Strong rules, strong banks: let’s stick to our commitments”, The Supervision Blog, 4 novembre 2022

  63. Il 27 giugno 2022 il Consiglio direttivo della BCE ha approvato una dichiarazione sul trattamento dell’unione bancaria europea nell’ambito della metodologia di valutazione delle banche di rilevanza sistemica globale. L’allegato a tale dichiarazione specifica la metodologia che sarà utilizzata per esercitare la discrezionalità delle autorità di vigilanza riguardo alle esposizioni transfrontaliere all’interno dell’unione bancaria europea nel quadro di valutazione delle G-SIB.

  64. Cfr. la Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE (GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338) e gli Orientamenti sulle procedure e sulle metodologie comuni per il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) e sulle prove di stress di vigilanza ai sensi della Direttiva 2013/36/UE (ABE/GL/2022/03) emanati dall’ABE.

  65. In particolare, la BCE condivide le informazioni con le autorità competenti in materia di AML/CFT ai sensi dell’accordo multilaterale sulle modalità pratiche per lo scambio di informazioni ai sensi dell’articolo 57 bis, paragrafo 2, della Direttiva (UE) 2015/849 e degli orientamenti dell’ABE sulla cooperazione e sullo scambio di informazioni tra le autorità di vigilanza prudenziale, le autorità di vigilanza in materia di AML/CFT e le unità di informazione finanziaria di cui alla Direttiva 2013/36/UE (ABE/GL/2021/15), nonché nell’ambito dei collegi AML/CFT, istituiti ai sensi degli Orientamenti congiunti sulla cooperazione e lo scambio di informazioni ai fini della Direttiva (UE) 2015/849 tra le autorità competenti preposte alla vigilanza degli enti creditizi e degli istituti finanziari (Orientamenti in materia di collegi AML/CFT) (JC 2019 81), a cui la BCE partecipa come osservatore.

  66. Cfr. la Direttiva (UE) 2015/849 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2015, relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e la direttiva 2006/70/CE della Commissione (GU L 141 del 5.6.2015, pag. 73).

  67. Cfr. gli Orientamenti dell’ABE sulla cooperazione e sullo scambio di informazioni tra le autorità di vigilanza prudenziale, le autorità di vigilanza in materia di AML/CFT e le unità di informazione finanziaria di cui alla Direttiva 2013/36/UE (ABE/GL/2021/15),

  68. Cfr. il pacchetto legislativo per l’antiriciclaggio e il contrasto al finanziamento del terrorismo, Direzione generale della Stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali, Commissione europea, 20 luglio 2021.

  69. Cfr. il Parere della Banca centrale europea del 16 febbraio 2022 relativo a una proposta di regolamento che istituisce un’Autorità per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (CON/2022/4) (GU C 210, del 25.5.2022, pag. 5) e il Parere della Banca centrale europea del 16 febbraio 2022 su una proposta di direttiva e di regolamento relativo alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo (CON/2022/5) (GU C 210, del 25.5.2022, pag. 15)

  70. Cfr. Fernandez-Bollo, E., “For a fully fledged European anti-money laundering authority”, The Supervision Blog, vigilanza bancaria della BCE, 21 febbario 2022 e Fernandez-Bollo, E. e McCaul, E., “Enhancing cooperation in the fight against money laundering”, The Supervision Blog, vigilanza bancaria della BCE, 24 maggio 2022.

  71. Cfr. “Feedback on the input provided by the European Parliament as part of its ‘Resolution on Banking Union – Annual Report 2021”, vigilanza bancaria della BCE, 2022.

  72. Cfr. “Written overview ahead of the exchange of views of the Chair of the Supervisory board of the ECB with the Eurogroup on 4 April 2022”e “Written overview ahead of the exchange of views of the Chair of the Supervisory Board of the ECB with the Eurogroup on 7 November 2022”.

  73. Cfr. Il Meccanismo di vigilanza unico: un buon inizio ma sono necessari ulteriori miglioramenti, relazione speciale n. 29/2016 e L’efficienza operativa nella gestione delle crisi bancarie da parte della BCE relazione speciale n. 02/2018.

  74. Cfr. l’allegato 3.2 della Relazione sulla performance del bilancio dell’UE - Situazione alla fine del 2021, Corte dei conti europea, novembre 2022.

