Opzioni di ricerca
Home Media Facciamo chiarezza Studi e pubblicazioni Statistiche Politica monetaria L’euro Pagamenti e mercati Lavorare in BCE
Suggerimenti
Ordina per
Andrea Enria
Chair of the Supervisory Board of the ECB

Dichiarazione introduttiva

Dichiarazione introduttiva di Andrea Enria, Presidente del Consiglio di vigilanza della BCE alla conferenza stampa sui risultati del ciclo SREP 2019

Francoforte sul Meno, 28 gennaio 2020

Presentazione (disponibile soltanto in inglese)

Signore, Signori,

vi porgo il benvenuto alla conferenza stampa sul processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, in breve “SREP”), il nostro principale strumento di vigilanza.

Lo SREP ci consente di individuare i punti di debolezza delle banche e di agire per porvi rimedio, tramite maggiorazioni di capitale, come ad esempio i requisiti e gli orientamenti di secondo pilastro, nonché attraverso misure qualitative.

Lo SREP è uno strumento consolidato. Ce ne serviamo da quando è nata la Vigilanza bancaria europea. Finora, tuttavia, i risultati sono stati diffusi soltanto sotto forma di ampi aggregati. Oggi invece, in linea con il nostro continuo impegno ad accrescere la trasparenza, pubblichiamo dati più granulari, maggiori dettagli riguardo alla metodologia e un elenco dei requisiti di secondo pilastro (Pillar 2 requirements, ovvero “P2R”) riferiti alle singole banche. I risultati del ciclo SREP 2019, in termini di maggiorazione di capitale o misure qualitative, si applicano alle banche nel 2020.

Per la prima volta in assoluto rendiamo pubblici requisiti di secondo pilastro individuali. Siamo molto lieti che 108 delle 109 banche esaminate in questo ciclo SREP abbiano acconsentito alla pubblicazione dei propri P2R nel nostro sito Internet, con un anno di anticipo rispetto all’obbligo sancito dal regolamento riveduto sui requisiti patrimoniali. La divulgazione dei risultati SREP individuali renderà più chiaro lo stato in cui si trovano le banche europee, consentendo agli enti di confrontare più facilmente la propria situazione con quella degli intermediari comparabili e agli investitori di assumere decisioni più informate.

Guardiamo quindi ai risultati.

Partendo dalla visione d’insieme: i requisiti e gli orientamenti in termini di capitale primario di classe 1 (common equity tier 1 capital, “CET1”) sono rimasti stabili al 10,6%. Si conferma quindi lo stabilizzarsi della valutazione di vigilanza del fabbisogno di capitale delle banche.

I risultati individuali variano, tuttavia, riflettendo i cambiamenti del profilo di rischio sottostante: i requisiti e gli orientamenti patrimoniali complessivi risultano mutati per una banca su tre, in aumento in circa il 15% dei casi e in calo per un altro 15%. In media, i P2R aumentano se peggiora il punteggio: in una scala da 1 a 4, più alto è il punteggio, più rischiosa è la banca e più elevata risulta la maggiorazione di capitale.

Se si considerano i modelli imprenditoriali, riscontriamo orientamenti di secondo pilastro (Pillar 2 guidance, P2G) inferiori per le banche a rilevanza sistemica a livello globale (global systemically important banks, G-SIB), che infatti dimostrano una maggiore capacità di tenuta nelle prove stress. In termini di requisiti complessivi di CET1, incluse le riserve a fronte del rischio sistemico, le G-SIB si collocano su livelli comparabili rispetto a quelli di banche con altri modelli imprenditoriali.

L’imminente revisione della regolamentazione bancaria europea consentirà alle banche di soddisfare i requisiti di secondo pilastro ricorrendo in parte a capitale di qualità inferiore, e quindi con una minore capacità di assorbimento delle perdite, rispetto al CET1. In base ai nostri calcoli, a partire dal 2021 i livelli di CET1 richiesti si ridurranno quindi di circa 90 punti base in conseguenza di tale riforma.

La quasi totalità delle banche presenta livelli adeguati di capitale, superiori a tutti i requisiti, fra cui la riserva di capitale anticiclica e le riserve a fronte del rischio sistemico. Alla fine del terzo trimestre del 2019 sei banche mostravano livelli patrimoniali inferiori agli orientamenti di secondo pilastro fissati per il 2020. In quattro casi le carenze patrimoniali erano già state colmate alla fine del 2019. Alle due restanti banche è stato richiesto invece di intraprendere azioni correttive entro tempistiche precise.

Ma dallo SREP, come accennavo prima, non derivano soltanto i requisiti e gli orientamenti patrimoniali: ci sono anche le misure qualitative, azioni che chiediamo alle banche di intraprendere per risolvere i problemi individuati dallo SREP.

Nell’insieme, lo SREP 2019 ha portato all’adozione di misure qualitative per 91 banche, superando appena quelle dell’esercizio precedente.

La distribuzione delle misure qualitative mostra che le principali preoccupazioni sul piano della vigilanza sono state riscontrate nell’area della governance interna: quasi un terzo del totale delle azioni correttive che le banche dovranno adottare ricade in questo ambito. I punteggi SREP relativi alla governance interna sono infatti peggiorati per tutti i modelli imprenditoriali, confermando la tendenza osservata negli anni passati. A tre banche su quattro (il 76% del totale, rispetto al 67% nel 2018) è stato assegnato un punteggio pari a 3. Soltanto il 18% delle banche ha ottenuto un punteggio pari a 2, un valore inferiore rispetto al 25% registrato nel 2018.

Andando più a fondo, le misure qualitative hanno lo scopo di affrontare gravi elementi di debolezza concernenti le funzioni di controllo interno delle banche, l’inefficacia degli organi di amministrazione e le carenze nella gestione dei rischi, anche per quanto riguarda il possesso di solide capacità di aggregazione dei dati sul rischio. Inoltre, gli schemi di remunerazione sono spesso concepiti ponendo eccessiva enfasi sulla redditività di breve periodo e scarsa attenzione alla sostenibilità a lungo termine. Infine risultano ancora inadeguati i controlli e le procedure in materia di antiriciclaggio.

In breve, la nostra fonte di preoccupazione è soprattutto la governance. Una governance debole può essere causa di molti altri problemi. Si pensi ad esempio al rischio operativo. Il risultato SREP di questo profilo è peggiore rispetto all’anno passato e la maggior parte delle perdite operative deriva dal rischio di condotta, che spesso può essere fortemente collegato a problemi di governance.

Il deterioramento dei punteggi relativi al rischio operativo riflette anche l’aumento dei rischi informatici e cibernetici per varie banche. Nel 2020 continueremo quindi a prestare particolare attenzione a questi rischi, dedicando ispezioni in loco agli aspetti informatici. Inoltre lo schema armonizzato per la segnalazione degli incidenti cibernetici accrescerà la nostra conoscenza delle violazioni della sicurezza cibernetica, area in cui è chiaramente necessario l’impegno da parte delle banche.

Un altro aspetto critico fondamentale dal punto di vista prudenziale è la bassa redditività delle banche europee. Molte non riescono a coprire il costo del capitale e le loro valutazioni restano esigue. In un’ottica di vigilanza ciò significa una modesta generazione di capitale in modo organico e una minore capacità di finanziarsi attraverso emissioni azionarie sul mercato in condizioni economiche difficili.

Le banche tendono a imputare la mancanza di redditività a condizioni esterne, quali politiche dei tassi di interesse negativi, disposizioni regolamentari stringenti, maggiore competizione anche da parte di imprese che si avvalgono di nuove tecnologie nonché debole crescita dell’area dell’euro. Il contesto esterno è innegabilmente complesso, ma non cambierà a breve termine. La gestione delle banche deve essere affinata per affrontare con maggiore impegno il riorientamento dei modelli imprenditoriali, l’applicazione di strategie efficaci nel settore della digitalizzazione e il conseguimento di miglioramenti più radicali dal punto di vista dell’efficienza in termini di costi. Per realizzare questi obiettivi si potrebbero rivelare utili anche operazioni di consolidamento.

Non a caso, una delle nostre priorità di quest’anno è valutare la futura capacità di tenuta delle banche e la sostenibilità dei loro modelli imprenditoriali. Certamente potremo anche considerare di intensificare la pressione esercitata dall’autorità di vigilanza sulle banche, se le misure correttive definite autonomamente da queste ultime non dovessero essere abbastanza efficaci.

Proseguono i progressi nel risanamento dei bilanci bancari dopo la crisi. Quando la BCE ha assunto la funzione di vigilanza bancaria nel 2014, i crediti deteriorati (non-performing loans, NPL) nell’area dell’euro ammontavano a 1.000 miliardi di euro, l’8% del totale dei crediti. Da allora abbiamo adottato varie misure di vigilanza e le banche si sono impegnate a fondo per ridurre gli NPL. Tali sforzi hanno dato buoni risultati: dal 2014 il volume degli NPL si è quasi dimezzato, portandosi a 543 miliardi di euro, e l’incidenza degli NPL è scesa al 3,4%.

Per il futuro ci si aspetta un’ulteriore riduzione del volume degli NPL, in linea con gli obiettivi che le banche hanno concordato con l’autorità di vigilanza. Se guardiamo alle strategie delle “banche con NPL elevati”, il loro piano è di ridurre gli NPL di un ulteriore 35% nei prossimi due anni. Inoltre, la riduzione programmata verte in particolare su NPL con una notevole anzianità, che tendono a essere la categoria più problematica per il rientro in bonis o la cessione.

Le banche sono quindi sulla strada giusta per quanto riguarda la qualità degli attivi. Ma le decisioni SREP raccomandano alle banche con NPL elevati di restare fortemente concentrate sulla realizzazione dei propri obiettivi e di continuare a migliorare il proprio profilo di rischio. Per evitare in futuro l’accumularsi di NPL, le banche dovranno prestare la massima attenzione ai criteri di concessione del credito. È attualmente in corso un riesame delle prassi di mercato al riguardo da parte della BCE.

Riguardo ai rischi di liquidità, i punteggi complessivi mostrano che gli enti detengono una buona posizione di liquidità: il 76% delle banche ha un punteggio pari a 2 (il 70% nel 2018) e solo a quattro banche è stato assegnato il punteggio 1 (in calo rispetto a 12 nel 2018). Molti enti significativi non hanno raggiunto gli obiettivi fissati nei propri piani di finanziamento, anche a seguito delle loro mutate aspettative per le condizioni monetarie.

Sono ora a disposizione per rispondere alle vostre domande.

CONTATTI

Banca centrale europea

Direzione Generale Comunicazione

La riproduzione è consentita purché venga citata la fonte.

Contatti per i media
Annexes
28 January 2020
Segnalazioni whistleblowing