  75. Come previsto dagli articoli 6, 7 e 8 del regolamento dell’UE sulle cartolarizzazioni.

  76. Il Comitato direttivo coadiuva il Consiglio di vigilanza nelle sue attività e ne prepara le riunioni. È composto dal Presidente e dal Vicepresidente del Consiglio di vigilanza, da un rappresentante della BCE e da cinque rappresentanti delle autorità nazionali di vigilanza; questi ultimi sono nominati dal Consiglio di vigilanza per un anno, sulla base di un sistema di rotazione che garantisce un’equa rappresentanza dei paesi.

  77. Si tratta di decisioni di vigilanza finalizzate o adottate nel periodo di segnalazione (ovvero decisioni emesse). Il numero delle decisioni di vigilanza non corrisponde al numero dei procedimenti autorizzativi comunicati ufficialmente alla BCE nel periodo di segnalazione (ovvero procedimenti di notifica in ingresso). Ciascuna decisione può contenere diverse autorizzazioni di vigilanza.

  78. Di queste, 179 sono state approvate dall’alta dirigenza nell’ambito del quadro normativo di delega.

  79. Ai sensi dell’articolo 6.7 del regolamento interno del Consiglio di vigilanza, le decisioni possono essere prese anche tramite procedura scritta, salvo obiezione di almeno tre membri del Consiglio di vigilanza aventi diritto di voto. In tal caso, la questione è inserita nell’ordine del giorno della successiva riunione del Consiglio. Di norma, una procedura scritta richiede che a ciascun membro del Consiglio di vigilanza siano concessi almeno cinque giorni lavorativi per deliberare.

  80. Decisione della Banca centrale europea, del 6 febbraio 2014, sulla nomina di rappresentanti della Banca centrale europea nel Consiglio di vigilanza (BCE/2014/4) (2014/427/UE) (GU L196 del 3.7.2014, pag.38)

  81. Cfr. il comunicato stampa della BCE ECB publishes enhanced rules for private financial transactions of high-level officials del 16 dicembre 2022.

  82. Articoli 7, 11, 12 e 17 del Codice di condotta unico per le alte cariche della BCE.

  83. Articolo 0.2.8.1 delle norme sul personale della BCE (ECB Staff Rules).

  84. Decisione della Banca centrale europea, del 17 settembre 2014, sull’attuazione della separazione tra le funzioni di politica monetaria e le funzioni di vigilanza della Banca centrale europea (BCE/2014/39) (2014/723/UE) (GU L 300, del 18.10.2014, pag. 57).

  85. La task force sull’armonizzazione dell’approccio sequenziale (Task Force on the Harmonisation of the Sequential Approach, TFHSA) mira a garantire condizioni di parità concorrenziale all’interno dell’MVU, identifica le migliori prassi di ciascun paese e ne propone l’armonizzazione in modo che possano essere adottate da tutte le ANC e dalla BCE.

  86. L’SSM-wide data collection database è uno strumento volto a semplificare gli obblighi segnaletici di vigilanza stabiliti dalla BCE e dalle ANC e a rafforzare la governance interna. Esso raccoglie informazioni su tutte le richieste di dati inviate a enti sottoposti a vigilanza diretta, che sono successivamente utilizzate per aumentare la trasparenza delle richieste di dati inviate alle banche e per analizzare l’onere di segnalazione.

  87. Sono ricompresi servizi di gestione degli stabili, servizi di gestione delle risorse umane, servizi informatici condivisi, servizi legali, di revisione interna e amministrativi, servizi di comunicazione e traduzione, altri servizi.

  88. Regolamento (UE) n. 1163/2014 della Banca centrale europea, del 22 ottobre 2014, sui contributi per le attività di vigilanza (BCE/2014/41) (GU L 311 del 31.10.2014, pag. 23).

  89. Decisione (UE) 2019/2158 della Banca centrale europea sulla metodologia e le procedure per la determinazione e la raccolta dei dati relativi ai fattori per il calcolo della contribuzione utilizzati per calcolare il contributo annuale per le attività di vigilanza (BCE/2019/38) (GU L 327 del 17.12.2019, pag. 99).

  90. Per gli enti istituiti dopo il 1° ottobre il contributo richiesto corrisponderà alla componente minima applicata solo per il numero di mesi interi per i quali è stata esercitata la vigilanza.

Segnalazioni whistleblowing